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Il tetto dei 75.000 euro, cosa cambia per le detrazioni nel 2025

La legge di Bilancio 2025 ha introdotto un tetto alle detrazioni fiscali che colpisce i ceti medio alti, in particolare chi non ha figli. Chi supera la soglia di reddito di 75.000 euro non potrà portare in detrazione il totale delle spese sostenute, ma solo una determinata quota. Il massimo è 14.000 euro, per chi ha almeno 3 figli o un figlio con disabilità, per gli altri l’importo si calcola sulla base di alcuni coefficienti (e si dimezza a 7.000 per i single). Ecco i calcoli da fare e come muoversi per ridurre al minimo le penalizzazioni.

Tempo di lettura: 3 minuti

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Foto di Benjamin Combs

Oggi parliamo di un tema su cui si interrogano in tanti: il tetto alle detrazioni fiscali per chi ha redditi sopra i 75.000 euro, che è stato introdotto con la legge di Bilancio 2025. È un tema che avrà delle ripercussioni sulla dichiarazione dei redditi che andremo a compilare nel 2026, ma su cui dobbiamo prepararci già oggi, nel momento in cui sosteniamo spese detraibili, dalla ristrutturazione degli appartamenti, alle spese scolastiche e universitarie dei figli.

Meno figli = meno detrazioni

Il principio viene introdotto con la legge di Bilancio del 2025 è chiaro: se hai redditi sopra i 75.000 euro, potrai usufruire di meno detrazioni fiscali, e meno figli hai, più la soglia si abbassa. Il riferimento è alle spese che ogni anno indichiamo nella dichiarazione dei redditi, e che ci vengono poi in parte rimborsate dal Fisco sotto forma di “sconto” sulle tasse, dalla parcella  del veterinario alle spese per i funerali, dalla mensa scolastica e la palestra dei figli fino ai bonus edilizi. Restano escluse le spese mediche, le rate residue delle detrazioni già ottenute per gli interventi edilizi precedenti al 2025, gli investimenti in start up e Pmi innovative e gli interessi passivi dei mutui prima casa e premi assicurativi contratti prima del 31 dicembre 2024 (quelle per i nuovi mutui rientreranno invece nel cumulo). Da gennaio, chi supera la suddetta soglia di reddito potrà detrarre queste spese solo fino a un tetto massimo, che varia appunto con il numero dei figli.

Come si calcolano i tetti alle detrazioni

Veniamo ora ai numeri, e facciamo due conti. Per chi ha almeno tre figli, oppure ha un figlio disabile, la soglia massima è di 14.000 euro, che per i single si dimezza a 7.000 euro. Per chi ha un figlio, l’importo viene invece calcolato moltiplicando i 14.000 euro  per il coefficiente 0,70, arrivando così a 9.800 euro; se i figli sono due, il coefficiente è 0,85, e la somma ottenuta, quindi il limite massimo è 11.900 euro. Dopo i 100.000 euro di reddito i tetti si riducono ulteriormente, perché l’importo massimo passa a 8.000 euro. Poniamo quindi che io abbia un solo figlio, e un reddito di 80.000 euro all’anno: delle spese detraibili che farò nel 2025 (fatte salve quelle mediche e per i mutui contratti fino a fine 2024), potrò detrarre dalle tasse una percentuale solo su 9.800 euro. 

Dividersi le spese per evitare penalizzazioni

A cosa ci serve sapere questo ora? Perché se facciamo bene i calcoli possiamo “minimizzare” il danno, perché il tetto di reddito è personale e non familiare. Premettiamo quindi che se in un nucleo entrambi i partner hanno redditi sotto i 75.000 euro, non subiranno alcuna penalizzazione. Se invece solo uno dei due è sopra questa soglia, ci si potrà suddividere le spese in modo da non superare il tetto previsto. Per esempio, se è in programma di cambiare l’impianto di riscaldamento con uno a risparmio energetico (operazione costosa, su cui nel 2025 c’è ancora però una detrazione del 50%), si potrà decidere di suddividere la spesa tra i due partner, oppure di accollarla a quello dei due che ha il reddito sotto soglia. Ovviamente non bisogna dimenticare di accertarsi che l’altro abbia abbastanza capienza fiscale, e cioè che le detrazioni maturate non superino l’imposta che questi avrebbe dovuto al Fisco per il 2025, perché anche in questo caso il beneficio è perduto.

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