Come detrarre le spese scolastiche dei figli

Le spese di istruzione per i figli si possono portare in detrazione al 19%, su un importo massimo di 800 euro per figlio. Significa che possiamo detrarre dalle imposte fino a un massimo di 152 euro per figlio ogni anno, da ripartire tra i genitori.

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Foto di Juliane Liebermann

Chi può detrarre le spese scolastiche dei figli?

L’agevolazione non vale però per tutti, intanto perché, a partire dal 2020 è stato inserito un tetto al reddito. Dai 120.000 euro di reddito la detrazione diminuisce, fino ad azzerarsi per chi raggiunge i 240.000 euro.
Anche chi ha una partita Iva ed è nel regime forfetario è escluso dal beneficio, non può cioè recuperare alcuna spesa in detrazione. In entrambi i casi, il problema può essere superato se a sostenere la spesa è l’altro genitore.

Chi detrae può essere diverso da chi paga?

Ciò che rileva è l’intestazione del documento di spesa, anche se il pagamento viene effettuato da un conto corrente in comune.
Nel caso in cui il documento di spesa sia intestato al figlio, la detrazione può essere suddivisa al 50%. In alternativa può essere attribuita unicamente a uno dei genitori, purché venga annotato sul documento.

Come ormai abbiamo imparato, per poter portare in detrazione una spesa è necessario pagarla con strumenti tracciabili. La ricevuta dell’istituto non è più sufficiente, è richieso un bonifico o un pagamento via bancomat o carta prepagata, e bisogna conservare il documento giustificativo.

Cosa si intende per spese scolastiche?

Ora veniamo alla tipologia di spese che si possono detrarre.
Rientrano la retta della scuola dell’infanzia, delle primarie e delle secondarie di primo e secondo grado, sia paritarie private sia pubbliche, la mensa scolastica, la gita scolastica, i servizi scolastici integrativi come l’assistenza al pasto o il pre e post scuola, l’assicurazione e ogni altro contributo scolastico deliberato dall’istituto. Anche i costi del servizio di trasporto scolastico sono inclusi, anche se comunali.

Per tutte queste spese c’è un tetto annuale di 800 euro (le spese per lo sport e quelle per il trasporto pubblico hanno tetti a parte), mentre per le universitarie il discorso cambia.

Quali spese universitarie si possono detrarre?

Ogni anno è possibile “scaricare” il 19% per tasse di immatricolazione e frequenza dei corsi di laurea, di perfezionamento e di specializzazione, anche la spesa del test di ingresso rientra. Se il costo riguarda un’università pubblica non c’è un tetto massimo di spesa, è invece stato fissato un limite per chi frequenta atenei privati, che varia a seconda dell’area geografica e dell’ambito di studi. Si parte da un massimo di 3.700 euro per l’area medica al Nord, a un minimo di 1.500 per l’area umanistico-sociale al Sud e nelle isole.

Come inserire le spese nel 730 precompilato?

Chi presenta la dichiarazione dei redditi precompilata e accetta i dati già inseriti, può fare a meno di conservare ricevute e documenti, se invece modifica anche una sola voce, dovrà custodirli tutti per anni.

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