Che tutele ho se mi ammalo?
Quandi ci si ammala di una malattia importante la vita non è più la stessa, non solo per i disagi e i problemi legati all’aspetto sanitario. Le spese aumentano e continuare a lavorare e a svolgere le stesse attività di prima non è sempre possibile. A volte bisogna fermarsi, almeno per un po’. Lo Stato prevede delle tutele in questi casi, ma per ottenerle bisogna conoscerle, e fare di volta in volta domanda. Ecco una piccola guida con i consigli e le principali cose da sapere.
Tempo di lettura: 7 minuti
di Giorgia Nardelli
Giornalista esperta di diritti dei consumatori e finanza personale.
- Il primo step: il certificato medico
- Come si richiede l'assegno mensile di invalidità, e le altre tutele
- A cosa dà diritto l’invalidità civile
- L’handicap e la legge 104
- La riforma della disabilità e le novità in arrivo
- I benefici per la pensione
- L’esenzione dal ticket
- Tutele e facilitazioni nei contratti di lavoro
Nella vita di tutti noi succede di ammalarsi, ma volte la malattia o le sue conseguenze sono così ingombranti che tornare a fare quello che si faceva prima non è più possibile. Oppure bisogna fermarsi, anche solo per un po’. In queste situazioni lo Stato italiano prevede delle tutele, anche economiche, ma per ottenerle c’è bisogno di conoscerle, e di richiederle. Alcuni, come Giovanna, lo hanno imparato a proprie spese, scoprendo solo anni dopo l’asportazione di un seno e sei mesi di chemioterapia, che avrebbe avuto diritto a un’indennità. Quei soldi l’avrebbero aiutata a tirare un respiro, invece ha continuato a lavorare per tutto il tempo, nonostante la fatica e i disagi. «Succede non raramente, purtroppo», conferma Elisabetta Iannelli, vicepresidente dell’Associazione italiana malati di cancro, parenti e amici (Aimac). «A volte i malati neppure vengono avvisati del fatto che hanno diritto all’esenzione del ticket. Ma io dico sempre che un diritto ignorato è un diritto negato. Se non conosco i miei diritti non posso neanche esigerli, e chi ha una patologia importante dovrebbe avere le informazioni necessarie per gestire anche nel quotidiano anche gli aspetti non strettamente sanitari». Ecco allora una miniguida con le cose da sapere e i link per approfondire alcuni aspetti.
Il primo step: il certificato medico
Quando si scopre di avere una malattia importante, la prima cosa da fare è rivolgersi al medico di famiglia o a un medico abilitato presso l’Inps per questo tipo di pratiche, perché attesti la patologia e le terapie seguite. L’invio di questo documento all’Inps (è compito del medico) è necessario per avviare l’iter per ottenere sia l’invalidità civile sia la certificazione dell’handicap, che sono la conditio sine qua non per avere accesso a determinati benefici fiscali, economici, sul lavoro, ecc. Una volta inviato il certificato, il paziente ha 90 giorni di tempo per compilare la domanda vera e propria dal sito Inps. Le due procedure (invalidità e handicap) dovrebbero essere unificate per legge, ma associazioni come l’Aimac, per esempio, consigliano di specificare nella domanda se si intende usufruire anche dei benefici previsti dalla legge sull’handicap – qui un approfondimento utile. «Essenziale è muoversi subito», spiega Elisabetta Iannelli, «perché eventuali benefici e agevolazioni scattano solo a partire dal mese successivo alla presentazione della domanda, non sono retroattivi». L’Aimac ha anche pubblicato una guida e un compendio con i diritti in pillole con tutte le indicazioni per muoversi e orientarsi.
Come si richiede l’assegno mensile di invalidità, e le altre tutele
Volendo, spiega Giuseppe Colletti del patronato Inca Cgil, ci si può rivolgere direttamente a un patronato, purché sia competente. «Nei nostri uffici abbiamo medici legali accreditati per questo tipo di pratica che esaminano direttamente la documentazione medica e sanitaria e danno una valutazione iniziale, per poi dare il via all’iter. È comunque importante affidarsi a persone esperte e competenti, perché anche in caso di rigetto della domanda possano assistere il cittadini. L’iter prevede che il malato sia convocato per una visita dalla Commissione medica dell’Inps o della Asl, a seconda della regione, e che il verbale venga emesso entro 90 giorni. L’intervallo scende a 15 per i malati oncologici». Molti consigliano di farsi accompagnare da un alla visita della Commissione medico-legale medico di fiducia, perché possa illustrare meglio la documentazione sanitaria. «In alcune regioni, dove le commissioni mediche sono gestite dall’Inps, è possibile anche fare richiesta di visita a domicilio all’atto della domanda, inviando la certificazione». Qui una guida dell’Inca Cgil.
A cosa dà diritto l’invalidità civile
A seconda della percentuale di invalidità riconosciuta dalla commissione medica, chi è sotto determinati parametri di reddito può ottenere determinate prestazioni economiche che vanno da quelle di tipo assistenziale per chi ha redditi sotto una certa soglia, come per esempio la pensione di inabilità civile (se l’invalidità è al 100%) o l’assegno di invalidità civile (74%-99%). Ci sono poi le prestazioni di tipo previdenziale, come l’assegno ordinario di invalidità per i lavoratori che hanno subito una diminuzione della capacità lavorativa, e che si può richiedere anche se si continua a prestare servizio, e riguarda sia i dipendenti sia gli autonomi iscritti alla gestione separata Inps. I professionisti iscritti alle altre casse previdenziali dovranno rivolgersi al proprio ente previdenziale, ciascuno di questi prevede per regolamento delle tutele e delle facilitazioni specifiche, ma la situazione non è omogenea. Per i minori, invece, è prevista un’indennità di frequenza, che viene concessa indipendentemente dal reddito. «È importante informarsi su tutti questi aspetti, di cui purtroppo molti cittadini sono inconsapevoli, lo vediamo dalle lettere e richieste che ci arrivano in patronato. Per esempio, non tutti sono al corrente del fatto che lo stato di invalidità può essere riconosciuto per tutta la vita oppure, per alcune patologie come i tumori, anche solo per un periodo limitato, per esempio per la durata delle cure. In questo caso il paziente si sottoporrà a visite periodiche per l’aggiornamento, e la percentuale potrà salire o scendere a seconda delle sue condizioni di salute», aggiunge Colletti.
L’handicap e la legge 104
C’è poi il riconoscimento dell’handicap, che si ottiene con la medesima pratica, e ha un’altra funzione. Questo dà non solo benefici fiscali (detrazioni e Iva agevolata per certi servizi e prodotti, per esempio – qui la guida dell’Agenzia delle entrate dove trovi le specifiche per chi ha un handicap), ma anche, nel caso in cui venga attestato l’handicap grave , importanti tutele in ambito lavorativo: per esempio congedi e permessi retribuiti anche per il familiare che assiste, in virtù della legge 104/92. I malati di cancro, per esempio, possono ottenere il riconoscimento dello stato di handicap in situazione di gravità anche solo per il periodo delle cure.
La riforma della disabilità e le novità in arrivo
Le cose stanno per cambiare, in meglio, spiega Colletti. «Sta per partire la riforma della disabilità, che dovrebbe semplificare l’iter per tutti i pazienti. Le prestazioni restano le medesime ma cambiano alcuni aspetti formali. Ad oggi il cittadino deve seguire un percorso che prevede il certificato medico e poi la domanda di prestazione, una volta entrata in vigore la riforma la valutazione che verrà fatta sul certificato medico sarà una valutazione generale sullo stato del paziente, da cui partirà la commissione medica dell’Inps per il certificato finale. Con quell’unico certificato il cittadino potrà ottenere varie prestazioni in maniera automatica. Dal 2025 partirà la sperimentazione nelle province di Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia, Salerno, Sassari e Trieste, e si allargherà poi al resto d’Italia», spiega l’esperto.
I benefici per la pensione
Anche nell’ottica della pensione vengono riconosciute dall’Inps delle facilitazioni a chi ha un’invalidità accertata. Chi ha una percentuale pari o superiore al 75%, ha diritto a 2 mesi di contributi figurativi per ogni anno di servizio prestato come invalido, fino a un massimo di 5 anni. Anche in questo caso, però, è necessario fare richiesta all’Inps, perché il beneficio non è automatico.
L’esenzione dal ticket
In linea di massima, quando c’è una patologia cronica o comunque una malattia o uno stato che prevede il riconoscimento dell’esenzione dal ticket, dovrebbero essere i medici a indicare come fare richiesta. In ogni caso, la domanda va inviata alla Asl di competenza, che dopo avere verificato i requisiti rilascia un attestato con il relativo codice di esenzione. Questi dà diritto appunto all’esenzione totale dal pagamento del ticket per farmaci, visite ed esami diagnostici legati alla cura e al controllo della malattia o a eventuali complicanze, per la riabilitazione e per la prevenzione degli ulteriori aggravamenti. Il riconoscimento di un’invalidità civile del 100% dà diritto all’esenzione totale dal ticket per qualsiasi patologia.
Tutele e facilitazioni nei contratti di lavoro
Per chi ha un contratto di lavoro subordinato, inoltre, il consiglio di informarsi subito se nel contratto collettivo sono incluse tutele aggiuntive. In alcuni casi, infatti, sono previsti giorni di malattia supplementari per giorni di ricovero o di day hospital dovuti a terapie salvavita, o giorni di ferie solidali che i colleghi possono donare a chi è in difficoltà, o deve assistere familiari o figli. La parola d’ordine, insomma, è chiedere.