Giacomo, che doveva risparmiare su tutto

Giacomo ha 42 anni e lavora in banca. Quando ha 7 anni la perdita di suo fratello in un incidente distrugge la sua famiglia. Viene lasciato solo e costretto a vivere in una famiglia in cui non c’è più vita. Crescendo impara a sopravvivere trovando nel risparmio l’unica via di uscita.

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Elena Carbone
Elena Carbone

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Psicologa e psicoterapeuta esperta in traumi. Con l’account Instagram La psicologa volante fa divulgazione sul rapporto tra psiche e soldi.

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Foto di Bruce Mars

Fabiana non si ricorda l’ultima volta che ha potuto decidere liberamente cosa acquistare per la spesa settimanale:

«Non ce la faccio più: io e i ragazzi siamo terrorizzati dalle spese, perché sappiamo che se dovesse servirci qualcosa dovremo fare i conti con lui. Se, inoltre, arriva una spesa improvvisa, sappiamo che la serata sarà rovinata, lui inizia a chiudersi in sé stesso e inizia a dire che non possiamo continuare così…spaventa i ragazzi. Sinceramente abbiamo due buoni stipendi, i ragazzi non pretendono molto, non c’è motivo per essere continuamente preoccupati di finire sotto ad un ponte».

L’uomo di casa alle prese coi traumi del passato

Quel “lui” di cui Fabiana sta parlando è Giacomo, 42 anni, lavora in banca ed è venuto nel mio studio per la prima seduta di terapia di coppia. Giacomo si difende dicendo che è lui a gestire le finanze e che, grazie alla sua propensione al risparmio, sono riusciti a permettersi di acquistare un altro appartamento a Milano che è stato dato in affitto. Scopro, però, che i soldi di quest’affitto non sono liquidità di cui beneficia l’intera famiglia, ma il ricavo viene reinvestito, lasciando i figli e la moglie sempre in una condizione di necessità. Dopo poche sedute di assessment decido di prendere in carico solo Giacomo: si sono presentati per un problema di coppia, ma emerge la necessità di fare prima un lavoro individuale con il marito. Giacomo accetta perché si sente molto stanco, si rende conto della sua rigidità, ma non riesce a cambiare atteggiamento nei confronti della sua famiglia.

A ogni incontro conosco un pezzo diverso di Giacomo: si presenta sempre con la camicia abbottonata fino all’ultimo bottone, non allenta mai la cravatta, si siede sempre sulla punta della sedia e arriva con un elenco di cose di cui parlarmi. All’inizio non accetta di approfondire, vuole solo comunicarmi delle informazioni che “potrebbero essermi utili”, io aspetto pazientemente che si fidi, so che succederà, ha solo bisogno di capire se può farlo, se può mostrarsi vulnerabile, se sarò pronta a sostenerlo quando andrà in pezzi, cosa che non succederà, ma che lui teme fortemente. In seguito inizia a parlarmi dei suoi figli e di quanto il secondogenito somigli a suo fratello Mario.

«Che strano, mi è sfuggito avesse un fratello…»

«Non gliel’ho detto di proposito, è morto tanti anni fa e non mi piace parlarne e non credo proprio che c’entri qualcosa con il mio presente».

Però, Giacomo continua a parlarne e racconta di un incidente accaduto quando lui aveva 7 anni e Mario 9 e di come la tragedia, in cui è morto il suo fratellone, abbia distrutto la sua famiglia. Mi racconta di come sia stato lasciato da solo, costretto a vivere in una famiglia in cui non c’era più vita e di come riuscisse a rianimare i genitori solo tramite i suoi successi.

Trovare riscatto nel denaro

Giacomo cresce e impara a sopravvivere trovando nel risparmio il suo ossigeno. Inizia a lavorare da adolescente in un ristorante e scopre che guadagnare lo fa emozionare. Non ha desideri, non sa come spendere quei sudati soldi, ma sa che, tenere in mano quelle banconote è l’emozione più bella che abbia mai provato. Diventa direttore di sala e contemporaneamente studia all’università, i suoi risparmi aumentano e il suo guilty pleasure è controllare il saldo che cresce.

Il controllo che riesce ad esercitare sui soldi e l’emozione di potere che ne deriva lo portano a diventare sempre più oculato nelle spese, adotta stratagemmi per risparmiare e pensa che le uscite con gli amici siano meno soddisfacenti che il denaro che può risparmiare non uscendo.

La relazione con Fabiana riesce ad ammorbidirlo un po’, fanno dei viaggetti ed è contento di fare dei regali alla moglie, ma la nascita dei figli lo fa andare in crisi. Le spese per i figli diventano quasi incontrollabili per lui e decide di fare un secondo lavoro, ma neanche questa entrata aggiuntiva lo tranquillizza. Giacomo ha imparato da piccolo a non rivolgersi ai suoi genitori per essere consolato e a esercitare da solo una regolazione emotiva: non poteva avere desideri o bisogni perché sarebbero rimasti inascoltati. Da adulto non si arrabbia, non esprime sentimenti di frustrazione, ma neanche di divertimento o soddisfazione, al contrario cerca di tenere a bada i propri sentimenti da solo ed il controllo sui soldi è un modo per reprimere le sue emozioni, tranquillizzarsi da sé. Ha imparato che è meglio fare da sé piuttosto che esprimerle e non ottenere qualcuno che si curi di lui.

La cura: imparare ad avere desideri

Il nostro lavoro si è concentrato sulla profonda ferita della trascuratezza. Giacomo ha sperimentato sentimenti che non aveva potuto provare, verbalizzare ed elaborare. La perdita di Mario aveva colpito tutta la sua famiglia, ma nessuno si era occupato di quel bambino che improvvisamente aveva perso tutti. Giacomo è riuscito a non identificarsi solo con il dolore dei genitori, ma a vedere anche il suo di dolore, di bambino trascurato ed in lutto per il fratello. Imparando a lasciarsi andare, non ha avuto più bisogno di controllare ogni spesa effettuata dalla sua famiglia ed ha potuto concedersi di desiderare qualcosa, di spendere per averlo e di esserne soddisfatto. Dopo un lutto non è raro che si rimanga incastrati nel senso di colpa di essere sopravvissuti e che ci si privi dei piaceri per non fare un torto alla persona amata che non c’è più. Giacomo inoltre non aveva mai respirato la vita nella sua famiglia, al contrario aveva imparato a diventare invisibile. Avere quindi dei desideri, gioire dei piaceri senza la preoccupazione costante di un’imminente perdita è stato un successo per lui e per tutta la sua famiglia.

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