Finanziare un’idea, parte 2: i contributi a fondo perduto

Dopo aver spiegato come si arriva preparati all’appuntamento con un finanziatore, entriamo nel vivo degli strumenti che possono aiutarci. E il primo sono i contributi a fondo perduto, denaro che riceviamo da un ente pubblico e privato per finanziare un’attività, senza doverlo restituire.

Tempo di lettura: 7 minuti

Giorgia Nardelli
Giorgia Nardelli

di

Giornalista esperta di diritti dei consumatori e finanza personale.

blank
exc-6343c346fade4e49b5bf2f07

I contributi a fondo perduto sono la prima scelta per chi, come i giovanissimi o gli startupper, ha difficoltà ad accedere al credito bancario o non vuole condividere la sua idea con soci/finanziatori privati. E, in effetti, il ventaglio di strumenti a disposizione è ampio, mentre nuove porte si apriranno con il Pnrr. Ma è davvero tutto così semplice? Noi di Rame abbiamo provato a fare il punto e a chiedere qualche consiglio a chi ci è già passato.

Dove trovo i finanziamenti a fondo perduto?

Alcune tra le misure per finanziare le nuove imprese, come quella sull’imprenditoria femminile, sono permanenti, altre sono soggette allo stanziamento di fondi da parte dello Stato, altre ancora sono misure “spot”. Per capire cosa c’è in questo momento ti basta arrivare alla pagina dedicata del sito di Invitalia: selezionato il tuo ambito di interesse non devi far altro che cliccare il link e leggere le istruzioni. Il sito Incentivi.gov.it, invece, è un motore di ricerca di incentivi messi a disposizione dal Ministero dello Sviluppo, e permette di filtrare i risultati partendo dai propri requisiti e dalle proprie necessità.

Non fermarti, però, alle misure statali. Ogni Regione ha una sua programmazione e misure proprie per lo sviluppo dell’imprenditoria locale: i bandi vengono pubblicati sui portali istituzionali, spesso nella sezione dedicata alle Attività produttive. Altre informazioni le puoi trovare sui siti delle Camere di Commercio o delle associazioni di categoria.

Devo investire anche soldi miei?

Sì, questa è la prima regola del neo imprenditore: «Per quanti incentivi tu possa trovare, devi avere denaro da anticipare e da spendere quando serve». Il consiglio è di Amelia Cuomo, imprenditrice, che con suo fratello Alfonso ha ridato vita al pastificio di famiglia (Pasta Cuomo), uno dei più antichi di Gragnano, inventandosi un modello di business che abbraccia diversi ambiti, e prevede un bistrot a km zero, la scuola di cucina, un B&B e un museo della pasta. Amelia è stata finalista nel 2021 al Premio GammaDonna per l’imprenditoria innovativa, ed è riuscita a realizzare la sua idea utilizzando diversi incentivi statali.

«Ho investito i risparmi accumulati in 20 anni di professione da consulente, mio fratello ha messo i suoi e abbiamo chiesto altre somme ai nostri genitori. La ragione è semplice: i finanziamenti non possono coprire tutte le spese. Inoltre, la maggior parte dei bandi prevede solo in parte stanziamenti a fondo perduto, il resto viene erogato sotto forma di prestito a tasso agevolato, che dovrà essere restituito in alcuni anni. Bisogna avere la liquidità per pagare rate semestrali anche piuttosto consistenti».

Che caratteristiche deve avere il progetto per essere finanziato?

«Non tutti i bandi lo richiedono, ma devi prima di tutto costruire un progetto di business solido e ben fatto», spiega Amelia Cuomo. «Significa appurare che il mercato è pronto per la tua idea e che il tuo business sarà economicamente sostenibile. Sembra scontato dirlo, perché è un passaggio determinante per il successo di una qualunque attività, eppure spesso si tende a concentrarsi sugli aspetti formali dei bandi, perdendo di vista la sostanza». Dopo esserti accertato che il mercato è pronto per la tua idea, e che questa sarà redditizia, il passo successivo è iniziare le ricerche per capire se ci sono bandi che fanno al caso tuo, e come arrivarci.

Per accedere a più strumenti, per esempio, Amelia e suo fratello hanno realizzato un modello di business in cui i diversi settori hanno un’autonomia societaria. Questo ha permesso loro di accedere a più finanziamenti contemporaneamente. «Abbiamo ragionato per piccoli passi, realizzando singole iniziative. Man mano che queste generavano utili, li usavamo per investire in un’altra attività, e per un’altra parte utilizzavamo i fondi dei diversi strumenti».

Quali spese sono coperte dal bando?

C’è un momento in cui dovrai metterti a studiare i singoli incentivi e i bandi, per capire quali requisiti servono per la domanda (qui, a proposito, è spiegato in breve come si legge un bando). Considera che i finanziamenti per le imprese si dividono tra quelli per le attività già costituite e quelli per le imprese che devono nascere. In entrambi i casi i soldi erogati devono servire a coprire spese ben documentate, per esempio gli arredi, le tecnologie, i software, ecc. «In questa fase dovrai prestare la massima attenzione agli aspetti formali: la documentazione richiesta dovrà essere in ordine e coerente, e non saranno ammesse mancanze. Per esempio, per farti ammettere a finanziamento qualunque spesa o costo dovrai allegare i preventivi dei fornitori, e inserire montagne di  informazioni», spiega l’esperta.

Basta un piccolo errore perché la richiesta venga rigettata, e in questo caso poco può fare la bontà dell’idea. «Se non hai esperienza in questo campo, devi affidarti a un esperto, a un consulente che sappia redigere una domanda “inattaccabile”, e che sappia  entrare nel merito del progetto, consigliandoti sul da farsi. Ricorda che una volta vinto il bando avrai comunque la responsabilità di portare avanti un’impresa, da solo, spesso con dei soldi da restituire». L’errore da non fare, spiega Amelia Cuomo,  è affidarsi a qualcuno solo perché siamo felici di avere trovato una persona che “asseconda” il nostro sogno. Affidati a chi sa fare i tuoi interessi , ti consiglia anche sugli aspetti da migliorare.

Quale forma societaria mi conviene avere?

Quando leggi il bando, vale la pena soffermarsi su alcuni punti chiave, che diventeranno poi determinanti per il successo della tua impresa.

«Uno di questi è la tipologia societaria richiesta. Se devi ancora partire, valuta bene questo aspetto, perché scegliere una forma societaria solo per avere accesso a un contributo pubblico può essere controproducente», consiglia Amelia Cuomo. «Per esempio, in un bando a cui ho partecipato era richiesto come requisito la formazione di una società di persone, ma costituire una società di questo tipo significa assumersi grandi responsabilità, perché in caso di insolvenza i soci rispondono con il proprio patrimonio personale, casa compresa. È una decisione che va presa ragionando a 360 gradi».

Ha senso avviare l’attività prima di avere la certezza del finanziamento?

Un altro aspetto di cui tenere conto sono le tempistiche. Per partecipare ad alcuni bandi è anche necessario avere già costituito la società, mentre in altri casi si può procedere dopo l’assegnazione del finanziamento. Il dilemma, in ogni caso, è se partire comunque con l’attività, in attesa che la domanda sia accettata, o attendere l’esito della richiesta.

Il consiglio, naturalmente, è di avere la certezza del finanziamento, ma se decidi di iniziare a comprare le attrezzature con soldi tuoi, occhio ai tempi. «A volte il finanziamento pubblico ti copre solo le spese che hai sostenuto dopo l’accettazione della domanda, e non dopo l’invio della richiesta. Sono piccoli particolari, che però rischiano di costarti caro. È una ragione in più per leggere con attenzione cosa chiede l’ente».

Quali sono i tempi di attesa?

Dopo aver inviato la domanda, ti viene assegnato un numero di protocollo, dopodiché dovrai attendere i tempi della valutazione. «Per i finanziamenti statali sono fissati 30-60 giorni», spiega Amelia Cuomo. «Ma in passato mi è toccato attendere anche due anni per una risposta. E questa cosa può rallentare molto i tuoi progetti. Purtroppo, quando si sceglie di utilizzare questi incentivi preziosissimi, bisogna mettere in conto che si avrà a che fare con una burocrazia spietata, e con tempi a volte biblici, spiega l’esperta.

Il consiglio? «Una volta che hai il tuo progetto e ti sembra credibile prova sempre a valutare se hai delle alternative, per esempio l’accesso al credito o la carta della rateizzazione dei pagamenti con i fornitori, i tempi sono più brevi, e questo ti agevolerà nella gestione dell’impresa».

Condividi