Violenza economica: come proteggersi anche in una coppia felice

Siete una coppia in perfetta sintonia, andate d’accordo e non hai dubbi sul suo amore e sulla sua lealtà. Nonostante questo, ci sono errori finanziari che non dovresti commettere mai, perché se ti esponi senza paracadute, ne pagherai caro il prezzo nel corso di un’ipotetica separazione. In amore come in denaro, la regola d’oro è tutelarsi. Sempre. Segui questi consigli sugli errori da non fare.

Tempo di lettura: 8 minuti

Giorgia Nardelli
Giorgia Nardelli

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Giornalista esperta di diritti dei consumatori e finanza personale.

violenza economica
Foto di Toa Heftiba

Il papà e la mamma di Paola hanno da sempre un conto cointestato, entrambi vi versano lo stipendio, ma a gestirlo è ancora lui, che mensilmente dà a lei una quota per le spese fisse e tutto il resto. Lei usa la carta di credito per le spese personali, ma è lui a controllare gli estratti conto a fine mese. I due sono sempre andati d’amore e d’accordo, ci mancherebbe, racconta Paola, ma adesso che suo padre è anziano continua a chiedere conto di ogni spesa, dice che i soldi non bastano più e Paola ha il sospetto che stia dilapidando il conto comune in qualche modo. Sua madre, nonostante ciò, non vuole saperne di andare in banca e vedere cosa sta succedendo. È l’errore che fanno in tante, o almeno tantissime fino a qualche tempo fa: delegare all’altro la gestione del bilancio casalingo, pur avendo entrate proprie, senza pretendere o verificare nulla. Oppure mettendo firme dove lui chiede di apporre. O pagando tutto, se più ricche. «Tanto non mi farebbe mai nulla di male», è il pensiero ricorrente che giustifica questa leggerezza. Invece non c’è nulla di più sbagliato, e ce lo conferma l’avvocata Maria Grazia Di Nella, che ogni giorno segue cause di separazione di coppie anche fino a poco tempo prima inseparabili. «Quando si è troppo esposti, quando si delega, quando non si fa caso ai conti di casa si diventa vulnerabili, e scivolare nella violenza domestica e nell’abuso è più semplice di quanto si pensi». Con la nostra esperta abbiamo messo a punto allora un piccolo vademecum con gli errori da non commettere mai. Eccoli.

Non avere un conto corrente personale

Avere un posto solo proprio dove far confluire le proprie risorse per poterle gestire in autonomia è una sorta di “assicurazione” contro ogni forma di controllo. «Anche quando le cose vanno bene, ciascuno dovrebbe avere un conto personale, a cui aggiungere possibilmente un conto comune dal quale attingere per affrontare tutte le spese della famiglia. Un conto che andrebbe alimentato in modo proporzionale al reddito di lavoro di ciascuno», spiega l’avvocata. Tenere separate finanze personali da finanze familiari serve a preservare la propria autonomia, e a non dover giustificare le spese personali, piccole o grandi che siano. Occhio anche alle proporzioni: se tutto il proprio stipendio finisce nel conto comune, mentre per l’altro non è così, c’è qualcosa di errato nella suddivisione dei carichi.

Non pretendere di sapere con più esattezza possibile la situazione lavorativo-reddituale dell’altro

Come abbiamo già chiarito qualche guida fa, voler conoscere la situazione patrimoniale e reddituale dell’altro non è un’ingerenza nella sua vita privata, ma è una condizione equa per contribuire in modo equilibrato alle spese comuni, che ci siano o meno figli. «Non dimentichiamo che la normativa in vigore prevede il dovere di assistenza materiale e morale sia nelle coppie sposate, sia in quelle conviventi di fatto in modo stabile. Tale dovere, poi, lo hanno a maggior ragione i genitori nei confronti dei figli. Il legislatore è chiaro nel sancire che ogni genitore deve contribuire ai bisogni della prole in modo proporzionale alle sostanza e al patrimonio. Ma se nulla so dell’altro, come posso pretendere la pari contribuzione?», si chiede retoricamente Di Nella.

Affidare la gestione dei risparmi

«Altro errore da evitare assolutamente è chiedere dapprima aiuto al partner per la gestione dei propri risparmi, per poi finire con l’affidargli completamente le credenziali del conto per agevolare la gestione degli investimenti. Ancora più grave se, dopo avere compiuto questa scelta già di per sé rischiosa, non si ha neppure lo scrupolo di controllare in modo sistematico e continuativo la situazione», aggiunge l’avvocata. Quello che molte ignorano, infatti, è che essere titolari di un conto corrente o di un qualunque altro strumento finanziario non è sufficiente a proteggersi dalla sottrazione del denaro da parte di chi può accedere a quello strumento. E non è finita: «Nelle coppie sposate la sottrazione di soldi non è penalmente punibile. Solo dopo la sentenza che autorizza la coppia a vivere separati può integrarsi il reato di furto». Ciò che lui preleva dal tuo conto, se sei stata tu a consegnargli le credenziali, è come denaro consegnato a mano.

Non leggere i documenti per cui ti viene chiesto di apporre una firma 

Banale, vero? Ma l’esperienza ci dice che quando è una persona di cui ci fidiamo a chiederci di sottoscrivere un documento non abbiamo poi bisogno di tante spiegazioni. Il problema, però, è che ogni volta che mettiamo un firma ci assumiamo delle responsabilità, e dovremmo perlomeno sapere quali. «Molta attenzione va data a fideiussioni e finanziamenti. Firmare documenti del genere significa accollarsi una rata da pagare, oppure un debito nel caso in cui l’altro non onori i suoi impegni. L’ignoranza non è un motivo per annullare una garanzia rilasciata. Non accontentarti di rapide spiegazioni, leggi tutto, e se non ti è chiaro qualche aspetto, chiedi. Pretendi di sapere, perché una volta sottoscritta una garanzia, sarai responsabile con tutti i tuoi beni dell’adempimento del contratto sottoscritto».

Fargli prestiti, se il primo non viene restituito

Tra partner ci si fida e ci si aiuta, e sapere di potere contare sull’altro è la base per costruire una relazione solida. Se lui è in difficoltà, non c’è nulla di male a dargli una mano (a patto che questo non rischi di rovinare anche te!), ma va fatto sempre con attenzione. «Fidarsi è una cosa, avere fede cieca… un’altra. Se il denaro non torna indietro dopo il primo prestito, meglio pensarci dieci volte prima di ripetere l’operazione. Se proprio devi, fai piccoli prestiti e non eccedere», consiglia la matrimonialista. 

Rinunciare al proprio lavoro perché tanto basta solo per pagare la tata! 

Ti sei mai chiesta perché le donne hanno in Italia una pensione inferiore di circa il 35% rispetto agli uomini? Rinunciare allo stipendio comporta altre rinunce che non vediamo. Significa perdere contributi per la pensione, possibilità di crescita, anzianità e scatti di stipendio, elementi che pesano alla lunga sull’indipendenza economica. Non solo. «Per qualche anno, è vero, lo stipendio coprirà a stento i costi di cura della prole, ma in futuro mantenere quel posto di lavoro ti permetterà di conservare la tua autonomia, e non essere ricattabile su ogni fronte. Considera, infine», conclude Di Nella, «in caso di separazione non esistono più i mantenimenti da favola di una volta. Non barattare mai la tua indipendenza con un risparmio modesto sulle spese di cura».

Contribuire alle spese del mutuo di una casa intestata all’altro

Oppure, accettare di intestare la casa al partner per il solo fatto di ottenere l’agevolazione prima casa. «Magari tu hai un appartamentino che ti è stato regalato dai tuoi, e per poter godere delle agevolazioni prima casa lui ti propone di intestare solo a sé la casa comune, con l’impegno orale di intestarti l’altra metà più avanti. Non è detto che lo faccia in cattiva fede, ma è un errore da non commettere mai». Qualunque cosa si dica, quello che conta sono solo le carte scritte. Ragione per cui, se ti chiede di sottoscrivere insieme un mutuo pretendi che anche l’abitazione acquistata sia cointestata. Non è per niente tutelante in un’ottica di futura separazione che lui paghi il mutuo e tu le altre spese. Potrebbe rivendicare una parte maggiore di proprietà! L’obiettivo è poter dimostrare che avete contribuito alle spese familiari in modo equilibrato. «Un altro peccato di ingenuità che può costare caro nel caso in cui le cose non vadano bene in futuro, è quello di mettere i tuoi gioielli o oggetti di valore nella cassetta di sicurezza intestata solo a lui.  In caso di problemi, sarà difficile far valere la proprietà dei preziosi e per poter ottenerne la restituzione dovrai affrontare un procedimento per la restituzione», aggiunge l’avvocata.

Occhio a questi tipi

C’è poi un altro capitolo, una piccola serie di “avvertenze” che hanno a che fare con la scelta della persona di cui fidarti in futuro. Secondo Maria Grazie Di Nella sono almeno tre le spie, quando frequenti un potenziale partner, che dovrebbero metterti sull’attenti. Dunque non chiediti sempre il perché se:

  • Lui paga solo in contanti e non usa carte di credito. Nell’era dei pagamenti digitali, dove stipendi e transazioni viaggiano su conti correnti e strumenti elettronici, chi usa i cash potrebbe avere quantomeno una contabilità non trasparente.
  • Non ha un’auto professandosi ecologista… salvo poi pretendere di usare sempre la tua. Domani potrebbe fare lo stesso con tutto il resto.
  • Ancora a 40 anni vive dai suoi. Siamo sicuri che sia davvero indipendente sotto tutti i punti di vista? Ma su questo forse ci eri già arrivata!
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