Come scelgo un conto corrente conveniente? 

Secondo Altroconsumo i costi dei conti “tradizionali” sono aumentati dell’8,7% negli ultimi 12 mesi, quelli dei conti online del 2,2%.

Tempo di lettura: 7 minuti

Giorgia Nardelli
Giorgia Nardelli

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Giornalista esperta di diritti dei consumatori e finanza personale.

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Tra i rincari da digerire quest’anno ci sono anche quelli sui conti correnti. Il più delle volte passano inosservati, mimetizzati tra le uscite dell’estratto conto, fatto sta che secondo l’ultima rilevazione di Altroconsumo i costi dei conti “tradizionali” sono aumentati dell’8,7% negli ultimi 12 mesi, quelli dei conti online del 2,2%. Anche i dati del comparatore Facile.it vanno nella stessa direzione: confrontando le proposte di sei istituti si notano rincari tra l’8% e il 26%, e il totale da pagare, per i correntisti, in qualche caso arriva a 154 euro all’anno. Arriviamo quindi alla domanda che ci poniamo un po’ tutti: esistono ancora i conti “a costo zero”? Quali sono, e soprattutto come si sceglie un conto corrente conveniente?

Il costo zero? Non esiste quasi più

Diciamolo subito: i conti correnti completamente gratuiti non esistono quasi più. Le proposte “zero spese” si contano sulle dita di una mano, e anche quando ci sono, bisogna saper leggere l’offerta facendo le dovute distinzioni. «Una cosa sono i conti a canone zero, una cosa sono quelli a costo zero, distinguere le due cose è essenziale», spiegano da Facile.it. «Molti istituti nelle loro proposte azzerano il canone, il cliente risparmia cioè la quota fissa dovuta mensilmente o una volta all’anno, ma dovrà comunque sostenere i costi per le singole operazioni, vale a dire quelle per bonifici, altri pagamenti, ecc». Ci sono poi le spese accessorie, come l’eventuale canone della carta di debito o di credito, che spesso non vengono pubblicizzate. A parte, infine, si dovrà considerare l’imposta di bollo, 34,20 euro all’anno che finiscono nelle casse dello Stato, da pagare se le giacenze superano i 5.000 euro. Un tempo alcuni istituti si accollavano anche quel costo, ora non più.

Offerte sottocosto? Occhio alla durata

Anche il fattore “durata” è da valutare, come sottolinea Stefano Santin, esperto di credito e finanza per la Casa del Consumatore. «Se ci pensiamo, le banche sono diventate un po’ come i supermercati. E come i supermercati, quando lanciano i prodotti “sottocosto” non possono mantenerli per sempre. Va quindi verificato sempre se l’eventuale offerta ha una durata limitata. Di solito è di 12 mesi», avverte l’esperto. «Passato questo periodo, ci sarà un aumento. Di conseguenza, a meno che non vogliamo cambiare istituto ogni 12 mesi, nella valutazione costi/benefici dobbiamo prendere in esame anche questa componente, e chiedere alla banca quali condizioni saranno applicate finita la fase promozionale». Tra l’altro, sottolinea Santin, anche se non c’è una scadenza, la banca può praticare aumenti in ogni momento. «Gli istituti di credito, per legge, hanno la facoltà di modificare le condizioni dei contratti di conto corrente unilateralmente, ogni volta che lo ritengono opportuno, con il solo vincolo di dare una motivazione».

Scopri quante operazioni fai in media ogni anno

Fatti i dovuti distinguo, anche la scelta del prodotto giusto non va fatta solo sulla base di un’offerta “generica”. «I conti corrente sono come gli abiti, devi prendere quello della taglia giusta», prosegue Santin. «Cosa significa? Che anche lo stesso prodotto può convenire o meno a seconda delle nostre abitudini finanziarie, vale a dire del numero e del tipo di operazioni che faremo durante l’anno.

Quando parlo di operazioni intendo tutto ciò che ha a che fare con i movimenti, dall’accredito dei pagamenti ai bonifici, dall’addebito delle bollette ai prelievi. Inutile scegliere un prodotto economico, che preveda, per esempio, pochi bonifici all’anno, se ne facciamo 12 al mese».  Per regolarci, dunque, la prima mossa è andare a recuperare  il “riepilogo annuale delle spese” della nostra banca. È il documento che l’istituto di credito ci invia di solito a fine anno, e che contiene un resoconto delle operazioni fatte e delle condizioni contrattuali applicate. «Leggendo attentamente il documento troviamo il numero di operazioni fatte durante l’anno per ciascuna voce, il costo per ciascuna di esse, il canone e tutte le altre spese», spiega l’esperto.

Qui si spiega bene come leggere il riepilogo.

Adesso controlla l’Icc

Possiamo quindi prendere questi numeri e provare a fare una simulazione con l’offerta che ci alletta di più, per verificare, dati alla mano, se davvero è così conveniente per il nostro profilo (qui trovi anche le 5 regole per scegliere il conto corrente). Ma c’è un modo più veloce: possiamo usare come parametro l’Icc, l’indicatore del costo complessivo del conto. Lo troviamo nel riepilogo della nostra banca, ma anche nel documento di sintesi di ogni prodotto, tarato su tre diversi profili di clientela: i giovani, le famiglie e i pensionati (ciascuno dei quali può essere a bassa, media o alta operatività). Guardando questo numero possiamo dunque confrontare i diversi conti e capire quanto ci costeranno realmente.

Ecco le offerte migliori

Con l’aiuto del comparatore Facile.it abbiamo trovato i conti più economici in circolazione per le diverse fasce di popolazione. Abbiamo scoperto che le migliori proposte arrivano dalle banche digitali. Ecco i risultati.

  • Se sei giovane (164 operazioni all’anno) L’offerta più economica in questo caso è quella di Bbva, il Banco Bilbao Vizcaya Argentaria. Il conto è completamente gratuito, vale a dire che le operazioni sono a zero spese e non c’è il canone. L’indice Icc è infatti uguale a 0, e lo è in realtà per tutte le fasce. È l’unica banca a proporre un’offerta indifferenziata per tutti i tipi di clienti.

Il secondo prodotto per convenienza è il conto/App Revolut, nella versione standard, quindi gratuita. Da contratto le operazioni sono gratuite, mentre i prelievi bancomat sono senza commissioni fino a 200 euro al mese. L’indice di costo è di 5,34 euro all’anno. Revolut, inoltre, è molto usato all’estero perché la sua carta permette acquisti in valuta straniera a tassi molto più convenienti.

Costa invece 17,50 euro all’anno Hype, altro conto/carta/App amato soprattutto dai giovani. Entrambi i prodotti offrono opzioni che li rendono più simili a una App di pagamento che a un conto tradizionale: come la possibilità di creare un salvadanaio, scambiare soldi tra amici in tempo reale, oppure, per Hype, investire anche solo 1 euro al mese.

Tornando alle banche online, invece, al quarto posto per convenienza c’è il conto Ing, Arancio “zero vincoli”, il canone è di appena 2 euro al mese (azzerabile per chi accredita stipendio, pensione o comunque almeno 1.000 euro al mese), con bonifici gratuiti. A conti fatti, per questo profilo il costo annuo è di 20 euro.

  • Famiglie e pensionati. Anche per le famiglie a media o ad alta operatività (rispettivamente 228 e 253 operazioni all’anno) la gara della convenienza la vince la banca Bbva, con il suo conto corrente a zero spese. Segue la proposta di Webank, altra banca online, il cui costo medio annuo è di 24 euro, poco più economica del conto Hype (25 euro all’anno). Infine, per questo tipo di clientela il conto corrente Ing Arancio con modulo “zero vincoli” costa 27 euro all’anno (27,75 euro per le famiglie ad alta operatività).

Anche per il profilo pensionati con operatività media (189 operazioni all’anno), lo scenario è simile: l’opzione a costo zero è quella del conto Bbva. Con Hype si spendono appena 15 euro all’anno, con Webank 24 euro, e 27 con il conto Ing Arancio, sempre nella versione “zero vincoli”. Non male, visto che il costo medio di un conto corrente è pari a quasi 95 euro all’anno (qui c’è un’approfodimento).

Cambiare conviene?

Sì, a giudicare dai dati di Bankitalia. L’indagine annuale pubblicata lo scorso novembre riferisce che i conti più vecchi costano in media il 75% in più di quelli nuovi. «Tra le altre cose, oggi è semplice cambiare istituto», spiega Santin. «Contrariamente a quanto si pensi basta rivolgersi alla nuova banca e avviare la pratica, sarà il nuovo istituto a contattare il vecchio e occuparsi di tutti gli aspetti, compreso il trasferimento degli addebiti automatici. In 14 giorni il passaggio deve essere completato per legge. L’unica cosa a cui fare davvero attenzione sono le scadenze dei pagamenti domiciliati. Meglio non avviare il trasferimento a ridosso di una data, per evitare complicazioni va scelta la parte del mese in cui non sono previsti movimenti». E ricorda, puoi chiudere un conto anche se presso quella banca hai acceso un mutuo.

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