Le tasse da mettere in conto quando compri casa

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Anisa Harizaj
Anisa Harizaj

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Dopo la laurea in economia e una carriera in una multinazionale che si occupa di revisione contabile, oggi è Ceo e founder di Fox Investimenti, società specializzata in investimenti immobiliari.

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Quando diventiamo proprietari di un immobile è necessario che prendiamo confidenza con quelle che saranno le spese che dovremmo affrontare non solo in fase di acquisto del bene, ma anche durante tutto il periodo di possesso dell’immobile. Stiamo parlando delle tasse e delle imposte.

Prima di procedere a elencarle e analizzarle assieme, è bene fare una distinzione tra tasse ed imposte: le imposte sono quei tributi che bisogna versare quando si genera un qualsiasi guadagno oppure quando si registra una compravendita. Le tasse, invece, sono versamenti obbligatori che bisogna versare solo in cambio di un servizio, come avviene ad esempio per la tassa sui rifiuti.

Al momento della compravendita

Ora che abbiamo capito la differenza tra tasse ed imposte, vediamo quali sono quelle che riguardano tutte le situazioni in cui un bene è oggetto di un passaggio di proprietà:

  1. Imposta di registro
  2. Imposta catastale
  3. Imposta ipotecaria
  4. Imposta sul valore aggiunto

Il versamento delle prime tre imposte sopracitate (registro, catastale, ipotecaria) avviene nel momento in cui si stipula un atto di compravendita e vengono versate dal notaio. Più precisamente il notaio le versa nel momento in cui effettua la registrazione dell’atto di compravendita. Le imposte ipotecarie e catastali sono dovute e corrispondono a 50€ l’una se si usufruisce delle agevolazioni prima casa.

L’IVA o Imposta sul Valore Aggiunto, invece, è un’imposta indiretta, e come tutte le imposte indirette viene applicata solamente e direttamente quando si scambia il bene. A seconda che il venditore/acquirente sia un privato o un’impresa, l’IVA deve essere applicata in modo diverso:

  1. Se la compravendita non è oggetto di un’attività commerciale, l’acquirente non paga l’IVA, infatti chiederà al notaio l’applicazione del calcolo dell’imposta di registro sul valore catastale (caso di vendita tra privati).
  2. Se la compravendita è oggetto di un’attività commerciale, dove appunto il venditore è un’impresa, allora la vendita è soggetta ad IVA. In particolare, se la casa è stata costruita ed ultimata entro cinque anni oppure se il costruttore/venditore sceglie di vendere l’immobile con IVA.

Le aliquote che vengono applicate seguono sia la natura del venditore, sia le caratteristiche dell’abitazione sia lo scopo dell’acquisto. Infatti, esistono tre fasce di imposizione:

  1. 22% per i beni immobili rientranti nelle categorie Catastali:
  2. A1 abitazioni signorili
  3. A8 abitazioni in ville
  4. A9 castelli e palazzi eminenti
  5. 10% se si acquista come seconda casa
  6. 4%:per l’acquisto della prima casa se si posseggono i requisiti-

Durante il periodo di possesso

Infine, ci sono le imposte e le tasse di natura patrimoniale, ossia sono basate sul possesso dell’immobile, e sono l’IMU e la TARI.

L’IMU, ossia imposta municipale propria è dovuta per il possesso di fabbricati, abitazioni di lusso, ville, castelli, palazzi a esclusione delle abitazioni principali (non è dovuta per le prime case).

La TARI, ossia tassa sui rifiuti, è dovuta se alla base c’è il presupposto che esista il possesso a qualsiasi titolo di locali suscettibili a produrre rifiuti urbani. Viene calcolata con una quota fissa sulla base dei metri quadri e una quota variabile sul numero degli occupanti.

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