Claudia, che ha tutto, ma invidia tutti
Impara l’inglese per saperlo meglio della sua storica amica/rivale, sceglie i ragazzi con cui avere una relazione tra quelli più ambiti della scuola, sceglie i vestiti con cura per essere quella più ammirata. L’invidia è l’emozione che più percepisce e la motivazione che le fa scegliere un determinato corso di studi, una città in cui vivere e un lavoro in cui fare carriera.
Tempo di lettura: 5 minuti
di Elena Carbone
Psicologa e psicoterapeuta esperta in traumi. Con l’account Instagram La psicologa volante fa divulgazione sul rapporto tra psiche e soldi.
Claudia inizia la sua psicoterapia perché convinta di non riuscire a dimenticare il suo ex.
Claudia è calabrese, ha studiato a Roma e si è trasferita a Milano da 3 anni dove lavora in un’azienda del lusso. Fin dalle prime sedute emerge quanto si senta sola e vuota: con il fidanzato viveva una vita ricca e piena, circondata da amici e da cose interessanti da fare. Da quando è single si è accorta di non avere degli amici che le possano stare accanto, di non avere dei propri interessi e di non essere soddisfatta della sua vita.
«L’ultima vacanza fatta con il mio ex fidanzato l’abbiamo trascorsa alle Maldive, pensavo sarebbe stata una vacanza da sogno: finalmente anch’io avrei fatto una vacanza così! Era effettivamente tutto perfetto: la suite era fantastica, il cibo ottimo, tutto era al posto giusto, ma io ho iniziato a essere nervosa, rispondevo male, non volevo che mi toccasse… sono stata molto male in quella vacanza e ho fatto stare male lui. Al ritorno abbiamo deciso di lasciarci».
La bambolina di casa
Claudia è nata e vissuta in un paese di provincia, il padre commercialista e la mamma casalinga, un fratello molto più grande di lei, cresciuti entrambi come figli unici. I genitori sono già grandi e non si aspettano di poter avere un altro figlio. Claudia viene coccolata, viziata, iperprotetta, bionda e con gli occhi azzurri è la bambolina di casa e impara presto a ottenere tutto ciò che vuole sbattendo le lunghe ciglia arcuate. Brava a scuola e ammirata da tutti, si sente sempre in competizione per qualcosa.
Impara l’inglese per saperlo meglio della sua storica amica/rivale, sceglie i ragazzi con cui avere una relazione tra quelli più ambiti della scuola, sceglie i vestiti con cura per essere quella più ammirata.
L’invidia è l’emozione che più percepisce e la motivazione che le fa scegliere un determinato corso di studi, una città in cui vivere e un lavoro in cui fare carriera.
Eppure, benché abbia sempre ottenuto tutto ciò che fosse desiderabile, si sentiva vuota, priva di qualcosa che non sapeva definire, scollata da sé e mancante di qualcosa di insostituibile. E questa sensazione la porta a chiudere con il suo fidanzato.
La fatica di guardarsi dentro
È difficile per Claudia accettare che ci sia qualcosa da guardare in modo più approfondito, è difficile prendere atto che il dolore per la separazione dal suo ex non sia altro che la punta di un iceberg e che sotto ci siano tanti elementi che aspettano di essere visti e riconosciuti per venire a galla e non fare più paura. Procedo piano, ogni passo falso potrebbe portarla a non fidarsi più e a rimettere in discussione tutto il percorso. D’altronde dietro alla sua sicurezza ostentata, è palpabile il senso di inferiorità, di fragilità e di inadeguatezza, che non può rendere visibili, pena il crollo di tutta la facciata che ha costruito. Il suo dolore è grande, immenso… così pericoloso che non si concede mai di guardarlo e io procedo cauta nel rispetto di questa sofferenza.
Alla radice dell’invidia
Il nostro lavoro parte dall’emozione dell’ invidia che lei prova quotidianamente, ma che non vorrebbe sperimentare. Non la capisce: si sente una privilegiata, eppure c’è sempre qualcosa che vorrebbe che gli altri hanno. L’invidia ha radici nell’impotenza: lei, a cui hanno sempre dato tutto e che ha sempre avuto tutto, si sente manchevole di qualcosa, scorge nel suo profondo di non essere mai riuscita ad afferrare l’indispensabile e di aver inghiottito tutto ciò che poteva rimanendo comunque a mani vuote.
L’invidia ha due elementi in sé: l’ammissione di essere inferiori e il tentativo di danneggiare l’altro per ripristinare l’equilibrio. Claudia si sente dunque “non abbastanza” e le origini di questa sensazione di inadeguatezza la ritroviamo proprio nell’iperprotettività della sua famiglia. È stata sì una bambina molto amata, seguita, accudita, ma non le è mai stato permesso di fare da sola, di diventare indipendente, di provare, di sbagliare e di trovare un modo tutto suo per farcela.
In realtà, le è stato dato tutto ciò che pensavano andasse bene per lei, senza mai guardarla veramente, senza mai vederla nella sua completezza, senza mai scorgere i suoi veri bisogni, le sue inclinazioni, i suoi desideri. Come se fosse prigioniera in una trappola di cristallo, è cresciuta guardando gli altri da fuori e bramando tutto ciò che avevano. Certo, sbagliava target: si concentrava sugli oggetti, sullo stile di vita e rimaneva sempre a bocca asciutta poiché il bene conquistato non aveva certo il sapore che immaginava.
La scoperta di ciò che veramente desidera
In psicoterapia invece abbiamo capito cos’è che veramente brama degli altri e negli altri: la libertà. La libertà di poter essere ciò che è, di spogliarsi di tutte le aspettative altrui e capire chi è lei e cosa faccia al caso suo. Essere trattata come una bambolina, non le ha consentito di essere vista in tutto il suo valore e di introiettare una visione realistica di sé con i suoi punti di forza e di debolezza né le ha consentito una visione completa e reale degli altri che sono stati invece idealizzati.
Il percorso di psicoterapia le ha permesso di uscire dal bozzolo di impotenza e solitudine, le ha insegnato ad apprezzare il mondo e gli altri, a far parte della bellezza del mondo, a gioirne, a parteciparvi, a contribuire a crearla amando, donando, apprezzando.