Come mi proteggo dall’inflazione?
Più l’inflazione sale, più il nostro portafoglio si restringe. Rispetto a un anno fa, il costo della vita si è impennato: il carrello della spesa segna +12,7%. Per una famiglia con un figlio equivale a un rincaro di 2.114 euro all’anno, di cui 916 euro solo per cibi e bevande. Ecco perché, oggi più che mai è vitale proteggere il nostro portafoglio, prima al supermercato, e poi con il resto.
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di Giorgia Nardelli
Giornalista esperta di diritti dei consumatori e finanza personale.
La relazione è inversamente proporzionale e l’abbiamo imparato a nostre spese: più l’inflazione sale, più il nostro portafoglio si restringe. E da mesi, ormai, l’andazzo è lo stesso: rispetto a un anno fa, il costo della vita si è impennato, mettendo a dura prova il potere di risparmio delle famiglie. A marzo 2023, ultimo dato utile, il crollo dei prezzi dell’energia ha portato l’inflazione a segnare un +7,7% sul febbraio dell’anno precedente. Ma il carrello della spesa, che è poi quello che incide maggiormente sui costi delle famiglie più numerose e su chi ha meno denaro da spendere, segna +12,7%. Per una famiglia con un figlio equivale a un rincaro di 2.114 euro all’anno, di cui 916 euro solo per cibi e bevande, secondo l’Unione nazionale consumatori. Ecco perché, oggi più che mai è vitale proteggere il nostro portafoglio, prima al supermercato, e poi con il resto.
Occhio alla sgrammatura…
Difficile di questi tempi sfuggire ai rincari, possiamo però compensare i rialzi imparando a riconoscere i “trucchi” di produttori e rivenditori, che ci inducono a spendere di più di quello che crediamo. Un esempio? I più attenti di noi sono abituati a confrontare i prezzi dei singoli prodotti per scegliere il meno caro. Fino a ieri questo metodo andava bene, ma oggi mostra un grosso punto di debolezza. La ragione si chiama shrinkflation o sgrammatura. «Molte delle confezioni in vendita si sono “ristrette” senza che ce ne siamo resi conto. Noi crediamo di comprare la stessa confezione di biscotti di sempre, in realtà ne portiamo a casa meno, allo stesso prezzo di prima», spiega Mauro Antonelli dell’Unione nazionale consumatori. L’associazione ha appena segnalato all’Antitrust le colombe pasquali da 750 grammi, vendute in confezioni simili a quelle da 1 Kg. Ma è già successo con moltissimi prodotti: ci sono pacchi di pasta che ne contengono 400 grammi anziché mezzo chilo, c’è il caffè da 225 grammi e non più da 250, la mozzarella da 100 grammi invece dei tradizionali 125, la carta da forno da 6 metri, quando era di 8. Il prezzo è uguale al risultato, e cioè che paghiamo la stessa somma per comprare meno.
Nello stesso tempo, come ha sempre scoperto l’Unione nazionale consumatori, altri prodotti sono in vendita in confezioni enormi semivuote, un espediente che porta il consumatore a credere che quella scatola contenga molto più cibo di quanto ce ne sia effettivamente. «L’errore in cui potremmo cadere è di scambiare per più conveniente un prodotto solo perché ci sembra meno caro o più grande, quando non è così. «Per proteggersi, la sola cosa da fare è guardare il prezzo di ogni prodotto al chilo o al litro, e fare dei confronti partendo da lì», spiega Antonelli.
…e alle offerte sul volantone
Per molti di noi è un’assoluta novità, ma il fatto che un prodotto stia sul volantone dell’ipermercato non significa automaticamente che ci sia uno sconto, avverte Antonelli. «Sono lì perché il produttore ha pagato la sponsorizzazione, ma non perché il loro prezzo sia particolarmente vantaggioso. I prodotti davvero in offerta sono contrassegnati da una dicitura o un claim specifico, e ogni insegna ha la sua per sottolineare la convenienza: orientiamoci su questi». Oltre al classico “sotto costo” o “offerta” ci sono indicazioni come “prezzi corti” “prezzi pop” e simili. Dunque, anche in questo caso, vale la regola del confronto. «Anche un po’ di memoria aiuta, segnarsi quanto paghiamo almeno i prodotti che acquistiamo più abitualmente, può servirci a fare confronti anche su diversi punti vendita».
La regola d’oro: aspettare
«Quello che dobbiamo assolutamente chiarire è che questo non è il momento di fare acquisti non necessari, o grandi scorte di cibo», prosegue l’esperto. «I prezzi stanno ora toccando il massimo storico, bisogna stare alla finestra. La speranza è che l’abbassamento del prezzo del gas prima o poi porti un abbassamento dei prezzi, anche se non è detto. Meglio esaurire le scorte di ciò che abbiamo in casa e restare alla finestra, rimandando i grandi acquisti». Che è un po’ quello che stanno facendo gli italiani. Secondo i dati riportati su Repubblica, il calo dei volumi di vendita nella grande distribuzione è stato tra gennaio e febbraio del 4,9%.
Stai alla larga dai dark pattern del web
Attenzione anche agli acquisti online. In questo caso dobbiamo evitare di lasciarci tentare e comprare qualcosa di cui non abbiamo veramente bisogno. Occhio quindi ai siti di vendite a alle App dello shopping: secondo un report della Commissione europea, il 97% dei siti web o delle app più popolari ha impiegato tecniche ingannevoli per indurre i consumatori a fare acquisti. Tecnicamente sono definite “dark pattern”, e sono finestre, banner, popup, che, per esempio, ci “avvisano” che un’offerta sta per scadere o l’occasione potrebbe sfuggire, mostrandoci conti alla rovescia o informandoci che qualcun altro sta cercando di comprare lo stesso articolo su cui ci siamo soffermati. Sono pratiche scorrette. «Tenersi alla larga e uscire subito dal sito quando compaiono messaggi del genere ci aiuta a evitare clic di cui potremmo pentirci», consiglia Antonelli.
Proteggi anche i tuoi risparmi
«Con il costo del denaro in salita, anche i nostri risparmi diminuiscono in valore. Inoltre questo può essere il momento opportuno per fare investimenti, naturalmente a condizione che i rendimenti promessi siano rapportati al nostro profilo di rischio», dice Antonelli. «Quando investiamo il nostro denaro, inoltre, dobbiamo tenere conto del tasso di interesse offerto reale. Cosa significa? Che dobbiamo sottrarre al tasso offerto (quello nominale), il valore dell’inflazione, sarà quello il nostro reale guadagno. In questo momento gli investimenti consigliati sono i Btp indicizzati all’inflazione, perché ciò che offrono è al netto dell’inflazione, e protegge il potere d’acquisto». Ne abbiamo parlato anche qui.
La challenge che aiuta a rientrare nel budget
Se vuoi provare a frenare l’impulso di spendere, e allo stesso tempo compensare il caro prezzi risparmiando sul budget, prova con la “seven-day, no-spend challenge”. Per una settimana, elimina tutte le spese che non sono strettamente necessarie: potrai evitare tutti gli acquisti d’impulso e quelle superflue, come cene da asporto. Segnare man mano i progressi e gli acquisti evitati, con il relativo risparmio, servirà a motivarti.