Le novità sul superbonus 110% spiegate bene

Le novità riguardano il grande tema che ha attanagliato chiunque abbia affrontato dei lavori di risparmio energetico o antisismici dotati dell’agevolazione. Ovvero la possibilità di cedere la detrazione (o richiedere lo sconto in fattura al fornitore).

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Foto di Hendrik Morkel

Sono commercialista ormai da un po’ di anni e mai avevo visto mettere mano così tante volte a una norma come nel caso del superbonus 110%.

Di quali novità si tratta questa volta?

Le novità riguardano il grande tema che ha attanagliato chiunque abbia affrontato dei lavori di risparmio energetico o antisismici dotati dell’agevolazione. Ovvero la possibilità di cedere la detrazione (o richiedere lo sconto in fattura al fornitore).

Perché serve cedere la detrazione?

Perché il recupero diretto nella dichiarazione 730 o nel Modello Unico è appannaggio solo di chi ha redditi particolarmente alti. Facciamo un esempio: se per rifare il cappotto di casa, sostituire la caldaia e rifare gli infissi sono stati spesi 100mila euro nel 2022 e si hanno tutte le caratteristiche per poter usufruire dell’agevolazione 110%, spetta un recupero Irpef di 110mila euro da dividere in 4 anni ed è quindi necessario avere una capienza Irpef annuale di almeno euro 27.500 euro che ovviamente possiede solo chi ha uno stipendio molto importante.

Piccolo ripasso: cos’è la capienza Irpef?

È la capacità che ha il contribuente di recuperare le somme versate a titolo di imposta. Quindi è il massimo sconto che può ricevere, in virtù dei redditi prodotti e delle imposte versate o trattenute. A chi non ha capienza Irpef, dunque, è stata data la possibilità di cedere questa detrazione a terzi (banche in prima fila) oppure di chiedere direttamente lo sconto in fattura ai fornitori (che poi a loro volta cedevano questi crediti alle banche).

Dov’è il problema?

Per un certo periodo il tutto ha funzionato. Ma con il passare del tempo, la capienza limitata delle banche, le frodi e i recuperi effettuati dalle forze dell’ordine e tutta una serie di meccanismi che nel tempo si sono via via inceppati, questa possibilità, sebbene formalmente permessa, non era attuabile. Nessuno comprava più crediti e così molti sono rimasti con il cerino in mano e non sono riusciti a comunicare la cessione del credito all’agenzia delle entrate entro il 31 marzo 2023 (scadenza originaria) semplicemente perché non avevano trovato nessun compratore.

Inoltre, per tutti i lavori la cui Scia non è stata depositata prima del 17 febbraio, non è più possibile richiedere lo sconto in fattura o procedere con la cessione del credito da bonus edilizi, cosa che ha ulteriormente sconvolto il mercato.

Come si sta risolvendo il problema?

Gli interventi per cercare di sanare questa situazione e “sperare” di rimettere in moto il mercato sono stati fatti in due direzioni.

  1. Da un lato si è cercato di delimitare lo spazio delle responsabilità per incentivare soggetti terzi all’acquisto di crediti fiscali, ma soprattutto è stato concesso più tempo tramite l’istituto della “remissione in bonis”: con il pagamento di un importo di 250 euro sarà possibile notificare all’agenzia delle entrate la cessione del credito entro il 30 novembre 2023. Alcuni istituti hanno già ricominciato ad acquistare crediti fiscali e vedremo nei prossimi mesi come si muoverà il mercato, ma l’auspicio è che chi ha sostenuto le spese immaginando di avere la possibilità di cedere il credito sia nelle condizioni oggi di poterlo fare.
  2. Un’altra nuova possibilità riguarda l’opportunità che questi soggetti avranno di recuperare la detrazione direttamente in sede di dichiarazione dei redditi a partire dal 730 (o modello UNICO) dell’anno 2023, ma anziché in 4 anni in 10 annualità e quindi nell’esempio fatto in precedenza, il recupero sarebbe di 11mila euro all’anno, il che aumenta la platea di possibili interessati al recupero diretto anziché alla cessione.

Infine è arrivata una sperata proroga ovvero quella concessa a chi sta effettuando lavori da superbonus 110% su villette autonome o unità abitative funzionalmente indipendenti; in questo caso sono stati concessi sei mesi in più a coloro che avevano già iniziato i lavori e avevano raggiunto il 30% dei lavori al 30 settembre. Per questi soggetti oggi c’è tempo fino al 30 settembre 2023 per usufruire dell’agevolazione 110%.

Nel prossimo articolo analizzeremo le modifiche che fanno salvi alcuni casi nei quali sarà ancora possibile ottenere lo sconto in fattura o effettuare la cessione dei crediti dopo il blocco cessioni del 17 febbraio 2023. Sempre che nel frattempo non succeda qualcosa di nuovo…

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