E se volessi arrotondare con la vendita porta a porta?

Ecco le regole fiscali, che sono particolari e specifiche, e permettono al venditore di arrotondare le proprie entrate, senza avere conseguenze fiscali troppo pesanti.

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Li ricordiamo tutti, non se ne sono mai andati e anzi, stanno tornando di moda. Sono i venditori porta a porta. In un’era del tutto digitale, il contatto diretto e la prova dei prodotti rimane un interessante proposta per il mercato. Ci sono aziende che da sempre hanno questo come unico canale di vendita. Ma anche realtà nuove che preferiscono, o quanto meno abbinano, ad altre modalità di vendita questa qui che piace al consumatore perché permette di provare e testare il prodotto prima di effettuare l’acquisto.

Ma vediamo le regole fiscali, che sono particolari e specifiche e permettono al venditore di arrotondare le proprie entrate, senza avere conseguenze fiscali troppo pesanti.

Intanto dobbiamo distinguere il caso del venditore per così dire “occasionale” da colui che svolge questa attività in modo professionale; lo spartiacque è chiaro: sotto i 5mila euro netti annui (e tra poco vedremo cosa si intende per “netti”) si considera il venditore occasionale. È una presunzione che funziona solo in questo comparto (e non nel generico mondo delle prestazioni occasionali, per le quali il tema è più complesso e magari lo affronteremo in un altro articolo). Nel caso di esercizio abituale di questa attività sarà necessaria l’apertura della Partita Iva con il codice ateco 46.19.02 – Procacciatori d’affari di vari prodotti senza prevalenza di alcuno e l’iscrizione alla Gestione separata dell’INPS.

Vediamo invece il caso del venditore a domicilio “occasionale”, ovvero quella possibilità di arrotondare un po’ le proprie entrate che, entro determinati limiti, non comporta rilevanti conseguenze fiscali. Innanzitutto, la tassazione è fissa: viene applicata una ritenuta a titolo d’imposta (e quindi definitiva) del 23% sul reddito netto, che è determinato forfettariamente riducendo il compenso del 22%. Facciamo come sempre un esempio: se ti vengono riconosciute provvigioni per vendite pari a euro 1000 euro, te ne verranno corrisposte 820 euro, in quanto verrà sottratta la ritenuta del 23% (pari a 180 euro) calcolata sul reddito netto, ovvero sulle provvigioni decurtate del 22% (pari a 780,00). Essendo un’imposta a titolo definitivo non sarà necessario per questo reddito presentare la dichiarazione dei redditi.

Il limite per poter rimane nell’ambito dell’occasionalità è il non superare nell’anno e complessivamente per tutte le provvigioni percepite l’importo di 5mila euro netti, vale a dire provvigioni per 6.410,26 euro.

Per lo svolgimento di questa attività è obbligatorio avere un Tesserino di riconoscimento, che deve essere numerato e aggiornato annualmente, contenente la fotografia del venditore porta a porta e l’indicazione dell’azienda e dei prodotti. Insomma deve essere chiaro e certificato il motivo della visita in casa, posto che nessuno apre la porta a sconosciuti e solitamente si viene presentati per il tramite del “passaparola”. L’attività viene svolta in totale autonomia e sulla base delle indicazioni fornite nell’incarico (il contratto), che ovviamente prevederà la provvigione che spetta in caso di affare fatto.

Più o meno tutti in casa abbiamo prodotti acquistati per il tramite del passaparola e della prova diretta, non ti resta che metterti in gioco.

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