Il taglio del cuneo fiscale avrà conseguenze sulla pensione?

Spesso si crede che la riduzione del cuneo fiscale possa avere ripercussioni sulla pensione futura. La risposta è no. E adesso vediamo perché.

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Elisa Lupo
Elisa Lupo

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Consulente del lavoro da più di 15 anni, ideatrice, autrice e voce di Previdenti, il primo podcast che spiega in modo facilmente fruibile il mondo della pensione.

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Foto di Arlington Research

Dal momento che nel nostro sistema pensionistico l’importo della pensione è influenzato, tra gli altri fattori, dall’importo della contribuzione versata, spesso sorge il dubbio che le agevolazioni contributive come la riduzione del cuneo fiscale possano avere ripercussioni sulla pensione futura.

In cosa consiste la riduzione del cuneo fiscale?

Il cuneo fiscale è l’insieme di tasse e contributi pagati dal datore di lavoro e dal lavoratore sulla retribuzione. Il suo ammontare determina il costo del lavoro e quanto sarà il netto in busta. Con il consiglio dei ministri del 1 maggio 2023 il Governo ha deciso di ridurre ulteriormente da Luglio a Dicembre 2023 il carico contributivo a carico dei lavoratori dipendenti che guadagnano meno di 35.000€ annui. Si parla quindi di taglio fiscale ma in effetti è contributivo. Ogni mese verrà controllata l’appartenenza alla platea e verrà riconosciuto l’esonero in busta paga. Per capire se rientri nella platea controlla l’imponibile previdenziale del mese: se è inferiore a € 1923,00 avrai diritto a un esonero del 7%, se è compreso tra € 1924 e € 2.692 avrai diritto ad un esonero del 6%.

Ma torniamo alla domanda di partenza: questo sconto che ci permette di avere un netto più alto in busta paga avrà come amara conseguenza un impatto negativo sulla pensione?

La risposta è no! Goditi pure l’esonero. Il legislatore ha stabilito che rimarrà invariata l’aliquota di computo cioè l’aliquota virtuale considerata per conteggiare i contributi ai fini della pensione.

Ogni volta che viene introdotto uno sgravio contributivo il legislatore chiarisce se verrà modificata o meno l’aliquota di computo. In questo caso ha stabilito che rimanesse invariata ed è questo il motivo per cui il Governo ha dovuto trovare delle coperture finanziarie per coprire lo scarto tra i contributi non riscossi e quelli invece da accreditare sulle singole posizioni contributive.

La riduzione del cuneo fiscale avrà quindi come effetto solo un aumento del netto con l’obiettivo di permettere ai lavoratori dipendenti il mantenimento del potere d’acquisto malgrado l’inflazione.

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