Investire eticamente: da ossimoro a possibilità
Se andiamo nella “preistoria degli investimenti”, scopriamo che il famoso tesoro del tempio di cui parlano le tavolette di argilla dei sumeri può essere considerato una sorta di investimento etico, con un valore comunitario, in quanto “scorta” per le carestie. Puntare il faro sul mondo pre-monetario, e sulla sua maniera comunitaria di gestire il risparmio, ci apre lo sguardo a una possibilità che poi, con l’avvento dell’economia di mercato, sparisce dai nostri radar. Nel senso che oggi, «se guardiamo le motivazioni dell’investitore contemporaneo, ne scoviamo fondamentale una sola: fare profitto» spiega Edoardo Lozza, professore ordinario di psicologia economica all’università Cattolica di Milano e ospite di questa terza puntata de La nuova veste. Investire eticamente, secondo il prototipo di homo oeconomicus che troviamo in tutti i libri di economia, è una sorta di ossimoro. Ma le cose iniziano a cambiare. «Negli ultimi 15 anni, la crisi economica e finanziaria che si è avviata nel 2008, insieme alla crisi ambientale, che è una conseguenza anche di un modello di sviluppo volto alla crescita costante, non sostenibile in un pianeta finito, hanno innescato una nuova sensibilità per il consumo sostenibile, che indubbiamente apre delle opportunità anche nel mondo degli investimenti», continua Lozza.
A complicare le cose, quando si parla di investire in modo etico, c’è anche la scarsa conoscenza in materia. «Perché quando chiedi che cos’è un fondo Esg, non dico che ci sia il vuoto però le persone ne sanno pochissimo», conclude Lozza.
E allora se uno degli elementi che può fare la differenza è la conoscenza, in questa puntata abbiamo provato a spiegare con chiarezza cosa sono questi investimenti etici assieme a Francesca Colombo, responsabile Area Analisi e Ricerca di Etica Sgr.
Questo podcast è realizzato in collaborazione con Etica Sgr, società di gestione del Gruppo Banca Etica, specializzata in investimenti etici e responsabili.