I consigli per riparare gli apparecchi rotti (invece di comprare)
La quantità di apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato europeo è arrivata nel 2021 a 13,5 milioni di tonnellate, e di queste, appena 4,9 milioni sono state raccolte per il riciclo. Quando si rompe la tv, trovare un riparatore non è semplice, e spesso il costo del pezzo di ricambio supera la metà di quello del dispositivo. Ci sono però movimenti, gruppi di persone e imprenditori che cercano di cambiare le cose. Ecco chi cercare e cosa fare in caso di guasti.
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di Giorgia Nardelli
Giornalista esperta di diritti dei consumatori e finanza personale.
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Vi siete mai chiesti quanto risparmiereste se il vostro laptop, o lo smartphone durassero 10 anni? Forse diverse centinaia di euro, o anche molte di più. Di sicuro ci guadagnerebbe l’ambiente. Il movimento Right to Repair Europe, che si batte per il diritto alla riparazione, ha stimato che allungare la vita degli smartphone di un solo anno potrebbe far risparmiare 2,1 milioni di tonnellate di emissioni annuali di CO2, che salirebbero a 6,2 tonnellate se la durata venisse estesa da 3 a 10 anni tagliando del 42% l’impatto ambientale complessivo degli apparecchi. Pensate se lo stesso principio venisse esteso a tutti gli apparecchi elettronici. Che fare, però, quando ci dicono che cambiare il pezzo di ricambio del pc o della lavatrice costa quasi quanto comprarne una nuova, o il ricambio neppure si trova? In un mondo dove ogni anno vengono prodotti 53 milioni di tonnellate di elettronici, un peso pari a quello di 350 navi da crociera, per dare delle risposte sono nati i movimenti per il diritto alla riparazione, che mettono insieme volontari, esperti, tecnici, per diffondere la cultura dell’utilizzo consapevole. Nella pratica, anche in Italia si moltiplicano i luoghi e gli appuntamenti dove portare tablet, pc o anche una vecchia bici che nessuno vuole prendersi la briga di aggiustare. Ecco dove trovarli e come funzionano.
Il diritto alla riparazione, cosa dice la norma
Sulla spinta dei movimento nati dal basso, lo scorso aprile anche il Parlamento europeo ha varato una norma contro l’obsolescenza precoce dei dispositivi elettrici. I Paesi dell’Unione dovranno adeguarsi adattando le proprie legislazioni nazionali entro il 31 luglio 2026, ma stando alla carta, alcune novità potranno dare una spinta al cambiamento. Tra le più significative c’è l’estensione della garanzia legale gratuita da due a tre anni, e, scaduta questa, l’obbligo per il produttore di fornire pezzi di ricambio a prezzi ragionevoli per almeno dieci anni dall’ultima immissione di ogni modello in commercio, almeno per i prodotti più comuni, come lavatrici, e smartphone. Nell’elenco mancano purtroppo elettrodomestici diffusissimi come condizionatori, ma potrà essere aggiornato. In programma c’è anche la creazione di una piattaforma digitale europea, dove i consumatori troveranno i negozi di riparazione o altri soggetti che svolgono una funziona analoga, nonché venditori di beni ricondizionati, acquirenti di articoli difettosi, ecc…
I Restart party e i Repair café, come funzionano
Nel frattempo, per trovare rimedio ai guasti, ma anche imparare l’arte della riparazione fai-da-te, la prima cosa da fare è cercare nei circuiti dei Restarters e dei Repair café, due network internazionali che contano più di 30 gruppi in Italia. I restarters sono nati a Londra nel 2012 per un’intuizione di un Italiano, Ugo Vallauri, e contano più di 200 gruppi in diversi Paesi, tra cui l’Italia, dove organizzano eventi dedicati appunto alla riparazione. «Siamo un’associazione di volontari e siamo itineranti» spiega Gianni Trippi, responsabile Restarters Firenze. «Organizziamo eventi una volta al mese, nel nostro caso a Firenze e dintorni, in spazi messi a disposizione da enti, associazioni o parrocchie, gli utenti ci trovano tramite passaparola o social (molti gruppi hanno una pagina Facebook o un sito con il nome della città). Non c’è bisogno di prenotazione, chi ha necessità si presenta il giorno dell’evento con l’oggetto da rimettere a posto ed è previsto una sorta di triage, in cui i nostri operatori fanno una “pre-diagnosi” e stabiliscono chi è la persona giusta per effettuare quell’intervento. Quando è il proprio turno ci si siede insieme e si lavora insieme, mentre magari si chiacchiera e ci si fa raccontare la storia dell’oggetto. Il nostro scopo non è solo aggiustare, ma soprattutto trasmettere le competenze perché le persone imparino a farlo da sé e a riscoprire il valore dell’utilizzo. Da noi si finisce con il cacciavite in mano, come se l’operatore fosse un tutor». Non tutto si può riparare, ma se mancano i pezzi volontari danno una mano reperibili tramite la rete di rivenditori locali o sul web, spiegano come intervenire, oppure ci si dà appuntamento all’evento successivo. L’intervento è gratuito, chi lo desidera lascia un’offerta libera.
Dove trovare Repair café e Restart party
Ai party si può portare di tutto, dispositivi tecnologici ed elettrodomestici, biciclette e lampade, anche telefonini. Ogni volta che una riparazione viene completata, tramite un software gli operatori forniscono il dato del “guadagno” in termini di Co2 evitate, quello economico lo conoscono già. In modo molto simile, funzionano anche i Repair cafè, nati nel 2010 in Olanda su iniziativa di una ex giornalista e oggi sotto il cappello della Repair Cafè Foundation la differenza è che gli eventi vengono organizzati nella sede fissa, che apre in giorni prestabiliti. Qui e qui due mappe complessive dove trovare i café e i gruppi di Restarters in Italia. Qui, invece, c’è una mappa complessiva di chi fa riuso, riparazione e upcycling, cioè riutilizzo creativo degli scarti.
Smartphone, pc, smartwatch
Quando il problema sono pc, smartphone, ma soprattutto oggetti come e smartwatch, e il tecnico sotto casa non è fidato o non ha i pezzi, ci si può rivolgere a Wefix, altro network che mette insieme questa volta riparatori professionisti. «La piattaforma ha una elenco di centri selezionati da noi, e un form per le ricerche dell’utente: indicando area di residenza e tipo di guasto, l’utente può conoscere in tempo reale nella sua zona nome e indirizzo di un riparatore competente, prezzo medio per il tipo di problema e il tempo stimato per l’intervento, e chiedere un preventivo, in più hai una garanzia di 12 mesi», spiega il fondatore Walter Ruggeri. Wefix è parte della coalizione internazionale Zero Waste, a cui fornisce grazie alla sua ricca banca dati informazioni sull’obsolescenza dei diversi apparecchi. «Oggi, considerato il prezzo medio di uno smartphone, un guasto che comporta un costo di 100 euro dopo il secondo anno di vita, per molti apparecchi non rende conveniente la riparazione. La riparazione viene considerata conveniente quando pesa fino al 30% del costo dell’apparecchio. Se poi supera il 50% o il 60%, come succede, l’utente tende a ricomprare. È questo meccanismo che va combattuto alla radice, agendo sui produttori», spiega l’esperto. A questo proposito, se l’acquisto è orientato sui top di gamma può essere utile consultare la Wifi Index, una classifica redatta dal centro studi di Wefix, che sulla base di quattro parametri, la svalutazione degli apparecchi dopo l’uscita, il costo dell’assistenza, la durata e la rivendibilità, premia gli smartphone più duraturi. Qui la classifica 2024.
Dove trovare tecnici per forni e lavatrici
Per reperire tecnici che possano darci una mano con il forno o la lavatrice, ci sono invece portali che uniscono domanda e offerta. Taskrabbit, specializzato in “faccende domestiche” ha una sezione dedicata specificamente ai tuttofare, è sufficiente selezionare il tipo di esigenza, scegliere tra quelle proposte la persona che sembra più adatta, anche sulla base delle recensioni, e accordarsi via chat prima dell’appuntamento. Siti invece come Facile Ripara, servono a contattare direttamente professionisti.
I manuali online per il fai-da-te
E se la soluzione non si trova, e magari da riparare è un forno fuori garanzia? «Ci sono i manuali online di Ifixt e community i cui utenti pubblicano le istruzioni per riparare gli oggetti più comuni», spiega Trippi. «Il database è vastissimo, e il fatto che i manuali siano scritti da utenti li rende anche di facile utilizzo Ci sono anche manuali in Italiano». I materiali gratuti sono 116.423, per un totale di più di 63mila dispositivi, dalle auto alle macchine fotografiche, dagli elettrodomestici agli utensili casalinghi, in più c’è uno shop online dove cercare pezzi di ricambio. Altri siti utili a questo scopo sono Fixpart, Sos ricambi o Amazon, sezione ricambi di elettrodomestici.