Cosa posso fare con l’oro in cassaforte?
Monete d’oro, catenine e fedine, gioielli di famiglia, ricordi di ricorrenze e in qualche caso persino lingotti. In molte famiglie italiane c’è un piccolo tesoro di monili, comprati anni prima per investimento o per dare ai propri cari “un oggetto che resta”. Ma quanto valgono gli ori che accumuliamo in cassaforte, al di là del valore affettivo? E cosa farne, se non li usiamo? Abbiamo provato a capirci di più con l’aiuto di Ginevra Zucconi, consulente finanziaria e divulgatrice – su Instagram @lafinanzadonna.
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di Giorgia Nardelli
Giornalista esperta di diritti dei consumatori e finanza personale.
Quanto vale l’oro oggi?
L’oro era e resta un metallo prezioso. Perché è una risorsa limitata e ha un valore intrinseco che difficilmente potrebbe azzerarsi, ci spiega Ginevra Zucconi: «Le sue quotazioni hanno una bassa correlazione con gli altri tipi di investimento. Anche se la Borsa va giù, l’oro può salire, è successo spesso nei momenti di crisi. Anche se, per ipotesi, un domani la moneta non dovesse più valere nulla, l’oro conserverebbe valore. Per queste ragioni è sempre stato considerato anche un qualcosa da donare, un bene che “resta”». Ora, poi, le quotazioni del metallo sono ai massimi storici. «Il 10 aprile un’oncia – cioè 21 grammi -, valeva 2.379 dollari, un picco che ha superato anche i record del 2008. «A influire sono diversi fattori, soprattutto di natura geopolitica. Le banche centrali di tutto il mondo, specie quella cinese, stanno accumulando oro, inoltre, l’instabilità politica generata dalle tensioni in Medio Oriente e dalla guerra in Ucraina, spingono agli acquisti del metallo prezioso, considerato da sempre un “bene rifugio”. E ancora: negli Usa stanno calando i tassi di interesse, e poiché quando questo succede, i titoli di Stato diventano un investimento meno allettante, perché meno redditizio, il mercato “si butta” sull’oro e sui metalli preziosi», continua l’esperta.
L’oro di casa: conviene venderlo oppure no?
Con le quotazioni ai massimi potrebbe essere il momento giusto per vendere ori e le monete che non ci servono. Ma è sempre un affare? «Se decidiamo di tenere l’oro perché non abbiamo bisogno di vendere, non rischiamo una svalutazione eccessiva», continua Zucconi. «Ma attenzione: se l’idea è quella di “monetizzare”, va anche chiarito quale guadagno possiamo aspettarci. Un conto è avere alcuni oggetti, magari bracciali e catenine, un conto è avere una cassaforte piena di ori, che potrebbe valere una fortuna. In questo caso consiglierei di venderne una parte, e con il ricavato investire in altri prodotti finanziari, nell’ottica di una maggiore diversificazione. Inoltre, avere tanto oro in casa ha una controindicazione non da poco, perché a meno di non possedere una cassaforte a prova di scasso o aprire una cassetta di sicurezza in banca, i metalli preziosi sono a rischio furto. Inoltre, non tutto l’oro ha lo stesso valore. «L’oro dei nostri gioielli è nella stragrande maggioranza dei casi oro 18 carati, quello dei lingotti e delle monete è invece purissimo, 24 carati. Le quotazioni sono differenti, ed è bene informarsi. Inoltre, a volte i monili sono in lega con altri metalli, quindi sempre bene far fare una valutazione a un professionista fidato, per evitare delusioni», suggerisce Zucconi.
Dove vendere oro e cosa fare
Se si decide di vendere i propri averi, meglio seguire alcuni passaggi. «I metalli preziosi possono essere venduti presso i Compro Oro o in alcune gioiellerie, ma ciascuno offrirà un prezzo diverso. Prima di avventurarsi, è consigliabile quindi controllare le quotazioni ufficiali dell’oro usato, in base alla caratura, e poi confrontarle con quelle offerte. Non è poi detto che convenga vendere il metallo al peso, o almeno non sempre. Se i gioielli che si possiedono sono di buona fattura o sono firmati, hanno un valore che va ben oltre il peso del metallo. Si potrebbe spuntare un prezzo migliore vendendo l’oggetto per intero a una gioielleria che compra monili usati. Se invece si sceglie l’altra strada, conviene anche far valutare le pietre da un gemmologo».
Investire in oro
Se l’idea è invece quella di comprare il metallo, come investimento? «Va detto che l’oro è un bene su cui è difficile fare previsoni» avverte Zucconi. «Un tempo era considerato un bene rifugio, perché nel tempo si è osservato che le sue quotazioni tendono a salire quando tutto il resto scende, e scendono quando tutto il resto sale. È accaduto durante la pandemia, ma non è sempre così, e questa “tendenza” non va assunta come regola. La dinamica che porta alla formazione del prezzo dell’oro è complessa, e come abbiamo visto è influenzata da molti fattori. In questo momento, per esempio, le quotazioni continuano a essere altissime, per i motivi che abbiamo spiegato sopra, e ciò anche se il mercato azionario gode di ottima salute. Se però lo si vuole acquistare, va fatto in un’ottica di diversificazione, all’interno di un portafoglio che contiene diversi prodotti, dove gli investimenti in metalli preziosi costituiscono al massimo il 5-10% del totale» dice Zucconi.
Lingotti, monete o prodotti finanziari?
Ogni scelta ha i suoi pro e contro. «I lingotti d’oro purissimo hanno il vantaggio di non essere gravati di Iva, ma comprarli non è pratico e averli comporta un rischio di furto», spiega l’esperta. «Le monete hanno tagli più piccoli, restano una buona opzione per i piccoli risparmiatori, ma sono certamente più pratici i prodotti finanziari come gli Etf, che possono replicare panieri di metalli preziosi e gli Etc (Exchange traded commodities), una tipologia di prodotti che replica l’andamento di singole materie prime. Gli Etf su metalli preziosi ed Etc specifici sull’oro sono comunque una tipologia di investimento da valutare con attenzione, non solo perché tante dinamiche muovono il prezzo, ma anche perché sono valutati in dollari: chi compra Etc in oro sta investendo anche in dollari, e la variazione del tasso di cambio influenza l’andamento complessivo dell’investimento. È insomma una scelta da fare con l’aiuto di un esperto».