I costi nascosti del tuo conto corrente
Un prelievo dallo sportello Bancomat di un’altra banca può arrivare fino a 2,50 euro, il costo medio di un bonifico può sfiorare i 10 euro, i pagamenti Cibill, ormai obbligatori per saldare multe e rette scolastiche, talvolta superano i 2,50 euro. E poi ci sono canoni e bolli. L’ultima indagine della Banca d’Italia sui costi dei conti correnti, rivela che il costo medio annuale di un conto si attesta sui 90,9 euro, con le spese fisse che rappresentano circa i due terzi della spesa complessiva. Ma qualcosa si può tagliare. Ce lo spiega qui un’esperta.
Tempo di lettura: 9 minuti
di Giorgia Nardelli
Giornalista esperta di diritti dei consumatori e finanza personale.
- Quanto costa un conto corrente: con i nuovi si risparmia il 50%
- Quanto costa avere più di 5.000 euro sul conto
- Se finisci spesso in rosso, concorda un fido
- Bancomat: l’ideale è un prelievo al mese
- Rincari in arrivo allo sportello
- Transazioni all’estero: meglio il bancomat o la prepagata…
- …oppure un conto di pagamento
- Bollettini e trasferimenti di denaro: la soluzione smart
Quanto costa un conto corrente: con i nuovi si risparmia il 50%
Prima di analizzare le varie voci, partiamo da un consiglio generale: se hai un conto aperto da tanto tempo, cambialo, e scegli le operazioni via web. Numeri alla mano, la differenza è enorme. L’indagine della Banca d’Italia, per esempio, mostra che le spese di gestione dei conti aperti da più di dieci anni si attestano in media sui 113,50 euro, mentre quelle dei nuovi conti scendono a 54 euro. Passare a un conto più smart consente quindi di risparmiare la metà.
Quanto all’istituto, e al tipo di conto da scegliere, l’inchiesta di Altroconsumo sui costi dei conti correnti parla chiaro. «Confrontando i costi medi sostenuti da tre profili “tipo”, abbiamo visto che facendo le operazioni più comuni online anziché allo sportello si risparmia il 36%», dice Anna Vizzari, esperta di banche e credito per l’associazione.
«Inoltre, mettendo in fila costi fissi e commissioni di ciascun istituto, emerge che in cima alla classifica del risparmio, tenendo conto anche solo delle operazioni online, ci sono le banche non tradizionali, come Banca Sistema e Widiba, Webank, Fineco ed HelloBank!, che non hanno sportelli fisici. I grandi gruppi sono invece i più cari. Naturalmente la scelta della banca non può avvenire solo sulla base del risparmio, ma confrontare i costi dei diversi conti è sempre utile».
Per farlo, occorre guardare l’indicatore di costo complessivo (Icc), ovvero il costo indicativo annuo del conto corrente, espresso in euro. Il valore è ottenuto sommando i costi annuali, fissi e variabili, del conto corrente modellati per le diverse tipologie di utenti predisposte da Banca d’Italia. L’indice si trova nel documento informativo di ogni conto. Se non lo trovi tra i tuoi documenti (qui puoi capire com’è fatto), puoi chiederlo alla tua banca.
Se vuoi invece vedere nel dettaglio i costi del conto corrente, trovi qui una spiegazione semplice.
Quanto costa avere più di 5.000 euro sul conto
Se non hai molta liquidità, tieni presente che un altro costo “nascosto”, colpisce chi ha più di 5.000 di giacenza media sul conto. In questi casi è infatti sempre dovuta l’imposta di bollo di 34,20 euro all’anno. «Una buona idea, se si vuole eliminare questo costo, può essere anche quella di lasciarsi come liquidità sul conto solo 5.000 euro, e il resto trasferirlo in un conto deposito», consiglia Vizzari.
Se finisci spesso in rosso, concorda un fido
Se sei di quelli che arrivano a fine mese sul filo del rasoio e aspettano con ansia l’accredito dello stipendio, sappi che andare “sotto” in banca può costare davvero caro. «Ogni volta che il cliente sconfina è previsto il pagamento di un tasso di interesse sulla somma, a cui si aggiunge la cosiddetta commissione di istruttoria veloce, la commissione che la banca pretende per verificare velocemente se sei un pagatore affidabile oppure no, prima di concederti di sforare», dice Anna Vizzari. «Non parliamo di cifre trascurabili. Il tasso applicato sulla somma si aggira intorno al 14% e può arrivare anche al 22%, mentre la commissione di istruttoria media è di 15 euro, con picchi di 50 o 75 euro».
Significa che se sforo per tre volte di 50 euro, magari solo perché mi sono distratta, questo scherzo potrebbe costarmi a fine anno da 45 a 225 euro, più 21 euro di interessi.
«Sulla commissione di istruttoria veloce è prevista però un’esenzione, e cioè non si paga nulla se il rosso non supera i 7 giorni consecutivi e i 500 euro di importo, peccato che valga solo per una volta a trimestre», aggiunge l’esperta. Se hai la tendenza ad andare in rosso, meglio quindi scegliere una soluzione alternativa, e cioè concordare con la banca un fido. «Con questo strumento la banca ti consente di andare in scoperto, pagando ogni anno una commissione del 2% sull’importo del fido concesso, e un tasso di interesse sullo scoperto un po’ più basso, la media è del 12%. Non è “regalato”, ma se si è a rischio, è sicuramente un modo per prevenire batoste», dice la Vizzari.
Bancomat: l’ideale è un prelievo al mese
Partiamo da un assunto: il prelievo contanti sarà sempre meno conveniente. Già da un annetto alcune banche online – per esempio Widiba e Fineco – fanno pagare una commissione per chi ritira importi sotto i 100 euro. Quanto alle altre, se l’operazione viene fatta allo sportello di un altro istituto c’è una commissione di circa 2 euro, che su un importo di 100 euro significa pagare il 2% a operazione.
«Sono segnali chiari, e ci stanno dicendo che dobbiamo abituarci a dire addio ai contanti», dice Anna Vizzari. «Per iniziare, l’ideale è allenarci con un prelievo sporadico, anche mensile, che ci permetta di tenere in tasca qualcosa per le piccole spese e per le emergenze. Non dovrebbe essere necessario, ma non ancora tutti i commercianti – nonostante siano previste sanzioni – permettono di pagare piccoli importi con il Pos».
Per chi ha paura di non controllare le uscite pagando con carta, basta darsi una regola, quella del budget settimanale. Una volta stabilita la somma, è sufficiente ricordarsi di controllare ogni due o tre giorni i propri movimenti dalla App della banca. È un gesto che assomiglia molto all’aprire il proprio portafoglio, per vedere quanto ci è rimasto. In questo modo ci alleniamo a mantenere il controllo delle uscite, e a rimediare subito quando lo perdiamo.
Rincari in arrivo allo sportello
Questo esercizio sarà sempre più utile, perché, come ci segnala la nostra esperta, prelevare contanti presto potrebbe diventare molto più costoso (leggi questo articolo). «Bancomat Spa ha proposto una modifica del meccanismo di remunerazione delle banche, secondo cui, in definitiva, il prezzo della commissione che il cliente paga allo sportello quando preleva da un altro istituto, non sarà deciso più dalla sua banca, ma da quella che gestisce lo sportello automatico da cui effettua l’operazione. Se dovesse entrare in vigore, i clienti conosceranno il costo del prelievo solo al momento di ritirare i soldi, e a essere penalizzati saranno soprattutto i clienti dei piccoli istituti o di quelli online, che hanno meno sportelli a disposizione, o non ne hanno affatto. Su questo tema, per fortuna, l’Antitrust ha aperto un’istruttoria per abuso di posizione dominante, l’esito si saprà il 31 ottobre», conclude la Vizzari.
Transazioni all’estero: meglio il bancomat o la prepagata…
Se ti prepari a partire per le vacanze fuori dall’Europa, considera che su ogni transazione dovrai pagare una doppia commissione. «Da una parte quella per il cambio di valuta, decisa dal circuito di pagamento, dall’altra quella della banca, che parte dallo 0,5% ma può arrivare al 3% dell’importo», spiega l’esperta di Altroconsumo. Prelevare può costare anche di più, perché devi mettere in conto all’estero dei costi fissi che vanno dai 2,5 euro fino ai 5 euro per singola operazione, a seconda della banca, a cui si aggiunge il tasso legato al cambio di valuta. Ponendo un tasso dell’1,50%, per un prelievo di 500 euro arrivi a spendere in totale fino a 12,5 euro.
«In linea di massima conviene fare direttamente acquisti con Bancomat o con carta di credito, perché generalmente hanno costi più bassi. Devi però verificare che la carta sia associata a un circuito internazionale. Puoi anche usare una prepagata, facendo una selezione tra chi ti propone commissioni più vantaggiose», consiglia Vizzari. Qui trovi qualche consiglio generale su come evitare altri costi e commissioni. Qui, invece, un piccolo vademecum per usare al meglio la carta di credito all’estero.
…oppure un conto di pagamento
Prima di partire, dai comunque un occhio a costi e commissioni previste all’estero, verificando le condizioni della tua banca. Sono alla voce: “Costi di transazione” nelle Condizioni generali del tuo contratto. Poi fatti due conti.
«Un modo per risparmiare c’è», aggiunge la Vizzari. «Puoi scegliere un conto/carta di pagamento come Revolut o Hype. Sono app legate a un conto corrente. Ti offrono una carta di pagamento, e alcuni di questi non fanno pagare le transazioni all’estero, o hanno tassi di cambio molto più vantaggiosi rispetto alle banche tradizionali».
Bollettini e trasferimenti di denaro: la soluzione smart
L’idea di abbinare al tuo conto corrente un conto di pagamento da gestire via App, come Revolut o N26, ma anche Satispay, non vale solo all’estero. Questi strumenti possono essere usati per tagliare i costi di molte commissioni anche in Italia. «In genere sono gratuiti, almeno nella versione base, e ti permettono di fare gratuitamente una serie di cose, per esempio trasferire denaro ad amici risparmiando la commissione del bonifico, o, nel caso di Satispay, fare microtransazioni nei negozi fisici, dove il circuito è abbastanza diffuso e le commissioni per il commerciante più basse.
«In alcuni casi puoi tagliare i costi anche sul pagamento dei bollettini di Pagopa, che hanno sostituito i Mav e richiedono in genere commissioni tra 1 e 2,50 euro a versamento, una vera e propria “tassa” sui versamenti alla pubblica amministrazione, come multe o rette scolastiche», spiega Anna Vizzari. Satispay, per esempio, le fa pagare un euro a operazione, Revolut le ha azzerate.
«Naturalmente c’è sempre da distinguere, alcune possono essere più convenienti di altre, ma vanno lette attentamente le condizioni del contratto», prosegue l’esperta. «Avere un’alternativa al conto tradizionale è comunque sempre utile. A volte basta aprire un conto con una banca online, che offre prodotti a costi molto bassi. Non dobbiamo però dimenticare che le condizioni dei contratti possono cambiare. La banca deve avvertirci tramite comunicazione scritta, entro 60 giorni dall’entrata in vigore. Quindi, almeno periodicamente dobbiamo prenderci la briga di leggere le comunicazioni della banca, anche se è un’operazione noiosa».