I soldi fanno la felicità, se li usi così

Chi l’ha detto che i soldi non danno la felicità? Gli studi degli ultimi anni smentiscono – anche se solo in parte – questo vecchio adagio. Il denaro resta uno dei fattori che contribuiscono al nostro benessere come scrive la Banca d’Italia, anche se la realtà, come sappiamo, è molto più complessa.

Tempo di lettura: 8 minuti

Giorgia Nardelli
Giorgia Nardelli

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Giornalista esperta di diritti dei consumatori e finanza personale.

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Perché spesso i soldi non fanno la felicità?

«Diverse ricerche scientifiche mostrano che la ricchezza è in grado di generare molto stress», spiega Elena Carbone, psicologa e psicoterapeuta specializzata in traumi, che si occupa anche di psicologia finanziaria. «Intanto perché si ha più paura di perdere ciò che si ha, in secondo luogo perché rende più insicuri rispetto alle persone che ci circondano, perché chi ha molto convive spesso con la paura che amici e partner stiano con lui per trarre vantaggio dalla sua situazione economica. L’equazione è semplice: maggiore è lo stress, minore e la felicità. Il rapporto è inversamente proporzionale».

Quello che i ricercatori in anni di studi e osservazioni hanno capito, invece, è che i soldi, per darci soddisfazione, andrebbero usati in modo diverso da come noi pensiamo sia corretto farlo. «Siamo sempre stati convinti che le spese che danno più soddisfazione siano una bella casa o una bella auto, ma in realtà si è scoperto che bisogna andare al di là. Ed è la vita delle persone a dimostrarlo», suggerisce la psicologa. Secondo gli studiosi, quando spendiamo i nostri soldi dobbiamo attenerci a 8 “regole”, che ci aiuteranno a trarre una reale soddisfazione da ciò che facciamo, e a fare del denaro uno strumento di piacere reale . Ecco le regole dunque.

Regola n. 1: l’esperienza è più gratificante dell’oggetto

Spendere per un’esperienza, di qualunque tipo essa sia, è meglio che comprare semplicemente qualcosa. «Di fronte a una bella auto o a una bella borsa, a un gioiello o a un vestito, ci adattiamo velocemente, dopo un po’ di tempo non diamo più all’oggetto l’importanza che aveva un tempo. L’esperienza, al contrario, ci lascia ricordi, e i ricordi ci procurano emozioni e ci fanno vivere meglio il presente. I momenti di gioia e di piacere possiamo andare a ripescarli nella memoria in ogni momento, e “nutrirci” di emozioni positive, ecco perché le esperienze ci lasciano qualcosa di più. Senza contare che ciò che facciamo ci rende felici tre volte: prima, nell’attesa, durante e dopo, nel ricordo, mentre l’oggetto, nella stragrande maggioranza dei casi, ci dona felicità solo una volta, quando lo facciamo nostro», spiega la dottoressa Carbone.

Regola n. 2: spendere per gli altri ci fa bene

Cosa significa? Che anche se pensiamo che i soldi possono far stare bene noi o la nostra famiglia, ciò che ci aiuta è utilizzarli anche per gli altri. «Fare beneficenza, per esempio, regala un’immagine positiva di noi e questo ci gratifica non poco», dice l’esperta. E non è finita. «Si è visto che le relazioni sociali hanno un impatto positivo sul nostro benessere, e se il nostro denaro viene speso per aumentare le relazioni, ciò contribuisce alla nostra felicità. La verità è che è più piacevole condividere un piatto di pasta nella trattoria sotto casa, piuttosto che cenare soli in un ristorante di lusso». Da qui consegue anche un altro ragionamento: non è necessario avere tanti soldi, ma se quelli che abbiamo vengono spesi per dividere qualcosa con qualcuno, questo fa bene alla nostra psiche e al nostro umore.

Regola n. 3: i piccoli piaceri ci danno più gioia dei grandi

Può una semplice colazione di fronte al mare, gareggiare con l’acquisto di una borsa di lusso? Pare proprio di sì. «Per comprenderne le ragioni dobbiamo tornare al concetto di “assuefazione”, di cui abbiamo già parlato. Acquistare oggetti costosi e lussuosi con frequenza ha l’effetto di farci adattare, a quel punto facciamo fatica a godere di tutto. Regalarci invece “piccoli lussi”, o piccole coccole, ci predispone ad apprezzare ogni dono, anche quelli poco costosi», dice Carbone.

Regola n. 4: essere iperassicurati non ci aiuta

Letto così sembra un concetto discutibile, ma ragionandoci su, possiamo trarne un insegnamento più generale. È un po’ come con i bambini. Se sanno che se rompono un giocattolo, i genitori correranno a comprarne uno nuovo, finiranno per perderlo o trattarlo male. «Se assicuriamo tutti i nostri beni, ci cureremo meno di loro, e con il passare del tempo non assegneremo loro il giusto valore. La troppa sicurezza ci anestetizza emotivamente, non ci appaga. Per capirlo, basti pensare all’amore che mettiamo quando usiamo un oggetto fragile e per noi insostituibile, e la gratificazione che proviamo nel prendercene cura», spiega Carbone.

Regola n. 5: meglio pagare prima e consumare dopo

Tradotto: occhio a non usare troppo la carta di credito, e, peggio, a non abusare dei pagamenti a rate. «La maggiore felicità legata all’acquisto è nell’attesa stessa di quell’acquisto», premette l’esperta. «Se metto i soldi da parte prima, già l’atto di conservare il denaro e il pregustare il momento in cui l’oggetto sarà mio, sono fonti di gioia, raddoppiano la mia felicità. Se non posso permettermi la spesa, comprarla comunque e pagarla in un secondo momento, quando arriva l’estratto conto della carta, o peggio, dilazionare il debito dividendo la somma in rate, potrebbe non farmi apprezzare a sufficienza il sacrificio. Inoltre, quando toccherà saldare, la fatica non sarà bilanciata da alcun piacere».

Regola n. 6: non fare troppi confronti

Hai deciso di affrontare una spesa? Occhio a non cadere nell’errore di perderti tra i confronti: rischieresti di far scemare il piacere procurato dall’atto di comprare. «Se iniziamo a paragonare tra loro troppi oggetti, perderemo di vista il bisogno che ci ha spinto a prendere quella decisione», spiega Elena Carbone. «Mi spiego meglio con un esempio: se entro in un negozio perché avevo bisogno di un paio di sandali bassi, ma poi inizio a guardare e provare diverse paia di scarpe con il tacco, è molto probabile che io uscirò con un paio di splendidi sandali tacco 12. Quando sarò tornata a casa realizzerò però che mi mancano ancora i sandali bassi di cui avevo necessità, e questo potrebbe provocarmi un senso di frustrazione». In sostanza, esagerare con i confronti senza aver chiaro l’obiettivo finisce per portarci a comprare sì lo stesso oggetto, ma con caratteristiche diverse da quelle che ci occorrevano. «Se i requisiti da confrontare si moltiplicano, il momento dell’analisi diventa più complesso e le possibilità di errore crescono». E aumentano le probabilità di spendere i soldi in modo sbagliato, cosa che non ci fa bene.

Regola n. 7: resta con i piedi per terra

Seguire questo consiglio è un altro modo per fare una spesa di cui non dovremo pentirci. Stai per comprare una casa al mare? Non lasciarti stregare dal fatto che ha l’accesso alla spiaggia. Sforzati di guardarla a tutto tondo. «Magari è umida, oppure il fatto di essere sul mare rende più facile l’accesso ai ladri. Il segreto è iniziare a “sporcare” l’immagine che ti stai facendo per avere una visione più realistica. Aiuta a fare un acquisto sensato, di cui non pentirsi», è il consiglio della psicologa.

Regola n. 8: segui i consigli degli altri

Amici, parenti, vicini di casa, i suggerimenti di chi ha speso i soldi prima di noi per lo stesso acquisto possono essere preziosi. «Chi ha investito bene il suo denaro ha voglia di farlo sapere, e chi se ne è pentito, è ansioso di dare agli altri i consigli giusti affinché non cada nelle stesse trappole. I punti di vista degli altri, inoltre, ci consentono di valutare la scelta in modo più oggettivo», chiarisce Elena Carbone.

La spesa che genera paura, ansia, stress non ci dà la felicità

Un ultimo consiglio arriva dalla nostra psicologa. «Prima di usare il nostro denaro, ragioniamo sempre su cosà ci procurerà dopo l’oggetto e l’esperienza su cui stiamo investendo. Evitiamo di comprare qualcosa di cui faremo fatica a occuparci, che genera problemi o che ci obbligherà a fare qualcosa contro la nostra volontà. Penso a un’auto costosa ma difficile da parcheggiare nella zona in cui abitiamo, un abito costato più del necessario, ma che ci sentiamo costretti a indossare, per ammortizzare la spesa. In questi casi non ne vale la pena».

Quali sono allora le cose che rendono felici?

Qual è allora il vero segreto della felicità? «Saper spendere il denaro, ma soprattutto condividere quello che abbiamo con altri. A darci gioia non sono i soldi in sé, ma le relazioni», conclude la dottoressa Carbone. «Una ricerca longitudinale, che ha esaminato migliaia di persone dai primi anni di vita fino ai 70, ha scoperto una cosa forse banalissima, ma altrettanto importante. Ciò che ci rende davvero felici è stare con gli altri. Nel campione esaminato c’erano persone con esistenze diversissime tra loro, dal top manager all’impiegato, al lavoratore saltuario, ma l’unica variabile che compariva in tutti coloro che si dichiaravano felici, era l’avere delle relazioni solide. Allora sì, i soldi ci possono aiutare a essere felici, ma nella misura in cui ci aiutano a costruire rapporti positivi. Se invece il denaro ci rende avidi, rischiamo di essere più infelici di prima».

E per chiudere, ti lasciamo con un Ted Talk in cui si parla proprio di questo!

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