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Opzione donna e gli altri, come andare in pensione anticipata

Da opzione donna a Quota 103, le misure per la pensione anticipata sono state rinnovate con la legge di Bilancio 2025. Ecco le cose da sapere e gli aspetti a cui fare attenzione. Non sempre, infatti l’opzione di uscita anticipata è vantaggiosa.

Tempo di lettura: 4 minuti

Pensione anticipata
Foto di Matt Bennett

Assieme alle novità introdotte nel 2025, l’ultima legge di Bilancio ha prorogato con qualche modifica alcune misure che consentono di usufruire della pensione anticipata o comunque di uscire prima dal lavoro. Anche quest’anno sarà quindi possibile, a certe condizioni, utilizzare questi strumenti strumenti. Ecco i principali e a cosa fare attenzione.

Pensione anticipata, Quota 103

Confermato per il 2025 l’accesso alla pensione anticipata per chi raggiunge entro il 31 dicembre 62 anni di età e 41 anni di contributi. Va considerato, però, che per il raggiungimento dei 41 anni si contano solo le contribuzioni versate in gestioni Inps, non quelle versate alle casse professionali. Inoltre, sono state confermate le finestre di 7 mesi per il settore privato e di 9 mesi per il settore pubblico. Questo significa che una volta maturato l’ultimo dei 2 requisiti – età e contribuzione – è necessario che trascorrano 7 o 9 mesi prima di poter percepire la pensione.

La pensione viene interamente calcolata con il sistema contributivo e fino al raggiungimento dell’età utile per la pensione di vecchiaia (ad oggi 67 anni) non potrà superare il limite massimo di 2.467 euro mensili. Superata la soglia, si percepirà la pensione di vecchiaia, il cui ammontare sarà determinato sulla base dei contributi versati.

I punti da valutare

  • Il sistema di calcolo: la pensione di quota 103 è calcolata con il sistema contributivo, e non con il misto, come si dovrebbe in questi casi, e il metodo di calcolo non cambierà al raggiungimento dei 67 anni. Andrà quindi valutata bene la differenza, perché il passaggio a quota 103 potrebbe essere penalizzante.
  • Le perdite in denaro: la pensione di quota 103 non può superare i 2.467 euro mensili. Solo al raggiungimento dei 67 anni si otterrà la pensione “piena”, calcolata sulla base dei contributi, quanto perso negli anni precedenti non sarà recuperabile.
  • Le finestre, specie per le donne: l’accesso a pensione di anzianità è previsto con 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini. Se consideriamo anche i 3 mesi di finestra, la differenza tra l’uno e l’altro accesso per una donna si riducono a 4 o 6 mesi. Possiamo dire quindi che quota 103 è più allettante per gli uomini che possono anticipare di 16 o 18 mesi l’uscita dal lavoro. Non così per le donne.
  • L’incumulabilità con altri redditi da lavoro: se l’intenzione è quella di chiedere la pensione anticipata per dedicarsi alla libera professione o un’attività autonoma, non è questo lo strumento giusto: quota 103 non è compatibile con lo svolgimento di attività lavorative.

Pensione anticipata, Opzione Donna 

Viene confermata con le restrizioni attuali (possono accedervi solo caregivers, invalide al 74% e disoccupate) a condizione che abbiano raggiunto 61 anni di età e 35 anni di contributi al 31 dicembre 2024. Resta lo sconto di un anno di contributi per ogni figlio, fino a un massimo di due anni, e le finestre mobili di 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome. fatta la richiesta, bisognerà quindi attendere nel migliore dei casi un anno prima di vedere la pensione.

I punti da valutare

  • L’assegno pensionistico: la pensione di Opzione Donna è calcolata interamente con il sistema contributivo. Il principio alla base del sistema contributivo è che più tardi si va in pensione maggiore è l’importo del trattamento che potrà essere ottenuto, perché minore è l’aspettativa di vita del beneficiario. Un’anticipata contributiva è quindi penalizzante.
  • Il conteggio dei contributi: per il raggiungimento dei 35 anni di anzianità contributiva contano solo i contributi effettivi e non i figurativi (es. Naspi, Cassa integrazione, Maternità etc…), che quindi non hanno alcun valore.

Pensione anticipata, l’Ape Sociale 

Viene prorogata sino al 31 dicembre 2025 sempre con il raggiungimento del requisito anagrafico di 63 anni e 5 mesi. Non ci sono cambiamenti in merito alle categorie beneficiarie (disoccupati, caregivers, invalidi e addetti a mansioni gravose), non cambiano nemmeno i requisiti contributivi pari a 30 anni per tutte le categorie tranne gli addetti a mansioni gravose per cui è di 36. I contributi utili sono solo quelli residenti nelle casse Inps non quelli versati alle casse professionali.

I punti da valutare

  • Il tetto all’assegno: l’assegno è calcolato col sistema del richiedente (quindi o misto o contributivo) ma con un tetto massimo pari a 1.500 euro lorde mensili, senza tredicesima fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia a 67 anni.
  • L’incompatibilità con altre attività: anche in questo caso vige la regola dell’incumulabilità totale della prestazione con i redditi di lavoro dipendente e autonomo.
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