Doom spending, cos’è e come evitare le spese impulsive

Il doom spending è il comportamento spesso associato alle nuove generazioni, di chi sa di non potersi permettere agi un domani e sceglie di gratificarsi con acquisti di lusso oggi. Una sorta di compulsione all’acquisto di oggetti costosi dettata dal pessimismo sul futuro segnato da guerre e cambiamenti climatici.

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Doom spending letteralmente significa spesa catastrofica. È il significato che ricaviamo associando la parola doom, ovvero destino, a spending, spesa. Ma è più di un gioco di parole, è un fenomeno che ha trovato terreno negli Stati Uniti e che, con la forza dei social, è arrivato fino a noi. A spiegarlo su Tik Tok è Maria Melchor, financial content creator che alla domanda «come fanno i giovani a permettersi tutte quelle cose belle», risponde «perché non possiamo permetterci altro». Appare un controsenso comprare un oggetto molto costoso quando non ci si può permettere l’acquisto di una casa, ma è proprio per questo che la GenZ spende per una vita di piccoli agi nel qui e ora, consapevole che non avrà una maggiore capacità di spesa in futuro. Tanto vale godersi un bene di lusso oggi, certi di non poter possedere una casa – o la pensione – domani. 

Il peso di guerre e pandemie sul bisogno di possedere il lusso

A fotografare il fenomeno è un sondaggio condotto da Credit Karma, società che opera nella finanza tecnologica. Il 33% degli uomini e il 21% delle donne intervistate ammette di spendere con questa filosofia di fondo che trova una ragione nel difficile momento storico nel quale i giovani tra i venti e i trent’anni stanno crescendo. I cambiamenti climatici, la pandemia, le guerre inducono ad avere una visione pessimistica sul proprio futuro e a volere per compensazione una consolazione immediata, che alzi l’umore, ma che soprattutto non li faccia sentire fuori contesto rispetto ai coetanei. Come spiega un articolo di Bloomberg, tuttavia, non si tratta dello shopping fatto dopo una giornata andata storta o per risollevarsi in un momento di tristezza, ma di un fenomeno dai risvolti sociali più pervasivi. Significa, infatti, che a causa dell’incertezza economica le nuove generazioni rinunciano a obiettivi di risparmio o di di spesa a lungo termine, per avere una gratificazione immediata, dimenticando che spesso sui social la ricchezza è ostentata da chi in realtà non può permettersela o da chi ha avuto un’eredità, come spiega nel libro “Possessed: we want more than we need”, lo psicologo Bruce Hood. I beni di lusso possono cambiare la percezione che gli altri hanno di noi, ma soprattutto quella che noi abbiamo di noi stessi. Si tratta di un modo per sfuggire allo stress e alle preoccupazioni del futuro avendo l’illusione di possedere qualcosa di valore.

Le conseguenze del doom spending

Pensare di comprare un abito firmato perché la casa non potremo mai permettercela, può non solo erodere i risparmi, ma anche far accumulare debiti, aumentando le preoccupazioni e lo stress finanziario, e rischiando di innescare un circolo vizioso. Come spiega Ylva Baeckström, docente di finanza presso la King’s Business School in un articolo di CNBC, gestire le proprie entrate acquistando beni di lusso, offre un’idea di controllo delle proprie finanze. Ma questo genere di comportamenti è, in realtà, frutto di una mancanza di educazione finanziaria e la soluzione a un fenomeno collettivo come il doom spending può essere in realtà un’azione individuale, ovvero conoscere la propria relazione con il denaro, come siamo cresciuti e come oggi ci rapportiamo alla gestione dei soldi. 

Come evitare il doom spending?

Proprio perché legati alle emozioni di incertezza sul futuro, è necessario prendere consapevolezza dei trigger emotivi che scatenano l’acquisto. Definire un budget e prendersi una pausa di riflessione prima di comprare possono servire a tenere sotto controllo l’impulso emotivo ad acquistare qualcosa che, in effetti, non serve. Come scrive Sarah Green Carmichael, opinionista di Bloomberg e autrice dell’articolo, “La vera cura di sé è creare e rispettare un budget”. Se per le nuove generazioni può essere più difficile seguire la classica regola che declina 50% delle proprie entrate per i bisogni, 30% per i desideri e il 20% destinato al risparmio e il pagamento dei debiti, spiega Carmichael, la soluzione non è rinunciare a questa regola, per gratificarsi con un’abito di lusso, ma ridurre le percentuali, risparmiare anche un 5%, mantenendo una visione e un pensiero positivo sul futuro. Per scongiurare che il proprio destino finisca in una catastrofe economica.

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