Detrazioni fiscali 2025, come prepararsi per non perderle
L’ultima legge di Bilancio ha cambiato volto alle detrazioni fiscali 2025. Molte si sono ristrette, altre hanno cambiato faccia. Da quest’anno bisogna stare più attenti. Ci sono però anche buone notizie. Per capire cosa è cambiato e come organizzarsi meglio abbiamo parlato con un’esperta di 730. Ecco cosa ci ha spiegato.
Tempo di lettura: 7 minuti

di Giorgia Nardelli
Giornalista esperta di diritti dei consumatori e finanza personale.

- Cosa cambia nel 2025 per le detrazioni fiscali
- Come si calcolano le nuove detrazioni
- Bonus edilizi, cosa cambia (specie se le spese le sostiene il coniuge)
- Detrazioni fiscali figli a carico, cosa cambia quest’anno
- Detrazioni spese mediche, perché è importante conservare gli scontrini
- Detrazioni fiscali 2025, chi resta e chi no
- Il consiglio di Rame
Avete già iniziato a mettere da parte ricevute e scontrini per le detrazioni fiscali 2025? Sembra presto, vero, ma cominciare oggi a organizzare il lavoro, sapere chi nel nucleo deve intestarsi le spese, cosa conservare e cosa no, e poi archiviare pian piano i documenti aiuta ad arrivare preparati al momento della dichiarazione dei redditi del 2026, e soprattutto a evitare di perdere qualche importante sconto fiscale. La legge di Bilancio 2025, infatti, ha apportato non poche novità. Ecco i consigli dell’esperta.
Cosa cambia nel 2025 per le detrazioni fiscali
Le novità principali riguardano chi ha redditi sopra i 75.000 euro. Chi “sfora” la soglia ha un tetto alle detrazioni Irpef, potrà cioè portare in detrazione le spese dell’anno solo fino a una determinata somma, che si calcola sulla base del reddito e del numero di figli – ne abbiamo parlato poco tempo fa con la nostra commercialista Giorgia Salardi, numeri e dettagli sono qui. I tetti non sono bassissimi, almeno per chi è nella fascia tra 75.000 e 100.000 (poi si dimezzano quasi) ma incidono per chi ha in programma grandi spese o lavori di ristrutturazione. Non rientrano invece nel conteggio le spese sanitarie, gli interessi passivi dei mutui contratti prima del 1° gennaio 2025, e gli investimenti in start up e Pmi innovative.
Come si calcolano le nuove detrazioni
Per capire meglio di cosa parliamo, facciamo un esempio: una persona con un reddito di 80.000 euro all’anno e due figli potrà portare in detrazione fino a un massimo di 11.900 euro, qualunque sia la somma totale delle spese che ha affrontato per la mensa dei figli, le tasse universitarie, eventuali assegni di mantenimento versati, abbonamenti a trasporti pubblici, spese notarili per l’acquisto di un immobile, ecc.
«Per le detrazioni che vengono spalmate su più annualità, come quelle per gli interventi edilizi, e cioè il bonus mobili e l’ecobonus, il tetto fa riferimento alla quota annuale, mentre non cambia nulla per gli interventi che risalgono a prima del 2025» spiega Mariangela Conti del Caf Cisl Lombardia. Poniamo quindi che quest’anno la persona citata nell’esempio precedente decida di ristrutturare casa spendendo 40.000 euro. Nel tetto massimo delle spese su cui calcolare la detrazione ogni anno, gli 11.900 euro, saranno conteggiati 4.000 euro all’anno per dieci anni.
Bonus edilizi, cosa cambia (specie se le spese le sostiene il coniuge)
Non c’è, però, solo il tetto al reddito. Come sappiamo la stretta sulle detrazioni fiscali 2025 ha colpito anche ristrutturazioni e gli interventi di efficienza energetica. Il beneficio fiscale per chi avvia lavori da quest’anno è sceso dal 50% al 36%, con la sola eccezione degli interventi che riguardano la casa di abitazione, su cui, per il solo 2025, la detrazione resta al 50%. «Bisogna fare attenzione a chi sostiene la spesa», avverte Conti. «Se non è l’intestatario dell’immobile, ma un familiare convivente, come nel caso in cui il marito paga i lavori della casa familiare intestata alla moglie, o viceversa, la detrazione cala automaticamente al 36%, esattamente come accade per affittuari e comodatari.
Per recuperare il 50% il pagamento deve avvenire da parte del proprietario», dice Conti. Quanto alla documentazione da conservare, non ci sono cambiamenti rispetto al passato, ma occhio a conservare tutte le carte utili. «Sono indispensabili titoli abitativi, comunicazioni e segnalazioni come la Cila o la Scia, e ovviamente bonifici parlanti e fatture. Se queste ultime non sono dettagliate perché elettroniche, è utile tenere con sé anche i preventivi con la descrizione degli interventi».
Detrazioni fiscali figli a carico, cosa cambia quest’anno
Un aspetto di cui si è parlato meno, riguarda poi le detrazioni fiscali per i figli a carico. Spiega Conti: «Da quest’anno c’è un limite di età: viene considerato figlio a carico solo chi ha fino a 30 anni. Anche se questi vive con i genitori, studia all’Università o ha un reddito quasi inesistente, una volta superata l’età è considerato un soggetto fiscalmente autonomo, di conseguenza il genitore non potrà recuperare più nulla delle spese sostenute per lui: da quelle mediche alle eventuali spese di istruzione o assicurative. L’unica eccezione la fanno i figli con disabilità. Infine, anche i figli che vivono all’estero, seppur con le risorse del genitore, sono esclusi». Idem per gli altri familiari: fratelli, suoceri, zii senza reddito che vivono all’interno dello stesso nucleo familiare non sono più a carico. Rientrano solo i parenti in linea retta, vale a dire genitori e nonni.
Detrazioni spese mediche, perché è importante conservare gli scontrini
Nulla cambia per le spese mediche, ma proprio su questo tema ci sono alcuni aspetti che è bene chiarire, visto che parliamo delle detrazioni fiscali più corpose per milioni di contribuenti. Dall’anno scorso, non è più obbligatorio conservare le ricevute e gli scontrini di prestazioni, farmaci, dispositivi, ecc. in quanto il sistema tessera sanitaria registra già tutti i movimenti. «Chi conferma i dati che già si trovano nella dichiarazione dei redditi impostata dall’Agenzia delle entrate non è più soggetto a controlli sui documenti relativi a quelle spese» spiega l’esperta.
Questo, però, non significa che chi intende “accettare” la parte precompilata possa liberarsi degli scontrini. «Durante il corso dell’anno potrebbe andare incontro a spese che non vengono registrate dal sistema tessera sanitaria, come le spese in alcuni professionisti privati, o all’estero. Molti vanno fuori dai confini italiani a curare i denti o per sottoporsi a cicli di procreazione assistita, per non parlare del fatto che in vacanza ci si potrebbe trovare nella condizione di dover comprare dei farmaci o dei dispostivi, e quelle spese, se si raccoglie la documentazione, possono essere portate in detrazione. A quel punto, per aggiungere quelle voci in dichiarazione, si dovrà modificare la parte precompilata, e in questo caso bisognerà avere a disposizione le ricevute di tutte le spese affrontate nel corso dell’anno, per poterle esibire in caso di verifiche del Fisco».
Detrazioni fiscali 2025, chi resta e chi no
Molti bonus sono rimasti intatti nel 2025, come il bonus, la possibilità di detrarre le spese veterinarie, le detrazioni per le spese funebri o quelle per lo sport dei figli. Altre voci sono invece state modificate. «Una di queste è il tetto per le spese di frequenza scolastica di scuola dell’infanzia, primarie e secondarie, valido sia per i costi delle scuole statali sia per quelle paritarie. L’importo massimo è salito da 800 a 1.000 euro per studente. Tra le voci ammissibili ci sono i costi sostenuti per lo scuolabus, la mensa scolastica e i servizi integrativi come pre e post scuola. Vanno conservate quietanze e ricevute di pagamento», spiega Conti. Anche le spese per le gite scolastiche rientrano nel computo, purché il pagamento avvenga con bonifico bancario, o con altri mezzi tracciabili. Qui spieghiamo invece come portare in detrazione le spese universitarie e di affitto per gli studenti fuori sede.
Il consiglio di Rame
Veniamo ora agli aspetti più pratici. Quando ci prepariamo per la presentazione della dichiarazione dei redditi abbiamo ci sono decine di documenti da conservare e archiviare nel modo giusto. Ecco un metodo semplice che può aiutarti a catalogarli con ordine e averli sempre a portata di mano.
- Scarica l’elenco dei documenti necessari (ne abbiamo parlato anche qui)
- Prendi un cartellina o un quaderno ad anelli, e inserisci delle buste trasparenti. A ognuna attacca un’etichetta su cui scriverai il nome della tipologia di spese: mutuo, figli, spese mediche, ecc.
- Se ti muovi meglio con il digitale, crea una cartella sul Pc o in un cloud – così l’avrai sempre a disposizione. Ricorda, però, meglio scegliere una strada in cui raccogliere tutto: carta o digitale. Nel primo caso stampa tutte le ricevute che ricevi per via telematica, nel secondo scansiona o fotografa scontrini e documenti, se tieni tutto in un unico posto non rischi di perdere nulla.
- Inizia la raccolta. La cartella o il quaderno devono essere in un luogo a portata di mano, nella scrivania dello studio, in libreria o nel pc che usi sempre, anche sullo smartphone va bene: ogni volta che torni dalla farmaci a o che scarichi una ricevuta devi avere la possibilità di catalogare subito il documento.
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