A proposito di figli e spese universitarie
La combinazione soldi + figli è un mix esplosivo! Ce ne siamo accorti dai vostri commenti all’articolo in cui rispondevamo ad Antonella se pagare o meno l’università al figlio.
Tempo di lettura: 3 minuti
di Stefania Baita
Life & career coach, esperta di gestione del tempo ed equilibrio vita-lavoro. Su Rame risponde alle vostre domande sui comportamenti legati alla gestione dei soldi.
Il mio intervento di questa settimana è un pò diverso dal solito: non rispondo alla domanda di uno di voi, ma prendo spunto da quello che è successo dopo la pubblicazione della mia risposta ad Antonella, mamma preoccupata del disaccordo con il marito riguardo la scelta di finanziare o meno l’università al figlio. In molti ci avete scritto – alcuni su Instagram, altri inviandoci un’email – e sono proprio i vostri feedback a darci l’occasione di riflettere insieme su 3 grandi temi.
La combinazione soldi + figli è un mix esplosivo!
Le scelte legate ai soldi che spendiamo per i nostri figli riflettono ciò in cui crediamo come genitori: spendere o meno i nostri soldi per dare ai figli una determinata cosa è uno dei modi in cui trasmettiamo loro i i nostri valori. È normale che ci sia disaccordo tra i genitori su determinate scelte, e se consideriamo che gli anni dell’università sono gli anni del distacco del figlio dalla famiglia (più o meno graduale), è facile capire perchè tutto quello che li riguarda è così carico di implicazioni ed emozioni!
E se allarghiamo il cerchio al di fuori dei genitori, le occasioni di disaccordo aumentano in modo esponenziale – e anche questo è normale: il punto di partenza delle nostre opinioni sono le nostre conoscenze, le nostre esperienze e i nostri obiettivi – e questa combinazione è diversa per ognuno di noi.
Le soluzioni che non fanno parte della nostra cultura non sono accettabili.
I figli che aprono un mutuo per andare all’università è un po’ un’ “americanata”, da noi non si fa. È vero. Ma questo vuol forse dire che è sbagliato parlarne?
La situazione che Antonella ha portato alla nostra attenzione è quella di 2 genitori che parlano dell’aspetto finanziario dell’università del figlio – perchè non possono prendere in considerazione anche soluzioni poco comuni? Questo non vuol dire che quella sarà la scelta finale (probabilmente difficile da implementare proprio perché ancora non disponibile, o non permessa), ma il fatto che uno dei genitori la proponga mostra chiaramente che vede in essa un modo per esprimere ciò in cui crede – e l’esercizio che ho suggerito ad Antonella ha proprio l’obiettivo di capire che cosa rende quella scelta la preferita del marito, che cosa vuole ottenere, quali sono i suoi valori (per esempio, responsabilizzare il figlio).
Come si fa negli esercizi di brainstorming, mettere sul tavolo molte opzioni serve per arrivare alla soluzione migliore – e avere un filtro in entrata non aiuta.
Non siamo abituati a essere in aperta conversazione sul tema dei soldi.
Forse non ce ne rendiamo conto, ma in modo inconscio siamo abituati a pensare alle scelte come al risultato di un percorso logico, razionale e lineare. Ma così non è! Se lo fosse, non sarebbe così complicato: basterebbe fare tutti i passaggi in ordine… et voilà! E invece no – entrano in gioco le emozioni, la necessità del dover prendere spesso decisioni condivise, quanto ci sentiamo a nostro agio nell’esprimere le nostre opinioni, il disagio generato dal disaccordo… È per questo che è importante imparare a stare in una conversazione aperta sul tema dei soldi, imparare a riconoscere e gestire le proprie emozioni lungo tutto l’arco di tempo necessario per arrivare alla scelta.
Fare quello che ha fatto Antonella – chiedere aiuto e consigli lungo il percorso – è molto utile, e vi invitiamo a fare la stessa cosa. Noi di Rame siamo qui, pronti a supportarvi in ogni fase del percorso.