Dichiarazione dei redditi: guida ragionata alla raccolta dei documenti

Anche quest’anno è arrivato il momento di raccogliere scontrini, certificati e documenti per la dichiarazione dei redditi. La stagione della precomplilata si apre il 30 aprile, e da metà maggio sarà presumibilmente possibile consegnare all’Agenzia delle entrate i primi 730. Questa guida è per chi ogni anno non sa da dove cominciare, per chi dimentica puntualmente di scaricare il resoconto dei pagamenti della polizza vita, della palestra dei figli o dei versamenti in beneficenza. Mariangela Conti del Caf Cisl Lombardia ci spiega come fare, passo dopo passo.

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Giorgia Nardelli
Giorgia Nardelli

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Giornalista esperta di diritti dei consumatori e finanza personale.

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Foto di Sabina Sturzu

La checklist

Se non parti con una lista scritta, al 90% dimenticherai qualche spesa da “scaricare”, o dovrai tornare dal professionista che ti aiuta per portare i documenti mancanti. La lista delle carte necessarie per una dichiarazione completa è lunghissima, serve metodo. Per cominciare, scarica un vademecum/promemoria, molti Caf li pubblicano online. Noi abbiamo trovato particolarmente chiaro quello del Caf Cisl. È una sorta di check-list con l’elenco dei documenti da passare in rassegna, divisi per capitoli, dalla sanità ai figli, dalla casa alle assicurazioni. Man mano che raccogli i documenti citati, segna con una “x” la casella, stampali e inseriscili in una cartellina, la porterai con te al momento di fare la precompilata, o di sederti nell’ufficio del caf o nello studio del commercialista.

 

La Certificazione unica: come recuperarla

In cima alla lista delle carte da raccogliere trovi le Certificazioni uniche dei tuoi redditi, compilate dal tuo datore di lavoro o dai tuoi committenti, se sei un libero professionista. «Le Cu sono fondamentali, senza non puoi fare la dichiarazione», avverte Mariangela Conti. Se il datore di lavoro non ti ha inviato il documento (per legge avrebbe dovuto farlo entro il 16 marzo), hai il diritto di pretenderlo. «Invia un sollecito scritto, ha l’obbligo di consegnare il certificato entro 12 giorni. E se non lo fa puoi muoverti per vie legali o effettuare una denuncia all’Agenzia delle Entrate o alla Guardia di Finanza», consiglia l’esperta. «In ogni caso, puoi recuperare il documento dal sito dell’Agenzia delle entrate, nel tuo cassetto fiscale, entrando con Spid o Carta d’identità elettronica».

Se invece nel 2022 hai percepito indennità di vario tipo dall’Inps, per esempio sei stato in disoccupazione o in cassa integrazione anche per un breve periodo, non dimenticare di scaricare il documento dal sito del’Istituto, con Spid o Carta d’identità elettronica, o di chiedere di farlo al tuo professionista di fiducia.

Le spese da non dimenticare

Attraverso le detrazioni fiscali possiamo ottenere un parziale rimborso di alcune spese sostenute l’anno scorso. Ecco perché è importante inserire in dichiarazione tutti i costi detraibili, specie quelli più consistenti. I più importanti sono ovviamente le spese mediche, quelle scolastiche e per l’Università dei figli (senza dimenticare quelle per l’affitto dei fuorisede). «Molti lo dimenticano, ma è possibile portare in detrazione anche la retta della casa di riposo dei genitori anziani, per la parte che riguarda le spese mediche e di assistenza specifica», spiega Conti. (Per i dettagli, qui c’è la guida dell’Agenzia delle entrate). Non vanno dimenticati, cosa che a volte succede, anche le spese per la previdenza, sia obbligatoria, se si è lavoratori autonomi, sia complementare. Su questi esborsi è prevista una deduzione (la somma, in altre parole, non viene detratta dalle tasse da pagare, ma dal reddito imponibile, l’importo totale su cui il Fisco calcola le imposte). Se stai versando dei risparmi in un fondo per la pensione integrativa puoi portare in deduzione fino a 5.164,57 euro all’anno (qui trovi altre info).

I bonus edilizi

C’è poi il capitolo corposo delle ristrutturazioni e dei vari interventi legati ai bonus edilizi. «In questo caso le detrazioni previste vengono spalmate su più anni, ma non è necessario ripresentare ogni volta i documenti», spiega Conti. Se, per ipotesi, hai ristrutturato casa due anni fa, e l’anno scorso hai già consegnato tutte le carte e le conservi nel tuo faldone, sei già a posto. «I dati sono già stati comunicati a suo tempo all’Agenzia delle entrate, e i requisiti per accedere alla detrazione sono stati già verificati il primo anno».

Se sei una partita Iva in regime forfettario

Come sappiamo, per chi ha una partita Iva l’elenco dei costi detraibili e deducibili è molto più lungo, perché alla lista delle spese personali e familiari, vanno aggiunti i diversi costi d’impresa. Per chi, però, ha scelto il regime forfettario, non è possibile detrarre nemmeno le spese personali. «Non fanno eccezione le spese sanitarie, quelle per i figli, o quelle legate agli interventi edilizi, in quest’ultimo casi caso, conviene cedere il credito con il Fisco a qualche altro soggetto», chiarisce Conti. L’unica deroga riguarda i contributi previdenziali obbligatori, che possono essere inseriti in dichiarazione ed essere portati in deduzione, anche se con dei limiti. Qui è spiegato bene.

Un occhio alle polizze e alle piccole spese

“Scaricare” il costo di piccole spese non ci cambierà la vita, ma può sempre servire per recuperare qualche somma. Ricordiamo quindi di mettere insieme i i piccoli esborsi dell’anno passato, dai versamenti mensili alle associazioni del Terzo settore (di solito inviano il resoconto per posta elettronica), ai piccoli lavori condominiali, alle piccole assicurazioni vita o infortuni. «Se la società assicurativa non li ha già inviati, o inseriti nell’area del sito riservata al cliente, è sufficiente inviare una mail o fare una telefonata all’agenzia», spiega l’esperta. «In realtà tutte queste voci sono già inserite nella precompilata, chi va a redigere la dichiarazione le vede, ma la documentazione va portata sempre con sé al caf o dal commercialista».

Se hai un’assicurazione sulle spese mediche

Molti di noi hanno una polizza o un fondo per il rimborso parziale delle spese mediche. Come ci si comporta, vanno indicate o no? «Qui i casi sono due. Alcuni fondi sanitari mandano il riepilogo annuale delle spese rimborsate, che va inserito in dichiarazione perché venga sottratto alle spese mediche. Se però la propria è una polizza sanitaria il cui premio non può essere dedotto dal reddito, allora si possono portare in detrazione anche le spese rimborsate (guarda qui). La situazione va esaminata caso per caso con il proprio consulente».

Conservare i documenti o no?

Se per la dichiarazione ti rivolgi a un professionista dovrai sempre portare con te tutta la documentazione relativa a guadagni e spese, per permettere al professionista di verificare i dati. «I Caf e i consulenti scansionano o fotocopiano i documenti e restituiscono gli originali», spiega Mariangela Conti. «Quello che noi consigliamo è di tenerli in un fascicolo per 5 anni, in modo da poterli esibire in caso di controlli. Per le spese soggette a detrazioni fiscali spalmate negli anni, come i vari bonus edilizi, i 5 anni vanno considerati a partire dall’ultimo anno in cui si usufruisce della detrazione».

In qualche caso è però possibile liberarsi delle carte. «Se accetti la precompilata dell’Agenzia senza fare modifiche, puoi farne a meno, e  da quest’anno la regola vale anche per chi si rivolge a commercialisti e Caf, non solo per chi si muove in autonomia. L’importante è che il contribuente dichiari di accettare la dichiarazione così com’è».

La regola vuole che chi modifica anche una sola casella della precompilata, sia poi tenuto a tenere con sé tutta la documentazione per i 5 anni previsti. Ma per le spese mediche vale una regola a parte. «Se aggiungo spese che non sono inserite, o faccio delle modifiche, sono tenuto a conservare solo le carte relative a queste spese sanitarie, ma non tutto il resto», dice Conti.

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