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Trump, dazi ed effetto sui mercati: chi ci guadagna davvero?

L’annuncio dei dazi USA e il successivo ripensamento di Donald Trump hanno scatenato forti oscillazioni sui mercati finanziari. In pochi giorni, l’S&P 500 ha guadagnato oltre il 9%, mentre alcune figure vicine a Trump hanno ottenuto profitti sospetti, sollevando dubbi su possibili casi di insider trading. In questo articolo spieghiamo cosa succede in Borsa quando si parla di dazi, cosa significa “miliardi bruciati” e come orientarsi in fasi di forte volatilità. Scopri le strategie per proteggere i tuoi investimenti anche senza accesso a informazioni privilegiate.

Tempo di lettura: 5 minuti

Gli annunci dei dazi di Trump hanno agitato le borse: ci sono guadagni sospetti.

L’immagine dei dazi annunciati da Trump e dell’effetto sui mercati è davanti ai nostri occhi, ma ricordiamo la scena: è il 2 aprile e il presidente americano Donald Trump annuncia dazi a pioggia sulle importazioni. Sui giornali si inizia a parlare di una recessione. Siamo di fronte ad una situazione come il 1929? O sarà più simile alla crisi del 2008? O magari al Covid? Poi, inaspettatamente, Trump fa marcia indietro e annuncia una “pausa” di 90 giorni per la maggior parte dei dazi e i mercati reagiscono immediatamente con un forte rialzo. L’S&P 500 è balzato di oltre il 9% e anche i listini europei sono tornati a rialzarsi (anche se senza recuperare del tutto le perdite). Un valzer frenetico, che ha seminato scompiglio nelle borse di tutto il mondo. Alcune, addirittura, sono state definite “in rosso” mentre miliardi di dollari venivano “bruciati”. Ma cosa significano queste espressioni? E a quale logica rispondono queste oscillazioni? 

I dazi di Trump e gli effetti sul mercato: soldi in fumo

Quando si parla di “borse in rosso”, si indica questo calo generalizzato dei prezzi delle azioni. La diminuzione del prezzo di un’azione comporta anche una riduzione della capitalizzazione di mercato dell’azienda, ovvero il valore totale delle sue azioni in borsa. Quando i media riportano di “miliardi bruciati”, si riferiscono a questa perdita complessiva di valore di mercato. È importante capire che questi soldi non scompaiono, ma passano di mano: chi vende in perdita realizza una “minusvalenza”.

L’annuncio della pausa dei dazi ha invertito questa tendenza. La percezione degli investitori è migliorata, e molti hanno smesso di vendere e hanno iniziato a comprare azioni, anticipando una ripresa. Questo ha portato a una diminuzione dell’offerta e a un aumento della domanda, causando un rapido aumento dei prezzi delle azioni. Questo “rimbalzo” del mercato riflette un clima di rinnovato ottimismo.

Chi ci guadagna davvero in questa giravolta

I dazi decisi di Trump hanno avuto effetti sui mercati e in questo scenario di montagne russe finanziarie, alcuni soggetti sembrano aver avuto l’occasione di realizzare profitti notevoli. Poche ore prima dell’annuncio sulla sospensione dei dazi, con i mercati ancora in calo, Trump ha scritto su Truth Social: «QUESTO È UN GRANDE MOMENTO PER COMPRARE!!!», firmandosi “DJT”, le stesse iniziali del simbolo azionario della sua azienda. Dopo la notizia, le azioni della Trump Media si sono alzate del 22%. Intanto, la deputata Marjorie Taylor Greene ha acquistato titoli come Apple, Palantir e AMD proprio nei giorni dell’annuncio, tutti poi in rialzo, sollevando dubbi su possibili soffiate. Anche il repubblicano Rob Bresnahan si è mosso in modo sospetto, vendendo Alibaba proprio mentre Trump raddoppiava i dazi alla Cina. In tutto ciò, anche Elon Musk ha beneficiato dell’annuncio: pur essendosi detto contrario ai dazi, Tesla ha guadagnato il 18% in Borsa.

Trump i dazi e il “rischio insider trading”

Il meccanismo è semplice: durante il panico per l’annuncio dei dazi, molti hanno venduto e i prezzi sono scesi.  Chi ha colto l’occasione – magari seguendo il consiglio di Trump – ha comprato a basso prezzo. Quando è arrivata la notizia della pausa, i mercati sono risaliti e chi aveva investito prima ha potuto rivendere con un guadagno rapido e consistente. Il tempismo di questo repentino ripensamento ha alimentato il sospetto che dietro queste grandi manovre si nascondesse l’ombra dell’insider trading, ovvero l’attività di compravendita di titoli azionari basata su informazioni non pubbliche e rilevanti riguardanti una società quotata. «Un insider – spiega Marco Capponi su Milano Finanza – è chi ha accesso privilegiato a tali informazioni (in questo caso non Trump e chiunque avesse usato l’informazione dello stop ai dazi per comprare prima dei rialzi). In generale rientrano nella categoria i dirigenti aziendali, i membri del consiglio di amministrazione o gli azionisti con una partecipazione superiore al 10% del capitale sociale. Tuttavia, il concetto può estendersi anche a chiunque riceva informazioni riservate da un insider, ad esempio familiari, amici o conoscenti».

Io non ho amici alla Casa Bianca: cosa faccio?

I dazi di Trump hanno avuto un effetto sui mercati, ma per noi investitori “normali”, senza informazioni privilegiate, è bene tenere a mente alcune indicazioni: 

  • Diversificare sempre: La “regola aurea” per proteggere i risparmi, soprattutto in periodi di incertezza, è distribuire i propri investimenti su diverse asset class, settori geografici e strumenti finanziari. In momenti come questi, asset come obbligazioni (come i BTP Italia e i Bund), oro e settori difensivi (alimentare, farmaceutico, utilities) possono offrire maggiore stabilità.
    Lo evidenziano ad esempio sia Jacob Falkencrone, Global Head of Investment Strategy di BG SAXO e Saxo Bank, intervistato da Borsa Italiana sia l’analista di Euromobiliare Mirko Falchi su Tgcom24.
  • Non farsi prendere dal panico: Come sottolinea Falkencrone «storicamente i mercati premiano la pazienza, non il panico». Evitare di vendere impulsivamente quando i mercati crollano è fondamentale. Spesso, dopo un ribasso, la situazione si stabilizza e i mercati possono recuperare nel tempo. Basti guardare le quotazioni dell’indice FTSE MIB degli ultimi 5 anni.
  • Mentre la saga “tariffe” è ancora dall’esito incerto, Falchi suggerisce di evitare alcuni settori di settori che potrebbero risentire maggiormente di una crisi dell’economia globale, come l’automotive, la tecnologia, i beni di consumo voluttuari, e le materie prime.

E se, di fronte all’altalena dei mercati di questi giorni, a cogliervi non è il timore ma la tentazione di strappare un affare, il nostro consiglio è quello di mantenere i nervi saldi e valutare quali siano gli obiettivi finanziari che volete davvero raggiungere e quale rischio siete disposti a correre. 

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