Ddl lavoro: ecco tutte le novità

Dal 2025 arrivano novità importanti per la gestione delle finanze personali dei lavoratori: dalla possibilità di rateizzare i debiti con Inps e Inail fino a 60 mesi alla nuova gestione dei contratti di lavoro. Ecco come cambiano le regole del gioco e come impatteranno sul benessere finanziario delle persone.

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Ddl lavoro
Foto di Marvin Meyer

Manchi dal lavoro per più di 15 giorni senza giustificazione? Dal 2025 il tuo contratto si considererà automaticamente risolto. È questa solo una delle novità del disegno di legge Lavoro, approvato definitivamente dal Senato con 81 voti favorevoli, che introduce diverse modifiche nel mercato del lavoro italiano. Il provvedimento ridefinisce le regole su contratti, contributi e smart working e punta a rendere il lavoro più flessibile, ma ha già sollevato le critiche dei sindacati che denunciano una ulteriore precarizzazione del mondo del lavoro. «Il governo è andato avanti dritto per la sua strada, senza alcun segno di apertura alle tante richieste di modifica avanzate dalle opposizioni», ha dichiarato la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese. La legge, proposta dal governo come collegato alla legge di Bilancio 2024, è stata approvata prima dalla Camera lo scorso 9 ottobre e ora in via definitiva dal Senato. Il provvedimento fa parte di un pacchetto più ampio di riforme del mercato del lavoro e entrerà in vigore dal primo gennaio 2025. 

Cosa cambia per le tasche dei lavoratori

La prima novità importante riguarda chi ha dei debiti con Inps e Inail. Dal 2025 non sarà più necessario pagare tutto e subito: si potrà dividere il debito in comode rate mensili, fino a un massimo di cinque anni. Si tratta di una possibilità importante per chi deve versare contributi arretrati e vuole regolarizzare la propria posizione senza svuotare il conto in banca. L’unico limite? Questa opportunità vale solo per i debiti non ancora passati nelle mani dell’Agenzia delle Entrate.

La seconda grande novità è la possibilità di avere due lavori diversi contemporaneamente: uno come dipendente e uno come libero professionista con partita Iva. Fino ad oggi questa situazione era complicata da gestire, dal 2025 invece diventerà più semplice. Si potrà, per esempio, lavorare part-time in un’azienda e allo stesso tempo offrire consulenze come professionista, approfittando anche delle agevolazioni fiscali per le partite Iva in regime forfettario. 

Novità anche per chi inizia un nuovo lavoro. I periodi di prova – quei giorni iniziali in cui sia il lavoratore sia l’azienda valutano la reciproca compatibilità – avranno durate più precise: da 2 a 15 giorni per contratti fino a sei mesi, da 2 a 30 giorni per contratti più lunghi. Arrivano delle modifiche anche per quanto riguarda la formazione professionale. L’apprendistato viene modificato: dopo la qualifica professionale iniziale, sarà possibile continuare con un apprendistato di alta formazione. Una modifica che interviene sui percorsi formativi nel mercato del lavoro.

Le nuove forme di lavoro

Il decreto cambia le regole per le agenzie che forniscono lavoratori alle imprese. Le agenzie per il lavoro (un tempo chiamate interinali) sono società che assumono persone per “prestarle” temporaneamente ad altre aziende. Fino ad oggi, un’azienda poteva utilizzare questi lavoratori solo fino a un certo limite: non più del 30% rispetto ai propri dipendenti fissi. Dal 2025 questo limite non varrà più per cinque tipologie di lavoratori: chi ha un contratto stabile con l’agenzia, chi fa lavori stagionali, chi lavora in start-up, gli over 50 e chi sostituisce dipendenti assenti. Inoltre, questi lavoratori potranno rimanere nella stessa azienda anche oltre i 24 mesi, limite che prima era obbligatorio. Come spiega al Corriere l’avvocato Matteo Motroni, «si vuole rafforzare il ruolo delle agenzie di somministrazione, incentivandole ad assumere dipendenti a tempo indeterminato e a occuparsi della loro formazione permanente».

Cambia anche il concetto di lavoro stagionale, con una riforma che supera la vecchia normativa del 1963. Verranno considerate stagionali tutte le attività con «intensificazioni dell’attività lavorativa in determinati periodi dell’anno». Non più solo bagnini e maestri di sci, quindi, ma anche negozi durante i saldi, ristoranti nei periodi festivi e aziende con picchi produttivi stagionali. La contrattazione collettiva potrà stabilire regole specifiche per ogni settore. Non sono previsti, dalle fonti consultate, cambiamenti a tasse e stipendi per i lavoratori stagionali: l’unica novità certa è che potranno essere assunti più facilmente tramite agenzia.

Novità anche per chi lavora da casa. Per lo smart working, arrivano nuovi obblighi di comunicazione per le aziende. Come specifica LavoroSì, i datori di lavoro dovranno comunicare in via telematica al ministero del Lavoro «i nominativi dei lavoratori e la data di inizio e di fine del lavoro agile entro cinque giorni dalla data di avvio o termine del periodo». Un obbligo che punta a monitorare il fenomeno senza intaccare i vantaggi economici per i dipendenti, come il risparmio su trasporti e pranzi fuori casa. 

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