Cosa fare al lavoro quando ti ammali
Chi è quel lavoratore che non è stato male almeno una volta durante la sua vita lavorativa? Parliamo anche di una semplice influenza che ti tiene al letto per un paio di giorni. Chiunque si è trovato in questa situazione ha avuto a che fare con il concetto di “malattia” e con tutta una serie di adempimenti burocratici. Scopriamo insieme di cosa si tratta.
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di Elisa Lupo
Consulente del lavoro da più di 15 anni, ideatrice, autrice e voce di Previdenti, il primo podcast che spiega in modo facilmente fruibile il mondo della pensione.
Partiamo dalle basi: qual è la definizione di malattia?
Per malattia si intende una infermità che comporta un’incapacità lavorativa e la totale impossibilità di adempiere alla prestazione, come l’influenza di cui parlavamo prima.
La malattia è una causa di sospensione del rapporto di lavoro così come l’infortunio o la maternità. Si ha una sospensione del rapporto di lavoro quando pur non potendo svolgere la prestazione il rapporto resta attivo.
Durante l’assenza per malattia decorre normalmente l’anzianità di servizio e al lavoratore spetta un trattamento economico, nella misura stabilita dalla legge, dai contratti collettivi.
La tutela del lavoratore malato va in una duplice direzione:
- Continuità della retribuzione (o di indennità equivalenti)
- Mantenimento del posto di lavoro (entro un certo periodo massimo detto Comporto).
Tale tutela è sancita dalla Costituzione che all’art.32 include la tutela della salute tra i beni a rilevanza costituzionale. Rientrano nell’ambito della malattia anche alcune situazioni che obiettivamente si differenziano dal concetto di malattia in senso stretto, quelle più comuni sono:
- Day hospital
- Cure termali (aventi caratteristica di terapia o riabilitazione)
- Aborto avvenuto entro il 180 giorno dall’inizio della gravidanza
- Trapianto
Qual è la differenza tra indennità e malattia?
L’indennità giornaliera di malattia a carico dell’Inps spetta dal quarto giorno di assenza per malattia e fino ad un massimo di 180 giorni in un anno solare. Alcune categorie di lavoratori come gli impiegati delle aziende industriali o i dirigenti non hanno indennità a carico dell’Inps ma l’indennità è posta a carico del datore di lavoro.
I primi tre giorni di assenza per malattia, cosiddetti di carenza, non sono indennizzati dall’Inps; è molto diffusa nella contrattazione collettiva la prassi di porre a carico del datore di lavoro l’obbligo di coprire questo periodo.
C’è sempre bisogno della certificazione del medico?
La malattia deve essere certificata dal proprio medico curante oppure da un medico operante in una struttura ospedaliera pubblica o asl. Il certificato medico deve essere rilasciato il giorno in cui inizia la malattia o al massimo entro il giorno successivo. Un rilascio successivo comporterà la perdita dell’indennità per tutti i giorni precedenti al giorno antecedente al rilascio.
In caso di continuazione della malattia il certificato deve essere rilasciato il giorno successivo alla fine del precedente certificato, facciamo un esempio:
1° certificato: rilasciato il 13/09 con prognosi fino al 19/09
2° certificato di continuazione: rilascio il 20/09 con prognosi dal 13/09 e fino al 22/09
Se il primo certificato scade durante il weekend e si ha necessità di una continuazione il lavoratore dovrà rivolgersi alla guardia medica.