Ho troppi debiti, che faccio?
I prestiti sono il motore dell’economia, lo dicevamo qui. Ma cosa succede se a un certo punto ci rendiamo conto che gli impegni presi sono troppi, o che il nostro debito sta letteralmente mangiando buona parte dei nostri guadagni? Ecco qualche strategia e gli strumenti per non restare intrappolati.
Tempo di lettura: 7 minuti
di Giorgia Nardelli
Giornalista esperta di diritti dei consumatori e finanza personale.
La mappatura dei debiti
Stai per comprare l’aspirapolvere a rate, ma hai già da pagare quella dell’auto, del telefonino e della giacca comprata online. Fermati, e fai il conteggio di tutti i tuoi debiti: metti insieme le rate da pagare a fine mese, senza tralasciare i piccoli importi, somma il totale delle uscite e verifica per ciascun prestito le rate rimanenti, il tasso di interesse, il debito residuo. Avrai più chiaro cosa ti resta da pagare, e per quanto.
«Moltissimi, purtroppo, arrivano a chiedere aiuto quando i problemi sono già venuti a galla, ma la mappatura dei prestiti andrebbe fatta periodicamente», dice Paolo Fiorio, avvocato del Movimento Consumatori che cura il progetto Riparto, un’iniziativa in collaborazione con le Acli per aiutare gratuitamente cittadini a uscire dal sovraindebitamento. «Inoltre, vanno verificati i tassi di interesse, per vedere se sono ragionevoli o no, la correttezza dei contratti e la validità di eventuali fideiussioni, perché a volte, senza saperlo, si pagano nel prestito costi non dovuti o conseguenti all’applicazione di clausole vessatorie».
Il bilancio familiare per non saltare le rate
Se dal monitoraggio viene fuori che hai esagerato, meglio mettersi subito al lavoro per rimediare. «La prima cosa da fare è assicurarsi di poter tenere fede agli impegni, quindi è d’obbligo una revisione del budget familiare, e procedere subito con un taglio dei costi superflui, senza perdere tempo», spiega l’esperto. Qui spieghiamo come fare un bilancio con l’aiuto delle App.
La priorità, in questa prima fase, deve essere quella di saldare tutte le rate alla scadenza. «Se si saltano anche solo due o tre pagamenti, si rischia di essere segnalati alla Centrale rischi, la banca dati dove sono registrati prestiti accordati, richieste, e situazioni di sofferenza. L’essere segnalati non solo compromette la possibilità di accendere prestiti per un determinato periodo di tempo, ma rende più complessa la rinegoziazione del prestito».
La rinegoziazione del prestito
Se c’è una rata che ci mette particolarmente in difficoltà, si può provare a rinegoziare il finanziamento con la banca o con la società finanziaria, sapendo che esse hanno tutto l’interesse a fare un accordo, visto che lo scopo è quello di vedere rientrare i loro crediti.
«Un’ipotesi è quella di rinegoziare il tasso di interesse, chiedendo di abbassarlo. Oppure di chiedere di allungare la durata del prestito, facendo scendere l’importo mensile, per alleggerirla. In questo caso bisogna sempre fare attenzione al tasso di interesse che ci viene proposto nel nuovo contratto di finanziamento, perché potrebbe essere più alto del precedente, e valutarne la convenienza. Nel caso del mutuo, è anche possibile chiedere la surroga, che consente la portabilità del mutuo con altra banca senza penali», spiega Fiorio.
Qui trovi il simulatore della Banca d’Italia, per la rinegoziazione del mutuo.
Il prestito di consolidamento
Un’alternativa, valida soprattutto se ci rendiamo conto di avere diversi prestiti, è quella di valutare un nuovo finanziamento, il cosiddetto prestito di consolidamento: qui è spiegato in modo semplice. La somma servirà a chiudere tutte le nostre pendenze, e ad avere una sola rata, più bassa del totale. Anche in questo caso, naturalmente, l’attenzione va al tasso di interesse e ai costi del prodotto finanziario, ma una buona strategia può essere quelle di valutare più proposte.
Qui la nostra guida su come scegliere i prestiti.
L’estinzione anticipata e i tuoi diritti
Ricorda che quando estingui un finanziamento in anticipo hai diritto a riavere le somme pagate per alcuni costi o servizi. Tra questi ci sono premi assicurativi e commissioni che anticipi al momento della stipula del contratto, ma che riguardano servizi di cui non usufruisci più, una volta chiuso il finanziamento.
Ci sono poi le spese di istruttoria e di intermediazione, che possono arrivare fino a circa 1.000 euro. Una sentenza della Corte di Giustizia europea dell’11 settembre 2019 ha stabilito che anche queste somme devono essere restituite al consumatore in misura proporzionale alla riduzione del prestito, ma una norma italiana ha bloccato nel 2021 la retroattività del diritto. «Oggi molti intermediari limitano il diritto al rimborso in caso di estinzione anticipata ai soli prestiti conclusi dal dicembre 2019, quando Banca d’Italia ha adeguato le proprie istruzioni di vigilanza alla sentenza della Corte di Giustizia. Ma siamo in attesa dell’esame della Corte costituzionale, che dovrà chiarire il diritto alla restituzione di tutti i costi anche per i prestiti precedenti al 2019».
Il salvagente per i mutui: il fondo Gasparrini
C’è un’altra cosa importante da ricordare, e cioè che per le situazioni di gravi difficoltà puoi chiedere una moratoria sul mutuo prima casa, grazie a un fondo statale che tutela le famiglie in questa eventualità, il Fondo Gasparrini. «Chi ha problemi finanziari ha la possibilità di chiedere la sospensione del pagamento delle rate fino a 18 mesi. La misura non è totalmente a costo zero, perché per l’intero periodo il consumatore pagherà comunque gli interessi del prestito, inoltre, il debito in questo caso non si estingue, anzi, i tempi di rimborso si allungano. Ma si tratta comunque di una boccata di ossigeno», chiarisce Fiorio. La misura è riservata a chi ha perso il lavoro, ha subito una sospensione temporanea o ha un’invalidità civile all’80%. Durante l’emergenza Covid e fino al 31 dicembre 2022, la possibilità è stata allargata anche a lavoratori autonomi e liberi professionisti che hanno subito un calo del fatturato: qui trovi tutte le informazioni.
Il saldo e stralcio
Quando il debito è insostenibile, puoi provare a chiedere ai tuoi creditori il saldo e stralcio, facendo una proposta e motivandola con il fatto che non sei in grado di far fronte a quel debito. È un passo delicato, e di solito ci si fa accompagnare da un consulente o da un esperto, ed è una soluzione estrema, che puoi utilizzare se sei in grado di dimostrare che non hai beni facilmente liquidabili, e entrate sufficienti per saldare il tuo impegno. Il creditore potrebbe accettare, perché un saldo e stralcio è comunque preferibile alla lunga procedura di recupero crediti.
La legge salva debiti
Non è finita. Perché il Codice della crisi prevede anche un’ancora di salvataggio per le famiglie che si trovano ormai in una situazione di sovraindebitamento. «Ci si rivolge a un organismo di composizione della crisi (Occ: qui l’elenco ufficiale) che redige un piano di ristrutturazione dei debiti, che sia sostenibile e compatibile con le proprie possibilità», spiega Fiorio, che aggiunge: «In questa prima fase bisogna farsi accompagnare da un consulente esperto, perché è una procedura non semplice e molto delicata. I 29 sportelli nazionali e la Help line nazionale del progetto Riparto possono aiutare i debitori gratuitamente».
A quel punto l’Occ redige una relazione e presenta il piano in tribunale. Nella relazione deve emergere che il piano risulti conveniente per i creditori. Significa che anche con la liquidazione – vale a dire la vendita di tutti i beni del debitore – non potrebbero ottenere di più. Se il giudice ritiene che il piano sia credibile, lo omologa, e i creditori sono tenuti ad accettarlo. «Le soluzioni sono molteplici, per esempio si può stabilire che il debitore destini il quinto dello stipendio ai suoi debiti, o che venda un immobile e ripaghi con il ricavato le sue pendenze», chiarisce l’avvocato. Qui trovi qualche informazione in più.