Prestiti: cosa fare se hai troppe rate
Può capitare di finire intrappolati tra le scadenze dei prestiti o dai debiti. A volte per troppa leggerezza, altre per cattiva gestione. Con un esperto di debito proviamo a capire come evitare di finire “travolti” dalle rate, come prevenire situazioni spiacevoli e come salvarsi dai debiti quando i buoi sono già scappati dalla stalla.
Tempo di lettura: 8 minuti
di Giorgia Nardelli
Giornalista esperta di diritti dei consumatori e finanza personale.
- Come capisco se sono sovraindebitato
- Il punto di non ritorno
- Come liberarsi dei debiti di troppo
- L'errore da non fare
- L’Erario ha la precedenza
- Ricontrattare un prestito
- Una rata in cambio di 5: quando conviene il prestito di consolidamente
- Se la situazione sta precipitando: come salvarsi dai debiti con il saldo e stralcio
- La strategia. trattare sui vecchi, pagare i nuovi
- Se la situazione è precipitata
Secondo le stime, in Italia sono sette milioni le famiglie in condizione di sovraindebitamento. Altri dati ci dicono anche che nel 2023 le famiglie in ritardo nel pagamento di almeno una rata di un mutuo a tasso variabile sono state 127.000, l’8,1% di quelle con un debito di questo tipo. Capita insomma molto spesso di finire intrappolati tra le scadenze dei prestiti o dai debiti. A volte per troppa leggerezza, altre per cattiva gestione. Con un esperto di debito proviamo a capire come evitare di finire “travolti” dalle rate, e quali vie di uscita ci sono.
Come capisco se sono sovraindebitato
Ci sono diversi parametri che gli esperti utilizzano per individuare le situazioni di sovraindebitamento. Il primo ha a che fare con la mole di denaro da restituire mensilmente, ed è uno degli elementi su cui si basano anche le banche e le società finanziarie per decidere se concedere i finanziamenti: se le uscite dovute ai prestiti sono sopra il 30% siamo già sopra la soglia di allarme. Un altro parametro ha a che fare con la puntualità dei pagamenti, avere un arretrato di più di due rate è già un indice di difficoltà. E questo vale anche per il pagamento delle utenze. Infine, c’è il tema delle linee di credito: non dovrebbero essere pari o superiori a quattro.
Il punto di non ritorno
«Se quando arriva una rata qualunque mi sento in difficoltà e devo rimandare un pagamento anche di poco, allora questo deve essere già un primo campanello d’allarme, bisogna correre ai ripari. Anche il fatto di non avere un fondo di emergenza per rispondere a una spesa fuori programma, come il frigo nuovo o una spesa medica, ci dice che dobbiamo cambiare qualcosa nella gestione del bilancio familiare, specie se abbiamo contratto qualche prestito di troppo», spiega Osvaldo Ciriello, consulente del debito dello sportello Riparto di Napoli. Riparto è un progetto finanziato dal ministero del Lavoro e del Welfare, e realizzato da alcune associazioni, tra cui il Movimento consumatori, che offre una rete di sportelli sul territorio nazionale, e offre informazioni e consulenza gratuita per la gestione e la soluzione delle situazioni di sovraindebitamento: «Purtroppo la maggior parte delle persone che si rivolgono a noi sono già in una situazione già molto complicata. Arrivano quando hanno già ricevuto un decreto ingiuntivo o il pignoramento dello stipendio e della pensione» .
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Come liberarsi dei debiti di troppo
Nel momento in cui sorgono le prime difficoltà, spiega l’esperto, l’ideale sarebbe seguire un iter ben preciso: mappatura dei debiti, analisi patrimoniale e reddituale, ed eventuali strategie per ricomporre la propria situazione. Si comincia dunque con la mappatura, e cioè la conta di quanto esce al mese, e, soprattutto, di quanto resta da pagare, qual è cioè il debito residuo. In questa fase, vanno anche analizzate le ragioni che ci hanno portato a contrarre quei debiti, aggiunge Civiello. Una cosa è chiedere prestiti per emergenze improvvise che non si è riusciti a coprire, altro è se si è in difficoltà perché si sono moltiplicate le spese voluttuarie con troppa leggerezza.
Si passa poi all’analisi di quanto entra e del proprio patrimonio, per poi passare al monitoraggio delle entrate e delle altre uscite. «Quello che diciamo prima di tutto a chi viene da noi, è di tornare al controllo del bilancio familiare, capire quanto si riesce a risparmiare, e quanto tempo serve per chiudere almeno alcune posizioni debitorie. La domanda farsi è: cosa posso tagliare? E poi calcolare in che modo ridurre la propria esposizione», dice Ciriello. Anche la vendita di un bene va presa in considerazione, se necessario. Cedere il telefono costato 1.000 euro per saldare le rate mancanti, o vendere un qualunque altro bene, per estinguere anticipatamente un prestito aiuta a liberarsi di un peso, magari piccolo, che però alleggerisce il bilancio finale.
L’errore da non fare
«Quello che, purtroppo, tanti tendono a fare alle prime difficoltà, è di chiudere gli occhi, tralasciare quella rata o quel debito che si ha difficoltà a onorare. Ma è l’errore peggiore che si possa fare», dice Ciriello. «Dopo poche rate si viene iscritti alla Centrale di rischi e bollati come “cattivi pagatori”, marchio che pregiudica la possibilità di accedere in futuro ad altri finanziamenti. Va poi considerato che non è così semplice sfuggire ai creditori. Le grandi società spesso cedono propri crediti a grandi studi legali o società specializzate, realtà molto strutturate che hanno un accesso facilitato alle banche dati per capire quali entrate possono essere aggredite. In poco tempo ci si può ritrovare con lo stipendio pignorato».
L’Erario ha la precedenza
Un capitolo a parte, a questo proposito, merita il Fisco. Se la prima regola per chi è in difficoltà è non mettere la polvere sotto al tappeto, ma affrontare la situazione debitoria, quando di mezzo c’è l’Erario questo vale due volte. Occhio a “dimenticare” debiti con lo Stato o con gli enti pubblici, avvisi di pagamento, scadenze di pagamenti già rateizzate; avverte l’esperto: «Se c’è un problema meglio cercare subito la rateizzazione, o fare subito opposizione, se si ritiene che ci siano i termini. L’Erario ha strumenti di riscossione sempre più invasivi e molto efficaci. Sulla riscossione dei debiti erariali vige una legislazione speciale, per cui la Pubblica amministrazione riscuote i propri crediti in modo semplificato, ha la possibilità di accedere alle banche dati anagrafiche e di recuperare il credito in modo molto più veloce rispetto ai privati, può ricorrere in poco tempo al pignoramento del conto corrente, dello stipendio o della pensione, o al fermo dei veicoli, solo per citare alcune possibilità».
Ricontrattare un prestito
Una strada percorribile, nel caso di prestiti contratti da privati, è quella di “rivedere” le rate, cercando di contrattare con l’ente erogatore. Di solito questa procedura viene consigliata per i mutui casa, ma vale anche per i finanziamenti in generale: consiste nel contattare la società che ha erogato il prestito e chiedere per esempio un allungamento della durata, così da abbassare l’importo delle rate. L’operazione non sarà a costo zero, perché allungare il termine avrà ripercussioni sul tasso di interesse e potrebbero esserci spese accessorie, ma va comunque valutata mettendo sul piatto della bilancia il rapporto costo beneficio.
Una rata in cambio di 5: quando conviene il prestito di consolidamente
In alcuni casi, per uscire dall’empasse può essere utile ricorrere a un ulteriore prestito, e utilizzare la liquidità per chiudere tutte le altre pendenze, racchiudendo tutto in una rata. L’obiettivo è ottenere una rata più bassa e dunque sostenibile, con un prestito più lungo. Lo strumento si chiama prestito di consolidamento, e sono le stesse società finanziarie a occuparsi di tutta la pratica. «Ovviamente questo passaggio va fatto dopo la mappatura della propria situazione, ed è possibile solo se non ci si è compromessi saltando le rate dei precedenti creditori», premette Ciriello. «A chi ce lo chiede, consigliamo però sempre di valutare la convenienza di questo ulteriore prestito, il costo da pagare, in termini di maggiori interessi. Fino al 2019, quando il costo del denaro era praticamente nullo e i tassi dei finanziamenti generalmente bassi, il prestito di consolidamento aveva solitamente condizioni “accettabili”, con i tassi di adesso non è più così. Vero è che gli ultimi interventi della Bce stanno portando a un calo dei tassi, ma i consumatori devono essenzialmente tenere presente due fattori: il primo è che i prestiti del credito al consumo, sono più ben più rilevanti di quelli dei mutui casa, il secondo è che hanno costi accessori ben più esosi. La spesa finale potrebbe essere molto elevata». Va fatta dunque un’operazione “scientifica” affinché i ricorso allo strumento non causi un ulteriore aggravamento della situazione.
Se la situazione sta precipitando: come salvarsi dai debiti con il saldo e stralcio
Purtroppo, come ha spiegato Ciriello, molti si decidono a reagire quando già la situazione debitoria è fuori controllo: le rate sono state saltate e i creditori sono alla porta. «Fermo restando che se la situazione è complicata, e cioè se le esposizioni sono tante e da più fronti, è bene rivolgersi a un consulente, si considera in questi casi l’opzione del saldo e stralcio, e cioè la possibilità di chiedere al creditore di ridurre il debito in cambio del pagamento di un importo minore. Si tratta, in pratica, di cercare un compromesso. Chi è dall’altra parte dovrà scegliere se accettare una somma minore, oppure continuare a esigere l’intero credito, con il rischio però di ricavare poco o nulla». Vien da sé che prima di tentare questa strada, è necessario sapere quanto si ha a disposizione, se si è in grado di liquidare quel debito, o quali eventuali garanzie di si possono fornire.
La strategia. trattare sui vecchi, pagare i nuovi
A questo proposito, è importante sapere che i crediti perdono valore con il tempo, specie se, come succede in alcuni casi, sono così vecchi da avvicinarsi alla prescrizione. «Come abbiamo detto, alcuni crediti vengono ceduti alle società di recupero dietro un corrispettivo in valore più basso. I più “freschi” hanno sicuramente un valore maggiore, e dovendo stabilire un ordine di priorità, dovrebbero essere i primi a essere saldati. Sui vecchi, invece, c’è un più ampio margine di trattativa e anche il debitore ha una capacità contrattuale diversa. L’intenzione è arrivare a un saldo e stralcio».
Se la situazione è precipitata
In quel caso, la legge ha istituto gli Organismi di ricomposizione del debito, che permettono di ricorrere a procedure starordinarie – ne parliamo qui -, «Sono però procedure complesse e non a costo zero» dice Ciriello. «Prima di tentare questa strada, meglio analizzare la situazione con un consulente a valutare tutte le alternative possibili. Bisogna però essere disposti a rinunciare a qualcosa, vendere dei beni e cambiare il proprio stile di vita, iniziando una pianificazione finanziaria seria e attenta»