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Loud budgeting: dire “non posso permettermelo” è un atto di libertà

Dal sentirsi in imbarazzo per una cena fuori alla libertà di dire “questa spesa oggi non fa per me”: il loud budgeting ci insegna che parlare apertamente di soldi è un atto di consapevolezza, una forma di cura e un passo concreto verso il benessere finanziario.

Tempo di lettura: 4 minuti

Valentina Ciannamea
Valentina Ciannamea

di

Giornalista esperta di mondi digitali con un background da sociologa

Loud budgeting cos'è e come funziona dire apertamente
Foto di Kate Ibragimova su Unsplash

Come risparmiare soldi in modo consapevole non è sempre facile. Per esempio, ti è mai capitato di partecipare a una cena con amici e pensare: “questa uscita pesa troppo sul mio budget mensile”? A me sì. E non l’ho detto. Ho preferito restare in silenzio, fare un rapido calcolo mentale e poi stringere sulla spesa della settimana. Vivo da sola: se per qualche giorno mi arrangio con quello che c’è in frigo, pazienza.

Ogni estate torno in Puglia, nella casa dei miei genitori. Una scelta che spiego dicendo: “Vado a trovare la mia famiglia, li vedo solo due volte l’anno”. Ma la verità è anche un’altra: scelgo quella vacanza perché mi permette di risparmiare.

Eppure non c’è nulla di male in questo. Parlare apertamente del proprio rapporto con i soldi è il primo passo verso la libertà finanziaria.

Cos’è il loud budgeting e perché sta diventando un trend

Il loud budgeting è una tendenza nata su TikTok e ora sempre più diffusa all’estero come in Italia. Si tratta di dichiarare apertamente le proprie scelte economiche, anche quando significa dire “no” a una spesa fuori budget o a una proposta che in quel momento non possiamo permetterci.

Non è solo un modo per risparmiare soldi, ma un vero atto di consapevolezza.
È il contrario della pressione sociale del “comprare per appartenere”: qui si afferma il diritto di scegliere come spendere (o non spendere) i propri soldi, secondo i propri obiettivi.

Perché parlare di soldi dovrebbe essere normale

In molte famiglie italiane parlare di soldi è ancora un tabù. Si tende a nascondere le difficoltà economiche, a minimizzare i propri sforzi per risparmiare, a evitare di esprimere chiaramente i propri obiettivi finanziari.

E invece:

  • Dire che non si va in vacanza per risparmiare non è una sconfitta.
  • Rifiutare un regalo troppo costoso non è una mancanza di affetto.
  • Rinunciare a un’uscita non significa essere tirchi, ma avere priorità.

La gestione del denaro è una parte fondamentale del benessere personale. E parlarne in modo aperto è come raccontare di una dieta sana, di una corsa al parco, di una terapia che ci fa bene. Solo che riguarda il nostro benessere finanziario. In Rame, questa consapevolezza è il cuore della community. È da qui che nasce la nostra membership: per condividere strategie, obiettivi, storie. Perché il benessere finanziario non è un lusso individuale, ma un obiettivo collettivo.

Loud budgeting non vuol dire raccontare tutto

Essere trasparenti non significa dover condividere ogni dettaglio delle proprie finanze.
Il loud budgeting ci insegna a dire:

  • “Per me questa spesa è fuori budget, preferisco rimandare.”
  • “Sto risparmiando per un obiettivo specifico.”
  • “Non mi sento a mio agio con questa scelta economica.”

È un modo per prendere posizione senza giustificarsi, e questo può migliorare anche le relazioni personali, soprattutto quando si parla di soldi in coppia o in famiglia.

Fare loud budgeting significa prima di tutto avere un budget

Non puoi dichiarare una strategia se prima non l’hai costruita. Dietro ogni “no” consapevole, c’è un lavoro fatto prima:

  • Capire quanto guadagni davvero;
  • Sapere quanto spendi (e per cosa);
  • Scegliere dove vuoi andare.

Risparmiare soldi non è mai fine a se stesso. Serve a darti potere decisionale, margine, sicurezza. È un modo per dirti: “Sto pensando al mio futuro”.

Scegliere come spendere è scegliere come vivere

Il loud budgeting ci ricorda che ogni spesa è una dichiarazione di intenti. Non c’è nulla di vergognoso nel dire: “Questa cosa oggi non fa per me”, se dietro c’è una scelta consapevole.

In un mondo che ci spinge continuamente a consumare, dire “non posso permettermelo” è un atto rivoluzionario. E se lo fai perché vuoi ripagare un debito, costruirti una pensione integrativa, creare una riserva di emergenza… allora sì: stai prendendo in mano la tua libertà.

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