E se dividere il conto in parti uguali aumentasse le diseguaglianze?

Anche la cena più appagante può trasformarsi in un momento di imbarazzo nel momento in cui arriva il conto da pagare. Perché è così difficile parlare di soldi in queste situazioni? Cosa c’è dietro l’imbarazzo che ci assale nel momento in cui arriva il conto da pagare?

Tempo di lettura: 7 minuti

Annie Francisca
Annie Francisca

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Autrice specializzata sui temi di sostenibilità, esteri e diseguaglianze sociali.

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Quando frequentava l’università, Francesca aveva fatto un lungo road trip con i suoi amici in giro per l’Italia. Erano tutti studenti e avevano deciso di creare una cassa comune per l’intero viaggio, con una base di partenza di cinquanta euro a testa. Tra di loro, c’era chi, come Francesca, si stava pagando il viaggio con i soldi messi da parte durante l’anno, facendo lavoretti saltuari, altri che invece avevano ricevuto dai genitori una somma per l’intera vacanza. «Eravamo giovani e non facevamo discorsi legati ai soldi», mi racconta. «Sapevamo che all’interno del gruppo c’era chi aveva più disponibilità economica rispetto agli altri, ma non ne parlavamo». Eppure, già la prima sera si accorge del grosso divario che la separa dagli altri. Avevano deciso di fermarsi a mangiare in un ristorante sulla costa toscana, e poi di dormire in spiaggia con tenda e sacco a pelo. «Ho ordinato una pizza e una birra piccola. Era la prima sera e non mi andava già di spendere tanti soldi», ricorda. «Gli altri, però, ordinarono quasi tutti pesce, tra antipasti, primi e secondi. E nel momento di pagare il conto, decidemmo di usare la cassa comune. Chiaramente, io e le altre persone che avevamo ordinato la pizza finimmo per rimetterci. Nessuno si rese conto che lo avevamo fatto per risparmiare. Ma nemmeno noi abbiamo avuto il coraggio di farlo notare». Anche la sua amica, Chiara, che non beve alcolici, si era ritrovata nella stessa situazione. Ma perché è così difficile parlare di soldi in queste situazioni? Perché fatichiamo a dire semplicemente: «Ho ordinato una pizza perché volevo risparmiare. Vi spiace se ognuno paga per sé?». Cosa c’è dietro l’imbarazzo che ci assale nel momento in cui arriva il conto da pagare?

Perché il pagamento “alla romana” è diventato una norma culturale

Nel suo libro Open Up: Why talking about money will change your life, Alex Holder cita Freud, il quale fece un’osservazione sui suoi clienti paragonabile al disagio che proviamo quando dividiamo il conto a cena con amici: lo psicoanalista notò che molti dei suoi clienti avevano problemi a pagarlo, nonostante fossero ricchi. Concluse che questo era dovuto all’intimità di ciò che avevano appena sperimentato: la terapia della parola. Trovavano difficile dover consegnare contanti alla fine di un’esperienza così personale. Allo stesso modo, c’è un livello di intimità che otteniamo mangiando con le persone, che può sembrare inappropriato farlo seguire immediatamente con un calcolo economico. Pagare importi diversi può sembrare un rifiuto dell’idea che si tratti di un’esperienza condivisa, e questo forse ha contribuito a trasformare il cosiddetto “pagamento alla romana” in una norma culturale.

Dividere il conto in parti uguali fa spendere di più

Eppure, per alcuni di noi, discutere di questioni finanziarie è inevitabile, in quanto non godiamo della stessa disponibilità economica. La divisione del conto in parti uguali comporta la rinuncia all’autonomia individuale limitando la nostra flessibilità nella gestione delle finanze personali. Studi recenti, citati sempre da Holder, indicano che l’opzione di dividere il conto in modo uniforme spinga a una spesa superiore del 36%, annullando la libertà di ogni partecipante di pianificare le proprie finanze in modo consapevole. Questo approccio mette a disposizione della persona più spendacciona l’intera tavola, influenzando le preferenze e le spese dell’intero gruppo.

Secondo uno studio condotto online negli Stati Uniti da Qualtrics per conto di Intuit Credit Karma a giugno 2023 tra 1005 giovani, più di un terzo della generazione Z e dei Millennial ha un amico che li spinge spendere troppo, e questo sta portando molti a contrarre debiti e, in alcuni casi, a porre fine alle amicizie per proteggere le proprie finanze. Tra gli intervistati Millennial che hanno un amico che li spinge a spendere più soldi di quanto possano permettersi, l’88% si è indebitato per aver trascorso del tempo con quell’amico: il 43% afferma di spendere troppo per cenare fuori, altri hanno notato che viaggi e vacanze (22%) o feste di compleanno (21%) stanno facendo aumentare i costi. I motivi principali per cui i giovani intervistati spendono soldi che non hanno quando con i loro amici includono il non voler sentirsi esclusi, il voler compiacere il proprio amico, e il non saper semplicemente come dire di “no” a questo amico.

Il divario economico può rovinare le amicizie

Solitamente, il divario economico inizia ad essere più evidente intorno ai 30 anni, quando gli amici che precedentemente condividevano una situazione finanziaria simile alla tua cominciano a distanziarsi da te in termini di guadagno. Mariano, in una puntata del nostro podcast, racconta che durante la sua prima relazione importante, la sua ragazza aveva disponibilità economiche molto più elevate delle sue. «Mi faceva dei regali bellissimi che io non potevo farle. All’epoca questa cosa non l’avevo tanto focalizzata, poi mi sono reso conto che mi faceva stare molto male, perché credo che sia proprio tramite i soldi che passino tutti i rapporti di forza. Per esempio, quando andavamo in vacanza la maggior parte dei soldi li metteva lei, perché io non ne avevo abbastanza. Col senno di poi, per me era un po’ un’umiliazione».

Mariano non è il solo, anche Laura mi racconta che da quando è fidanzata con un ragazzo che guadagna molto più di lei, si sente in una posizione di disagio. «Quando usciamo a cena capita di finire in dei posti che io non posso permettermi. Spesso è lui a pagare, io però ogni volta torno a casa con l’amaro in bocca». Laura ha quasi 30 anni e guadagna 1.200 euro al mese con un contratto di apprendistato di tre anni, mentre lui ne ha 35 ed è chiropratico in una grossa clinica e ha una casa di proprietà. «Spesso mi invita ad andare con il suo gruppo di amici a fare il weekend fuori. Per me però è infattibile stare dietro al suo stile di vita, e temo che un giorno questa cosa ci porterà ad un bivio».

Pietro invece, 31 anni, racconta che nell’ultimo anno si è trovato sempre più frequentemente nella situazione di annullare i programmi o di escludersi da alcune situazioni «semplicemente perchè non posso permettermelo. Però mica posso chiedere a tutti di cambiare programmi solo perché io non ho abbastanza soldi. Preferisco non andarci. C’è stato un momento in cui ho provato a stargli dietro, ma finivo sempre col conto in rosso».

Come iniziare colmare il divario di ricchezza tra amici?

Indipendentemente dal fatto che si tratti di persone che provengono dallo stesso background familiare con privilegio maggiore, come gli amici di Francesca – o di amici che percepiscono un reddito differente, come quelli di Pietro – le relazioni tra coloro che hanno denaro e coloro che ne hanno meno possono facilmente entrare in crisi. Come scrive Vicky Spratt in un articolo su The Guardian, la pressione economica della diseguaglianza finanziaria sulle nostre relazioni è reale, anche se nessuno vuole dirlo ad alta voce, perché la ricchezza, il reddito e le disparità di classe creano tensioni che non sempre siamo in grado di articolare.

Un approccio pratico per colmare il divario di ricchezza tra amici consiste nel sintonizzarsi con le possibilità finanziarie della persona nel gruppo che dispone di minori risorse. «È bene prestare attenzione alla convenienza delle persone quando scelgono le vacanze, i ristoranti o i fine settimana fuori casa», suggerisce Simonne Gnessen, terapista finanziaria, a The Guardian. «Ciò aiuterà a evitare conflitti».

E come per molte altre situazioni nella vita, per Holder la soluzione è comunicare. «Se temi di finire in un posto troppo costoso, dì qualcosa prima ancora che venga deciso il posto. “Andiamo da Deedee’s, il cibo è davvero buono ed economico, posso prenotare un tavolo se tutti sono d’accordo?”, è una conversazione molto più semplice che parlare apertamente quando arriva il conto in un ristorante che sapevi era fuori dalle tue possibilità». E poi, se sei abbastanza ricco da non preoccuparti del conto, verifica con gli amici che tutti siano d’accordo con il ristorante. Essere consapevoli del divario economico che separa le persone semplifica il processo decisionale del gruppo. «Abbassa il prezzo fino a quello che può permettersi la persona con meno soldi e cerca di non ordinare sconsideratamente il vino dal fondo della lista. E poi per tutti, è utile accettare prima di incontrare gli amici a cena che non stai pagando per quello che mangi o bevi, ma per una serata fuori con gli amici».

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