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di Rame

Come funzionano le App di microinvestimenti

Le App di microinvestimenti sono amatissime dalla Gen Z, e non solo. Facili da utilizzare, di immediata comprensione, ti permettono a volte di investire piccole somme su diversi prodotti finanziari. Al di là della facilità d’uso e della grafica accattivante, non tutte sono però adatte agli investitori meno esperti, e il rischio resta quello di investire i propri risparmi in prodotti di cui non si sa e si capisce poco, o di pagare commissioni troppo alte. Ecco una piccola guida all’uso, per orientarsi.

Tempo di lettura: 11 minuti

Giorgia Nardelli
Giorgia Nardelli

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Giornalista esperta di diritti dei consumatori e finanza personale.

App di microinvestimenti

Sono graficamente “attraenti”, facili da usare, per di più, molte di loro ti permettono di investire pochi euro, come fosse un gioco, in prodotti diversi. Non c’è da stupirsi se le App di microinvestimenti siano amatissime dalla Gen Z e non solo. Ma è davvero un gioco? In realtà, le alternative sono numerose, e assai diverse tra loro. Qui vi proponiamo una miniguida per orientarsi. 

App di fintech e App “bancarie” le differenze

«Le App di microinvestimenti piacciono perché sono immediate. Si usano da cellulare, tutto viene convogliato su un’applicazione, non bisogna nemmeno prendersi il disturbo di accendere il pc. E in molto casi ci permettono di investire su questo o su quel prodotto, saltando molti dei passaggi “noiosi” che invece ci vengono richiesti quando facciamo e operazioni di home banking. Sono veloci, in alcuni casi anche troppo», dice subito Pia Miglio, analista finanziaria di Altroconsumo Investi, che ha analizzato alcune di queste App. La scelta è ormai vastissima, a disposizione ci sono prodotti anche molto diversi tra loro. 

«Alcune di queste App fanno capo a banche vere e proprie, hanno un Iban italiano, e offrono le stesse funzionalità di un conto corrente, ci si può quindi far accreditare lo stipendio, oppure si può aprire con i risparmi un conto deposito. Altre possiamo definirle invece App del mondo Fintech, ma come le prime, sono riservate a una clientela maggiorenne. Per poter operare hanno comunque bisogno di autorizzazioni, ma sottostanno a regole meno stringenti di quelle previste per le banche, che, tra le altre cose, sono soggette ai controlli delle banche centrali. Inoltre, se è vero che alcune di loro consentono di investire anche solo pochi euro, nella maggior parte dei casi gli importi minimi restano quelli “consueti”, ben più alti». Spesso, dunque, occorrono almeno 50 euro.

Investire pochi euro: pregi e difetti

Il valore aggiunto delle App di microinvestimenti sta nella possibilità di investire anche pochi euro, un bel modo per avvicinare alla finanza anche chi ha pochi guadagni. C’è però un equivoco di fondo, una sorta di illusione ottica che trae in inganno molti: investire poco, non  significa rischiare meno.

«Il fatto che tu possa comprare frazioni di azioni invece che pacchetti di azioni, non diminuisce il rischio dovuto al fatto che il valore di quelle azioni possa subire oscillazioni di mercato. Ho iniziato a occuparmi di queste piattaforme dopo avere visto video youtube che proponevano di fare trading su prodotti come i Cfd o altri prodotti di investimento derivati molto complessi, che non solo non garantiscono la restituzione del capitale investito o un determinato rendimento, ma sono molto sensibili alle oscillazioni di mercato, hanno una grande volatilità», dice Miglio. «Se investi tutti i mesi la tua paghetta in azioni o Cfd, e poi il loro valore precipita, dovresti essere consapevole di quello che stai facendo».

Il pericolo del gaming nelle App di microinvestimenti

Il rischio legato ad alcune di queste piattaforme, a conti fatti, è soprattutto quello di agire senza consapevolezza. Un pericolo accresciuto dal fatto che l’interfaccia visiva di molte App è molto simile a quella di famosi videogame. «Poiché la nostra mente ragiona soprattutto per associazioni, questo indurrebbe il nostro cervello a considerare l’investimento come un gioco. Anche se utilizziamo soldi veri, comprare prodotti finanziari diventa un gesto smaterializzato, e ciò abbatte la consapevolezza di ciò che si sta facendo». Uno studio condotto da Consob e Uniroma3, ha inoltre mostrato come alcune di queste App utilizzino dinamiche proprie del gaming, per dare gratificazioni diverse da quelle economiche. Una di queste è per esempio la “celebrazione” dell’esecuzione del primo ordine con la distribuzione di “confetti virtuali” e l’uso di sistemi di punti o di livelli che incentivano gli utenti a fidelizzarsi.  

La check list per investire 

Cosa bisogna fare, allora, per capire come muoversi quando si sceglie una App di microinvestimenti? Con Pia Miglio abbiamo messo a punto una short list con le cose da fare e da sapere prima di avventurarsi. 

  • Il questionario Mifid: alcune App di fintech non richiedono la stesura del questionario per la profilazione, ma è bene ricordare che la compilazione del Mifid è una tutela in più per il risparmiatore, perché fa in  modo che possa accedere solo a prodotti adeguati al suo livello di rischio;
  • I documenti informativi dei prodotti: non sempre è facile capire cosa stai acquistando. Prediligi le piattaforme che ti danno la possibilità di consultare con facilità i documenti dei prodotti che stai per acquistare (e leggili!);
  • I prodotti: prima di iniziare valuta i prodotti offerti. E cerca di capire cosa sono, e se rispondono alle tue esigenze, al tuo livello di rischio, al tuo orizzonte temporale;
  • I costi: il successo di queste App è anche dovuto al fatto che ti permettono di aprire una posizione a costo zero. Entrare non costa nulla, inoltre, rispetto a una banca che opera attraverso canale tradizionale, il servizio ha generalmente commissioni più basse: non è però automatico che costi e commissioni siano convenienti su tutto. Meglio controllare;
  • Il sostituto d’imposta: «Sarebbe preferibile appurare che la banca o la fintech facciano da sostituto d’imposta, trattengano cioè direttamente dai rendimenti le imposte da te dovute allo Stato (imposta di bollo e imposta sui  rendimenti). In caso contrario, dovrà essere tua cura regolarizzare la tua posizione. Bisogna rivolgersi a un professionista, richiede alcune operazioni. Per fare un esempio, nel caso di conti su banche straniere, se durante l’anno la giacenza media è stata superiore a 5.000 euro e/o, anche per un solo giorno, sono stati depositati più di15.000 euro sul conto, sarai tenuto a compilare il quadro RW nella dichiarazione dei redditi, e se la giacenza media ha superato i 5.000 euro, dovrai pagare l’Ivafe ( il bollo) pari a 34,2 euro l’anno.
  • Tasse & co: considera che in caso di intermediari stranieri, potresti essere sottoposto a doppia tassazione sui rendimenti. Quando acquisti prodotti cerca anche di capire se potresti essere penalizzato dai tassi di cambio.

Alcune delle principali App di microinvestimenti

Ecco ora una carrellata di alcune tra le più popolari App di Fintech, le informazioni riportate arrivano dai siti ufficiali.

Trade Republic

Trade Republic è una banca tedesca che offre accesso a strumenti finanziari, tra cui azioni, Etf e criptovalute. Gli utenti possono effettuare investimenti singoli o attivare piani di accumulo automatici. Ha una licenza bancaria rilasciata dalla Bce e autorizzazione di Consob in Italia. Da gennaio 2025 i clienti italiani hanno un iban italiano.

  • Costi: le operazioni prevedono un costo fisso per transazione, mentre i piani di accumulo consentono di investire gratuitamente in azioni, Etf o criptovalute.
  • Da sapere: la piattaforma è principalmente orientata all’autogestione, non è prevista un’offerta di servizi di consulenza finanziaria personalizzata, il che potrebbe non essere ideale per gli investitori meno esperti.

Gimme5

È un’app di fintech italiana sviluppata dalla società di gestione AcomeA SGR. Permette di investire in fondi comuni di investimento a partire da 5 euro. Gli utenti possono creare obiettivi di risparmio personalizzati e associare a ciascun obiettivo un investimento (l’auto, il viaggio, ecc). I fondi investiti sono gestiti da professionisti e custoditi in una banca depositaria. Gimme5 opera sotto la supervisione di Consob, Banca d’Italia e dal Ministero dell’ Economia e delle finanze (Mef).

  • Costi: non ci sono costi di attivazione o mantenimento. È previsto un costo fisso per operazioni di rimborso e switch, oltre a commissioni di gestione e di performance.
  • Da sapere: l’offerta di Gimme 5 si concentra esclusivamente su fondi comuni di investimento, potrebbe non soddisfare chi cerca una gamma più ampia di strumenti finanziari. I costi fissi per operazioni di rimborso e switch potrebbero incidere sulla redditività degli investimenti, soprattutto per importi ridotti. Meglio verificare di volta in volta.

eToro

È una piattaforma fondata in Israele nel 2007, che consente di investire in un’ampia gamma di prodotti, tra cui azioni, criptovalute, materie prime ecc. Opera come broker regolamentato dalla Cyprus Securities and Exchange Commission (CySEC) per l’area europea. La sua particolarità sta nel fatto che oltre al trading tradizionale, offre funzionalità di social trading, permettendo agli utenti di seguire e copiare le operazioni di trader. Pensata per investitori esperti, mette a disposizione degli utenti anche un conto “demo”, per esercitarsi.

  • Costi: le commissioni variano in base ai prodotti. Sono previste commissioni di conversione per valute diverse dal dollaro Usa, commissioni di prelievo e possibili costi di inattività.
  • Da sapere: eToro opera principalmente in dollari USA, il che significa che i depositi e i prelievi in altre valute sono soggetti a commissioni di conversione, aumentando potenzialmente i costi per gli utenti europei. Inoltre, la piattaforma applica una commissione mensile dopo un periodo di inattività, il che potrebbe penalizzare coloro che non effettuano operazioni regolari. Infine, c’è il tema dei rischi associati al social trading: la funzione di copia dei trader può esporre gli utenti ai rischi legati alle decisioni di investimento di terzi, non sempre in linea con il proprio profilo di rischio.

Tinaba

Tinaba è una App italiana che offre un conto corrente con Iban italiano e diversi servizi, tra cui conti deposito e salvadanaio, invio di denaro peer-to-peer, condivisione delle spese, raccolte fondi per progetti. In collaborazione con Banca Profilo, Tinaba offre anche servizi di investimento tramite un robo-advisor. Gli utenti possono accedere a servizi di investimento automatizzati basati sul proprio profilo di rischio, determinato attraverso la compilazione del questionario Mifid. L’offerta prevede portafogli personalizzati.

  • Costi: il servizio Conto Deposito non prevede né costi di apertura, né costi di gestione operativa o di chiusura. Costi e commissioni dei singoli prodotti di investimento sono invece consultabili tramite l’app o il sito web.
  • Difetti: la gamma di prodotti di investimento è abbastanza limitata. Gli investitori alla ricerca di strumenti più complessi potrebbero non trovare soddisfazione. I servizi di investimento sono forniti in collaborazione con Banca Profilo.

Scalable Capital

Scalable Capital è una fintech fondata nel 2014 a Monaco, in Germania, da ex-dirigenti di Goldman Sachs. Permette ai clienti di investire a partire da un euro su Etf e azioni. è autorizzata in Italia dalla Consob. Gli utenti possono scegliere tra diversi piani tariffari, effettuare operazioni singole o attivare piani di accumulo automatici. 

  • Costi: i clienti possono scegliere tra un piano gratuito che prevede costi per le singole operazioni e un piano a pagamento, in cui però le singole operazioni non hanno costi d’ordine.
  • Da sapere: la piattaforma si concentra principalmente sugli Etf, il che potrebbe non soddisfare gli investitori interessati a un numero e a una selezione più ampia di strumenti finanziari.

Moneyfarm

Anche se è considerata una App fintech, Moneyfarm è una società di consulenza finanziaria indipendente fondata in Italia nel 2011, e offre portafogli di investimento gestiti e consulenza personalizzata, curata da professionisti in carne ed ossa. La piattaforma è iscritta all’albo delle succursali di imprese extra-UE autorizzate dalla Consob, ed è autorizzata e regolata da Financial Conduct Authority. Dopo la compilazione del Mifid, ai clienti viene proposto un portafoglio di investimento tarato sul profilo di rischio e sugli obiettivi del singolo. Ogni utente ha un consulente dedicato disponibile.

  • Costi: le commissioni annue variano in base all’importo investito, comprendono la gestione attiva del portafoglio, i costi delle transazioni e l’accesso a un consulente dedicato.
  • Da sapere: rispetto ad altre soluzioni indipendenti, le commissioni possono essere relativamente elevate per i piccoli investimenti. Gl investitori più esperti, che desiderano una gestione più attiva del proprio portafoglio potrebbero preferire altre soluzioni.

Revolut

Revolut è una fintech britannica fondata nel 2015 per offrire servizi bancari digitali tramite un’app mobile, ha lanciato la poco la succursale italiana di Revolut Bank Uab, vigilata dalla Banca d’Italia e dalla Bce, e ha ampliato la sua offerta includendo servizi di investimento. I clienti hanno un iban italiano, che facilita operazioni come accredito dello stipendio, ecc oltre a poter aprire conti deposito con rendimenti garantiti,  possono dalla App fare trading di azioni, cripto, materie prime, Etf, ecc.

  • Costi: Revolut applica una struttura di commissioni variabile in base al piano scelto:quello standard include un numero limitato di operazioni gratuite al mese (le altre sono a pagamento) , mentre i piani premium e metal offrono un numero maggiore di operazioni gratuite mensili, ed eventuali operazioni aggiuntive comportano costi ridotti rispetto al piano Standard.
  • Da sapere: la sezione investimenti è concepita per un risparmiatore che si sa muovere in autonomia e conosce bene i mercati finanziari. Inoltre, potrebbero essere applicate commissioni per la conversione valutaria e altre spese associate a specifici tipi di investimento.
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