Come gestisce i soldi l’amministratore di sostegno?

L’amministratore di sostegno è una figura prevista dalla legge per tutelare persone fragili, aiutandole nella gestione dei propri interessi senza comprometterne la dignità e la capacità di agire. In questo articolo andremo a vedere nello specifico come funziona il processo di nomina, i poteri dell’amministrazione e i limiti di spesa a suo carico.

Tempo di lettura: 4 minuti

Maria Grazia Di Nella
Maria Grazia Di Nella

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Avvocata esperta in diritto della famiglia, delle persone e dei minori. Su Rame risponde alle domande della community sui diritti e doveri nelle relazioni familiari.

amministratore di sostegno
Foto di Neal Johnson

La domanda

Buongiorno,

sono amministratore di sostegno di mio padre di 86 anni. Vorrei mettere al sicuro una somma di circa 6000 euro per essere sicura di avere i fondi per le spese finali di mio padre. Quali potrebbero essere le possibili soluzioni?

Carissima,

grazie per la tua domanda che mi dà l’occasione di parlare di un figura di tutela prevista dalla nostra normativa a protezione di tutte le persone fragili, sempre più utilizzata accanto agli anziani, ai giovani maggiorenni e agli adulti con disturbi comportamentali.

Cosa fa l’amministratore di sostegno

L’amministratore di sostegno è un istituto introdotto dalla legge n. 6 del 9 gennaio 2004 a tutela delle persone che si trovano in un momento – anche transitorio e parziale – nella difficoltà o  impossibilità  di svolgere e le attività della vita quotidiana ed i propri interessi senza che il beneficiario della tutela perda la capacità di agire per tutti gli atti di straordinaria amministrazione per i quali è prevista l’assistenza dell’amministratore e quelli necessari alle sue esigenze quotidiane. La finalità della normativa è, infatti, quella di non mortificare la persona, evitando o riducendo, quanto più possibile, la limitazione della capacità di agire dell’interessato così da non intaccare la sua dignità personale.

In che casi si può ricorrere all’amministratore di sostegno

Per questo motivo, con il tempo l’istituto dell’amministrazione di sostegno è sempre più utilizzato non solo in caso di “infermità” o “menomazione fisica o psichica” ma anche a tutela di persone maggiorenni che manifestano difficoltà nella gestione del denaro (i così detti “prodighi”), a tutela dei tossicodipendenti, degli alcolisti, delle persone dipendenti dal gioco, dal sesso e anche dallo shopping.

Chi può chiedere la nomina 

La richiesta di nomina dell’amministratore di sostegno può essere fatta dallo stesso beneficiario, dal coniuge, dal convivente, dai figli e parenti entro il IV grado ovvero dal medico curante ed è di competenza del Giudice Tutelare del luogo di residenza del beneficiario.

Il decreto di nomina e i limiti di spesa

Il decreto di nomina dell’amministratore di sostegno che preferibilmente è scelto tenuto conto delle indicazioni del beneficiario e dei legami familiari, deve contenere l’indicazione della precisa finalità dell’incarico e degli atti che l’amministratore di sostegno ha il potere di compiere in nome e per conto del beneficiario, degli atti che il beneficiario può compiere solo e quelli che può compiere con l’assistenza dell’amministratore di sostegno e del limite, normalmente su base mensile, delle spese che l’amministratore di sostegno può sostenere con utilizzo delle somme di cui il beneficiario ha la disponibilità e l’elenco degli atti di straordinaria amministrazione che necessitano specifica autorizzazione da parte del Giudice Tutelare.

Come è regolata l’amministrazione del denaro

Nel decreto di nomina è anche specificata la periodicità, normalmente annuale, per riferire al Giudice circa l’attività svolta depositando uno specifico rendiconto economico correlato dalla documentazione delle uscite (fatture e/o scontrini), estratti conto correnti ed rendiconto dei conti amministrati. In questo modo il Giudice ha la conoscenza esatta del patrimonio della persona fragile e il controllo dell’operato dell’amministratore potendo così verificare che le sostanze siano destinate al benessere dell’amministrato e non siano sottratte per fini differenti da quelle per le quali lo ha nominato.

Investimenti possibili, ma con l’ok del giudice

Arrivando quindi alla tua domanda, avrai già compreso che in qualità di amministratore di sostegno non potrai “mettere da parte” degli importi di tuo padre “per le spese finali”. Visto il tuo ruolo, però potrai chiedere al Giudice di poterne effettuare degli investimenti. Attenzione: l’investimento è, però, un atto di straordinaria amministrazione che deve essere autorizzato nei tempi, nell’importo e nei modi dal Giudice Tutelare. Al fine di evitare al minimo il rischio, normalmente i Giudici preferiscono indicare investimenti in Titoli di Stato italiani ovvero assicurazioni “Ramo Uno” (assicurazioni sulla vita che garantiscono la restituzione del capitale investito a scadenza), ma poiché la finalità dell’istituto è quella di garantire le necessità del beneficiario in vita, ogni investimento dovrà essere svincolato se necessario per garantirne le necessità primarie di tuo padre mentre è ancora in vita. 

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