Cos’è un piano di risparmio e come rispettarlo

Risparmiare è la sfida più grande per la maggior parte di noi. Ma può diventare facile quasi come bere un bicchier d’acqua, se evitiamo i tagli a pioggia e attiviamo una strategia mirata. Con il contributo degli esperti di Rame abbiamo stilato una guida che in pochi passaggi – dalla lista delle uscite al check “emozionale” delle spese – ti aiuta a calcolare il tuo potere di risparmio, e a capire come arrivare all’obiettivo ogni mese senza troppe sofferenze. Bastano una calcolatrice, un paio di buone abitudini e qualche “trucco” preso in prestito dai vecchi rimedi della nonna.

Tempo di lettura: 7 minuti

Giorgia Nardelli
Giorgia Nardelli

di

Giornalista esperta di diritti dei consumatori e finanza personale.

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Foto di Annie Spratt.

Imparare a risparmiare è uno dei principali obiettivi finanziari di tutti noi. Indipendentemente dall’uso che faremo del denaro accantonato, riuscire a raggiungere la somma desiderata è fondamentale. Ma per essere in grado di tagliare spese superflue e meno superflue, e accantonare dei soldi con metodo, c’è bisogno di avere il controllo delle proprie uscite, e di impostare una buona pianificazione. In altre parole, dobbiamo sapere con un certa precisione quanti soldi entrano, quanti escono e soprattutto dove vanno a finire. Vediamo come si ottiene questo risultato.

Primo: definire le priorità

Avere chiaro l’obiettivo è importante per tenere alta la motivazione. A volte la meta è sotto i nostri occhi – come nel caso di un grosso debito da ripagare –, ma più spesso le esigenze sono più di una, e magari ricadono tutte nello stesso arco temporale. La cosa migliore che possiamo fare è quindi mettere ordine, dandoci delle priorità. Come? Scrivendo una lista delle necessità, non dimenticando di indicare per ciascuna la scadenza temporale. Il passo successivo sarà indicare accanto all’obiettivo la somma che ci occorre. Va segnata a priori e frazionata per mesi, così da frazionare l’obiettivo e averlo chiaro mese dopo mese, e scardinare la brutta abitudine che ci porta a mettere da parte “quello che avanza” (se avanza), anziché direzionare le nostre decisioni finanziarie in base a quanto ci occorre. 

La lista delle uscite

Dopo avere chiarito quanto serve e in quanto tempo, arriva il momento di dare un occhio ai propri flussi di cassa. Se si vuole agire con metodo e mettere in atto un piano di rientro, sarà infatti necessario analizzare entrate e uscite. La cosa viene più facile se abbiamo già un bilancio personale o familiare – ne abbiamo parlato qui, dove consigliamo le App, ma se scarichi la App di Rame troverai nel percorso un tool progettato dal nostro team di esperti. Se non si è ancora iniziato a rendicontare le nostre attività finanziarie, la cosa più semplice da fare è partire dall’estratto conto bancario degli ultimi tre mesi, e cercare di analizzare le uscite dividendole per capitoli (casa, bollette, auto e altre spese fisse, ma anche abbigliamento, intrattenimento, ristoranti, ecc…).

Come accantonare i soldi mensilmente: no ai tagli a pioggia

Perché partire dal bilancio? Perché i tagli a pioggia non sono sempre efficaci, e comportano spesso rinunce che si potrebbero evitare. Il passo successivo alla fotografia delle uscite medie mensili, è infatti quello di passare in rassegna i diversi capitoli di spesa, e capire cosa si può tagliare e di quanto. Partiamo dalle spese “necessarie”, quelle che nascono da un bisogno. La cosa da chiedersi di fronte a ogni voce è: “Si può tagliare, anche in parte, questo costo?”. Non si tratta di dare un giudizio di valore, né di fare chissà quali calcoli. Bisogna solamente ragionare sul fatto che una spesa sia potenzialmente limitabile o meno, ed eventualmente come. Prendiamo i costi di carburante auto: se sono già al minimo e l’auto viene usata solo per gli spostamenti necessari, non c’è nulla da fare. Se invece si può decidere che al mattino si va al lavoro a piedi o in bici, la spesa della benzina può essere limata. Lo stesso si può fare controllando le bollette del telefono, fisso e mobile – siamo sicuri che la nostra tariffa è ancora concorrenziale? –, tagliando tout court un abbonamento a un servizio che non usiamo più, verificando i costi dell’Rc auto e della palestra: perché continuare a tenere l’abbonamento “full”, se ci andiamo solo al mattino? 

Le spese legate alle emozioni 

Non esistono però solo le spese legate ai bisogni. Ci sono anche uscite che nascono da un desiderio, quelle che comunemente consideriamo voluttuarie. Se si vuole evitare che il piano finanziario sia solo “lacrime e sangue”, è qui che dobbiamo soffermarci con maggiore attenzione. Il punto, nel momento in cui passiamo in rassegna le varie voci, non è tanto chiedersi se sfoltirle o eliminarle, quanto riflettere sulla sensazione che ognuna di esse ci ha procurato. L’ideale sarebbe collegare ogni spesa all’emozione che ci ha regalato, dividendole tra quelle che ci hanno fatto stare bene, e quelle che di cui ci siamo pentiti. In tutto questo, meglio ancora sarebbe sottolineare quelle spese di cui proprio non possiamo fare a meno, perché sono necessarie a mantenere alta o a livelli almeno accettabili la qualità della nostra vita. Può trattarsi semplicemente del cinema della domenica, dell’acquisto al mercatino rionale del mercoledì, l’aperitivo del venerdì, i libri mensili o il viaggio annuale. Quando decidiamo cosa tagliare e di quanto, teniamo conto di questi aspetti. Concepito in questo modo, il piano di risparmio sarà meno doloroso e ci farà concentrare sulle spese che tutto sommato si sono rivelate inutili, come la cena nel ristorante stellato per fare bella figura con i colleghi, l’ennesimo paio di pantaloni neri o il bombolone del mattino che ci fa salire solo il colesterolo.

Quanto bisogna risparmiare ogni mese

Cosa fare dopo? Semplice: calcolare voce per voce quanto si può tagliare, mettere per iscritto come si intende raggiungere quella cifra, e sommare le diverse voci. Non è un’operazione da fare tutta in una volta, richiede concentrazione, e si può decidere di farla anche in più riprese. Fatta la somma si va a verificare se la quota che ci siamo prefissi di accantonare ogni mese coincide con l’obiettivo iniziale. Poniamo che non sia così, e mettiamo che tra tagli e restrizioni, arriviamo a racimolare 150 euro al mese, mentre ce ne servirebbero 200, per totalizzare 1.200 euro all’anno. Le strade sono due: tornare sul bilancio, procedere con ulteriori tagli, che saranno necessariamente più dolorosi, o trovare una strada per racimolare i 50 euro mancanti (qualche ora di straordinario al mese, la vendita di qualche bene che non usiamo più), o rivedere l’orizzonte temporale del nostro obiettivo, allungandolo. L’aspetto che più conta, secondo gli esperti, è mettere per iscritto questi conteggi, perché servirà a dare loro concretezza. Solo avendo chiaro quanto possiamo spendere ogni mese, per ogni voce, riusciremo a raggiungere il traguardo e a rispettare il nostro piano finanziario.

I “trucchi” per rispettare il piano di risparmio

  • Il gioco delle buste

Ci sono degli accorgimenti per essere sicuri di avere sotto controllo il limite di spesa di ogni voce, e uno di questi è il “vecchio” metodo delle buste, usato dai nostri nonni. Qualche generazione fa, chi teneva i conti in casa usavano dividere i soldi dello stipendio in barattoli di latta o buste di carta, infilando in ciascuno di essi i soldi che quel mese avrebbero dovuto spendere per ogni singola voce: c’era quello per il cibo, quello per l’affitto, per i vestiti dei figli, ecc. Noi possiamo fare qualcosa di simile, creando “barattoli virtuali” indicando quanto spendere per ciascun capitolo di spesa, con carta e penna, o usando un tool per il budget familiare, e assegnando appunto un limite mensile a ogni voce di costo. Il punto è spendere solo il denaro disponibile in ogni “busta”, fino al prossimo stipendio. 

  • Il controllo del budget

Non occorre controllare ogni giorno a che punto siamo, anzi, è controproducente, perché farlo troppo spesso rischia di trasformarlo in un’ossessione. Le uscite vanno però contabilizzate di volta in volta, ogni giorno o una volta a settimana, a seconda di come è più comodo, e va fatto un check periodico. Almeno ogni dieci giorni, è bene buttare un occhio sulle uscite, e verificare che tutto stia andando per il verso giusto. È un modo intelligente per darci più margine di reazione nel caso in cui, per fare un esempio banale, scoprissimo che il 15 del mese abbiamo sforato alla voce “cene fuori” o abbiamo già divorato buona parte dello stipendio. Il rimedio in questi casi ricorda la teoria dei vasi comunicanti: se andiamo fuori budget da una parte, possiamo tagliare qualche altra spesa, mantenendo così l’equilibrio. 

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