Non siamo previdenti di natura. 3 passi per iniziare
Cos’è la previdenza secondo il vocabolario italiano? Si tratta di quell’attitudine a prendere in considerazione prudentemente e tempestivamente le necessità del futuro.
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di Elisa Lupo
Consulente del lavoro da più di 15 anni, ideatrice, autrice e voce di Previdenti, e IO Lavoro.
Se ti stai chiedendo se l’essere umano sia per indole previdente la risposta è no. Più cresce l’orizzonte temporale che ha davanti meno l’uomo ha un comportamento previdente. Studi socio-comportamentali hanno dimostrato che vengono sottostimati problemi potenziali anche importanti sul lungo periodo a favore di necessità più banali e frivole ma più immediate.
Dallo stato paternalistico…
Quanto finora detto potrebbe iniziare a spiegare perché subito dopo la prima Rivoluzione industriale gli stati cominciarono ad assicurare una previdenza sociale obbligatoria ai propri cittadini.
Nei moderni stati di diritto, la previdenza sociale obbligatoria ha evitato che l’attitudine poco previdente dell’essere umano gli impedisse di avere un reddito adeguato nella vita post lavorativa e ha garantito dei livelli minimi di sussistenza a tutti, evitando che ci potessero essere numerosi cittadini senza le risorse necessarie per sopravvivere.
…alla libera scelta dell’individuo
Dalla metà degli anni Novanta, con il cambio del contesto economico e demografico, il nostro sistema previdenziale è stato interessato da numerose riforme che hanno portato alla centralità del cittadino senziente e capace di fare le proprie scelte, anche previdenziali. Non più quindi un cittadino-bambino a cui pensa lo Stato paternalistico ma un cittadino adulto e indipendente, chiamato a pensare da sé al proprio futuro.
La pensione non è più qualcosa che arriverà in automatico senza occuparsi di nulla ma dovrà essere costruita durante tutta la vita lavorativa.
Ma siamo pronti a questo cambio di mindset?
La risposta è no, e questo spiega perché solo un terzo degli italiani ha aderito finora alla previdenza complementare.
Benché il risparmio sia nel DNA degli italiani c’è una “fatica psicologica” che risulta eccessiva per ampie fasce di popolazione a cui si sommano una scarsa conoscenza della materia e una sovra stima delle proprie competenze.
Anche i cittadini che cercano di trovare la via giusta per una pensione dignitosa si scontrano con una grossa difficoltà a reperire informazioni e una scarsa conoscenza dei mercati finanziari.
A quanto detto finora si somma una notevole fatica a modificare l’abito culturale che vedeva nel TFR un totem del proprio sistema valoriale.
3 passi per iniziare
- Uno strumento interessante per cominciare a prendere coscienza del problema è la stima della pensione futura, che è disponibile liberamente sul sito di Inps e su quello delle altre casse di previdenza (ne parlavamo qui). Tramite questa simulazione si riesce a ottenere un importo che ci può far rendere conto se quanto si percepirà sarà in grado di assicurarci il tenore di vita che desideriamo.
- Un secondo passo è informarsi sul sito del proprio fondo di categoria (se si è lavoratori dipendenti) e verificare qual è la contribuzione che il datore di lavoro è tenuto a versare se sceglie di aderire a un fondo chiuso. Questa contribuzione si perde se non si fa questa scelta.
- Per indurre il nostro cervello a essere più previdente conviene spezzettare il problema e darsi obiettivi di breve o medio periodo sicuramente più raggiungibili e motivanti. Per esempio cominciare a contribuire con importi che non impattano eccessivamente sul nostro budget e verificare a fine anno con gli estratti che vengono forniti dai fondi quanti interessi si sono aggiunti al nostro capitale.