Cos’è e come funziona l’aspettativa
L’aspettativa è un periodo in cui il rapporto di lavoro viene temporaneamente sospeso per consentire al lavoratore di affrontare situazioni personali, familiari o di interesse pubblico. Durante questo periodo, il dipendente conserva il diritto al proprio posto di lavoro e non può essere licenziato, ma non svolge attività lavorative né riceve retribuzione.
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di Elisa Lupo
Consulente del lavoro da più di 15 anni, ideatrice, autrice e voce di Previdenti, e IO Lavoro.
L’aspettativa è un periodo di sospensione del rapporto di lavoro concesso al lavoratore, al fine di permettergli di occuparsi di situazioni di particolare rilevanza familiare e personale, oppure di rilevanza pubblica. Si tratta, in sostanza, di un periodo in cui il rapporto di lavoro viene congelato: il dipendente mantiene il suo posto di lavoro e il datore di lavoro non può licenziarlo ma il rapporto non esplica nessuna delle sue funzioni.
Cosa perde chi chiede l’aspettativa
Durante l’aspettativa non è prevista la corresponsione della retribuzione, non è un periodo utile ai fini dell’anzianità aziendale e non si maturano ferie, permessi e mensilità aggiuntive. L’aspettativa non prevede, salvo casi specifici, nemmeno copertura previdenziale.
Quando il datore di lavoro deve concedere l’aspettativa
La legge identifica dei casi particolari al cui verificarsi il datore di lavoro è tenuto a concedere l’aspettativa:
- Aspettativa per cariche pubbliche: se il dipendente è eletto o chiamato a funzioni pubbliche, ha diritto ad un periodo di aspettativa non retribuita che è utile ai fini previdenziali, perché per quei periodi viene versata una contribuzione figurativa;
- Aspettativa per tossicodipendenza: il dipendente che intraprende un percorso di disintossicazione dalle droghe ha diritto ad avere un periodo di aspettativa non retribuita che può durare fino a 3 anni;
- Aspettativa per cure: i contratti collettivi prevedono che qualora il dipendente necessiti dei periodi di cura molto lunghi che eccedono il periodo di conservazione del posto può richiedere dei periodi di aspettativa non retribuita. La durata di tali periodi è disciplinata da ogni contratto collettivo nazionale;
- Aspettativa per assistenza ai familiari disabili: questo genere di congedo è tutelato dalla legge per la cura dei familiari con grave disabilità e prevede la percezione di un’indennità a carico dell’Inps e della copertura contributiva ai fini pensionistici.
Al di fuori dei casi elencati, il datore di lavoro non è tenuto a concedere l’aspettativa se ritiene che sia incompatibile con le necessità aziendali. Se quindi il dipendente ha necessità di un periodo di aspettativa per motivi personali, dovrà farne richiesta, e il datore di lavoro deciderà se concederlo o meno.
Come si fa la richiesta di aspettativa
Nella domanda di aspettativa il dipendente deve specificare la durata e le motivazioni che stanno alla base della richiesta, con eventuale documentazione a supporto. La richiesta va fatta con un congruo anticipo in modo da permettere al datore di lavoro di riorganizzare l’attività aziendale. Se il dipendente volesse rientrare anticipatamente dovrà anche in questo caso farne richiesta al datore di lavoro affinché questo possa verificare la possibilità di rientro.
Il consiglio
Qualunque sia la ragione che spinge a richiedere il periodo di astensione, ti consigliamo di appurare che non ci siano altre alternative praticabili, perché l’aspettativa è una sospensione che ha consistenti ricadute sul rapporto di lavoro.