Caro Rame, nelle mie scelte finanziarie quanto peso devo dare all’impatto sui figli?

Il punto sta nel passare dal parlare di impatto sui figli al parlare di impatto sulla famiglia. Il cambiamento che questo comporta è grande.

Tempo di lettura: 3 minuti

Stefania Baita
Stefania Baita

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Life & career coach, esperta di gestione del tempo ed equilibrio vita-lavoro. Su Rame risponde alle vostre domande sui comportamenti legati alla gestione dei soldi.

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Foto di Juliane Liebermann

Se pensi che parlare di soldi sia complicato, prova a parlare di soldi e figli. Un abbinamento esplosivo!

Ok, ho una buona notizia e una cattiva notizia.

La buona notizia è che i figli possono essere la motivazione che ci spinge a fare meglio (o al passare dal non fare al fare), perché “lo facciamo per loro”, e questo può darci quel senso di urgenza di cui ho parlato recentemente. Questa è una buona cosa.

La cattiva notizia è che – qualunque cosa noi facciamo per i nostri figli – non c’ è garanzia che questo venga capito, o tantomeno apprezzato.

Quindi, battaglia persa in partenza?

Non proprio.

Non voglio trasformare questo articolo in un saggio sulla genitorialità – con due figli di 5 e 9 anni ho ancora molto da imparare! – ma la mia esperienza di coach mi ha portato a lavorare con genitori che hanno messo in discussione le loro scelte (di lavoro, di gestione del tempo…) per via dell’impatto che queste stavano avendo sulla loro famiglia.

Ecco, il punto sta tutto qui: passare dal parlare di impatto sui figli al parlare di impatto sulla famiglia. Il cambiamento che questo comporta è grande, se ci pensi.

In quanto genitori, noi siamo responsabili per la nostra famiglia. Questo vale per tutte le famiglie – con 2 genitori, genitori single, famiglie allargate…

I nostri figli sono parte della nostra famiglia, ma non sono sinonimo di famiglia.

Quando siamo preoccupati del fatto che le nostre scelte finanziarie possano influenzare il rapporto dei nostri figli con i soldi, ci stiamo preoccupando di un fatto inevitabile: succede la stessa cosa con il nostro rapporto con il cibo, con le nostre scelte riguardo il dove vivere, il se e come spendere soldi per cose “extra”. È inevitabile. I figli crescono all’interno di una famiglia, assorbono quello che vedono, durante l’adolescenza si allontanano, e a volte tornano sui loro passi in età adulta. L’abbiamo fatto anche noi, no?

I nostri figli hanno il diritto – e il dovere! – di trovare la loro strada quando sarà il loro momento. Faranno le loro scelte in base alla vita che avranno e ai loro obiettivi. Non fa niente se – guardando indietro – penseranno: “I miei genitori avrebbero dovuto comprare una casa invece che passare la vita in affitto”, o “Avrebbero dovuto investire in modo diverso”, o ancora:”‘Mio padre avrebbe dovuto cambiare lavoro invece che passare la vita alle dipendenze”. È loro diritto pensarlo, e se abbiamo più di un figlio, probabilmente ognuno di loro avrà un’opinione diversa su quello che avremmo dovuto o non dovuto fare!

Ecco, questo dovrebbe permetterci di far pace con il fatto che le nostre scelte influenzano i nostri figli. Ma influenzano solo il punto di partenza, non tutto il percorso! Da un certo momento in poi, le scelte saranno le loro e potranno allontanarsi quanto vogliono da quello che hanno visto e sperimentato nella loro famiglia di origine. Partiranno da dove li abbiamo lasciati, e sceglieranno dove andare. Perchè così è la vita.

Se accettiamo l’incarico di responsabilità che viene con l’essere genitori, e se facciamo la scelta migliore per la nostra famiglia nei vari momenti e nelle varie fasi della vita, avremo fatto la cosa giusta.

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