Perché aprire un fondo pensione in azienda conviene

Si sente spesso dire che il fondo pensione aziendale è molto conveniente, ma il perché non è sempre chiaro. Approfondiamo alcuni aspetti.

Tempo di lettura: 3 minuti

Elisa Lupo
Elisa Lupo

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Consulente del lavoro da più di 15 anni, ideatrice, autrice e voce di Previdenti, il primo podcast che spiega in modo facilmente fruibile il mondo della pensione.

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Foto di Memento Media

Di fondi pensione abbiamo parlato spesso in questa rubrica: sono forme di previdenza complementare privata che servono a fornire una pensione integrativa a quella pubblica. Vale però la pena approfondire alcuni aspetti. Per esempio, si sente spesso dire che aderire a un fondo pensione aziendale è molto conveniente, ma il perché non è sempre chiaro.
Nel nostro Paese esistono 3 tipologie di fondi pensione: fondi chiusi o negoziali, fondi aperti e piani individuali pensionistici (i cosiddetti Pip). I fondi chiusi sono accessibili ai soli lavoratori dipendenti, e solo a quelli del comparto a cui si riferiscono: in pratica, ogni contratto collettivo nazionale individua il suo fondo pensione e possono parteciparvi solo i lavoratori a cui si applica quel contratto.

Il vantaggio per chi aderisce ai fondi chiusi

Come funzionano i fondi chiusi? Il lavoratore non versa direttamente le quote nel fondo ma vi finisce il suo Tfr, man mano che matura. Il dipendente può anche decidere di aggiungervi un contributo individuale, che verrà prelevato dalla sua busta paga. Si parte da una quota “minima” che in genere viene stabilita negli accordi aziendali, e che può essere ritoccata all’insù.

In questo caso, il datore di lavoro è obbligato a contribuire con una percentuale definita (anch’essa stabilita da contratto), ed è proprio questo il vantaggio: il dipendente “guadagna” un pezzetto di contribuzione in più che se non avesse aderito non avrebbe percepito.

Facciamo due conti

Premesso che ogni situazione individuale è diversa dall’altra, e che quindi non c’è una ricetta che vada bene per tutti, ma i principali studi indicano che per costruire una buona pensione, occorra versare circa il 10% del proprio reddito annuo. Considerato che il Tfr è pari al 6,91% della retribuzione percepita aggiungendo le contribuzioni si arriva ben presto alla soglia del 10%. Se un lavoratore dovesse versare di tasca propria il 10% dei suoi guadagni, il versamento non sarebbe altrettanto indolore.

Un altro beneficio

Solitamente i fondi pensione chiusi hanno costi di gestione inferiori rispetto alle altre tipologie di fondi, e questo è un vantaggio, perché il capitale accantonato al momento della pensione sarà maggiore. Inoltre, nel caso in cui si dovesse cambiare lavoro e contratto collettivo applicati, i contributi accantonati si potrebbero spostare gratuitamente i da un fondo di categoria all’altro, senza nessuna penalizzazione.

Glossario

Fondo comune d’investimento

Il Fondo comune d’investimento nasce quando una Società di gestione del risparmio amministra i capitali di più risparmiatori come se fossero un’unica somma, investendola in diversi prodotti finanziari (azioni, obbligazioni, titoli di stato, ma anche immobili). Ogni fondo ha il suo paniere di prodotti. I piccoli risparmiatori che aderiscono a un fondo affidano in sostanza i propri risparmi a professionisti che li investono in titoli diversi: così facendo, la diversificazione riduce il rischio di perdite. Esistono molti tipi di fondi, ma una prima categorizzazione può essere fatta sulla base della tipologia titoli che compongono il paniere e che influiscono sulla loro rischiosità. Esistono infatti i fondi azionari, che investono prevalentemente in azioni, e hanno un alto grado di rischio; gli obbligazionari, concentrati su titoli di stato e obbligazioni, e sono a minore rischiosità; i bilanciati, in cui le due componenti si bilanciano, e a seconda della prevalenza dell’una o dell’altra, sono più o meno rischiosi; infine i monetari, che investono in strumenti del mercato monetario a breve termine.
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