Qual è il momento giusto per pensare alla propria pensione?

Questa è una delle domande che mi vengono poste con più ricorrenza e che ha una sola risposta: adesso. La peggiore trappola mentale in cui possiamo cadere è quella di pensare che ormai sia troppo tardi per occuparci della nostra posizione previdenziale e della nostra pensione.

Tempo di lettura: 3 minuti

Elisa Lupo
Elisa Lupo

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Consulente del lavoro da più di 15 anni, ideatrice, autrice e voce di Previdenti, il primo podcast che spiega in modo facilmente fruibile il mondo della pensione.

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Foto di Helena Lopes

L’ammontare della pensione dipende per una parte non trascurabile da quanto l’individuo ha fatto personalmente per il proprio futuro. Un impegno non da poco e su cui la preparazione degli italiani è particolarmente bassa: solo il 37% conosce i concetti chiave di quella che viene chiamata educazione finanziaria, almeno secondo le più recenti indagini internazionali.

Abbandonato a sé stesso, l’aspirante pensionato può rischiare di scoraggiarsi e di fare scelte casuali e poco correlate con le proprie esigenze.

Ripercorriamo insieme quali sono i punti cardinali da tenere presenti per orientarsi nel mondo della previdenza.

La prima cosa da fare se abbiamo una posizione nella previdenza obbligatoria è verificare che tutto sia in ordine, cioè che risultino tutti i periodi per cui abbiamo lavorato e abbiamo versato contributi e che l’importo delle retribuzioni prese a riferimento per il calcolo dei contributi siano corrette.

Succede molto più di frequente di quanto si pensi che possano esserci errori di registrazione che andranno contestati. La verifica va fatta con regolarità per due motivi: il primo è che sarà molto più semplice controllare periodi recenti piuttosto che periodi per cui sono intercorsi diversi anni, il secondo motivo è che si hanno solo 5 anni di tempo per correggere le errate contribuzioni. Trascorso questo periodo, interverrà la prescrizione e alcune anomalie non saranno più sanabili.

Vanno controllate tutte le posizioni! Capita molto spesso che le persone “dimentichino” di avere contributi versati in una certa cassa perché hanno effettuato un determinato lavoro solo in maniera occasionale

Avere la posizione obbligatoria in ordine e sotto controllo permetterà di poter effettuare delle simulazioni di pensione futura attendibili. Le simulazioni ci aiutano a renderci conto di quale sarà l’ammontare della pensione che verrà erogata dalla previdenza pubblica e di quanto dovremo integrarla con la previdenza complementare.

Previdenza complementare: anche in questo ambito non si è mai in ritardo, ma si deve aver ben chiaro l’obiettivo che si vuole raggiungere e il tempo che si ha a disposizione.

Maggiore è il tempo che intercorre tra il momento in cui iniziamo a versare a previdenza complementare e il momento in cui andremo in pensione, minore sarà l’importo da versare per ottenere una buona rendita perché ci “aiuteranno” i rendimenti pluriennali. Più si accorcia questo lasso temporale maggiore sarà la quota di capitale che dobbiamo versare per poter ottenere una rendita adeguata.

Non c’è quindi un momento adatto. O meglio, il momento migliore è il prima possibile, ma se abbiamo superato quella scadenza non dobbiamo pensare che la situazione sia  irrimediabile. Andranno invece fatte delle scelte coerenti con il momento in cui iniziamo a contribuire.

Tranne rari casi, non ci sarà nessuno che potrà scegliere per noi né il quando né il come contribuire a previdenza complementare: siamo noi gli unici artefici di questa pianificazione che, se fatta nel modo corretto, ci permetterà di arrivare al traguardo con serenità.

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