Quanti soldi tenere sul conto come fondo d’emergenza?
Proviamo a capire quanti soldi dovremmo avere sul conto per metterci al riparo da tutti gli imprevisti che possono capitare.
Tempo di lettura: 7 minuti
di Giorgia Nardelli
Giornalista esperta di diritti dei consumatori e finanza personale.
La lavatrice da cambiare, la cartella esattoriale per un bollo non pagato, i lavori per la facciata del palazzo. E ancora: uno stop sul lavoro o un legamento rotto. Oggi proviamo a capire quanti soldi dovremmo avere sul conto per metterci al riparo da tutti questi imprevisti. In tempi in cui tenere liquidità sul conto significa lasciarla mangiare dall’inflazione, è fondamentale capire qual è la somma giusta per noi, come arrivare a metterla da parte e conservarla. Qui a Rame abbiamo provato a fare un po’ di conti con un’esperta. Ecco cosa è venuto fuori.
Cosa succede se ho più di 5.000 euro sul conto
In molti consigliano di tenere sul conto corrente meno di 5.000 euro. E questo perché, se la giacenza media del conto supera questa soglia, bisogna pagare allo Stato l’imposta di bollo di 34,20 euro all’anno.
«Ma non può certo diventare un termine di riferimento. O almeno non per tutti», dice subito la moneycoach Elisabetta Galeano. «Il fondo di emergenza va calcolato in rapporto a una serie di elementi: i componenti del nucleo familiare, le fonti di entrata e le somme, i propri beni, le spese correnti e le esigenze presenti e future. Per ipotesi, per un single con un lavoro a tempo indeterminato, giovane, in buona salute e con un tenore di vita medio, senza immobili di proprietà, la somma potrebbe bastare. Ma lo si può scoprire solo dopo avere fatto i calcoli».
Quanto serve in banca per stare tranquilli: la regola dei 6 mesi
Quanto serve, allora? Un parametro molto usato, che riesce a dare un’indicazione di massima è quello basato sullo stipendio mensile. Molti esperti consigliano di accantonare per le emergenze una somma pari a 6 mesi di retribuzione, che può scendere fino a 3 in presenza di altri “paracadute”. «Ma se vogliamo essere più precisi meglio utilizzare come metro le uscite mensili, anziché le entrate. Per stare tranquilli dobbiamo sapere quanto ci occorre ogni mese per vivere, e partire da questa cifra», suggerisce la coach. «Basta prendere gli ultimi estratti conto e fare la media aritmetica delle uscite mensili dell’ultimo anno. Meglio ancora se si redige il bilancio familiare, perché in questo modo il calcolo sarà più preciso (qui spieghiamo come si fa e come aiutarsi con le App). Se non si riesce a tornare indietro di un anno, va bene anche la media di 3 o 5 mesi, purché non lasci fuori uscite importanti». Ottenuta la somma, va moltiplicata per un numero che va da 3 a 6, a seconda della propria situazione lavorativa, economica e familiare.
Le domande per stabilire la cifra giusta per te
Da 3 a 6 c’è una bella differenza, ma il numero giusto si calcola analizzando uno ad uno i nostri punti di forza e di debolezza. Un esercizio utile potrebbe essere quello di mettere per iscritto una serie di domande, e darsi delle risposte. Ecco un possibile elenco:
- Ho un lavoro stabile? Se dovessi perderlo potrei usufruire di ammortizzatori sociali?
- La casa in cui vivo è mia? E se sì, l’edificio è nuovo, o l’assemblea condominiale potrebbe deliberare dei lavori, e di che tipo?
- La mia auto e gli elettrodomestici che sono a casa sono nuovi o in buone condizioni, o potrei doverli cambiare da un momento all’altro?
- Quante altre entrate ci sono in famiglia oltre al mio stipendio?
- Che spese impreviste dovrei poter affrontare per ciascuno dei miei figli, nei prossimi anni? Apparecchio per i denti? Ripetizioni private?
Considera che non tutte le eventualità – per fortuna – si materializzeranno, ma più sono le incognite, più l’asticella sale. «Per esempio, se hai un lavoro a tempo indeterminato, 3 mesi possono bastare», dice Galeano. «Se però la tua è un’attività in proprio, magari con spese fisse alte, devi salire a 6. In questo modo, anche nella peggiore delle ipotesi, e cioè nel caso in cui dovessi restare senza lavoro e senza alcun ammortizzatore sociale, il fondo di emergenza ti darà mezzo anno di respiro. Negli altri casi, qualunque altra emergenza dovesse verificarsi, avrai la possibilità di anticipare quel denaro senza andare in affanno».
Come risparmiare ogni mese
Inutile negarlo, sei mesi di uscite fisse sono una bella somma, e se si parte da zero non è semplice accumularla. «Se spendi 1.800 euro al mese, e moltiplichi il valore per 6 mesi, arrivi a 10.800 euro. In un anno significherebbe risparmiare 900 euro al mese, un obiettivo decisamente elevato anche per i più bravi», ammette l’esperta. «Ma è controproducente lasciarsi prendere dall’ansia di dover accumulare tutto e subito. L’importante è iniziare, anche con poco, anche a piccoli passi. Quello che dobbiamo fare è entrare nell’ottica di dover ricavare una somma dal nostro budget mensile e destinarla al fondo emergenze, anche se la nostra capacità di risparmio è bassa. Senza lasciarci scoraggiare. Se il mio traguardo è raggiungere i 6 mesi, ma strada facendo ho un imprevisto e devo dare fondo al tesoretto, va bene ugualmente. Dopotutto lo scopo dei risparmi è proprio questo!».
Un espediente che può esserti di aiuto sono le “saving challenge”. Negli Usa sono consigliatissime dagli esperti di risparmio, perché rendono più divertente e stimolante l’esercizio giocando sulla leva della sfida personale.
Un buon metodo, per esempio, potrebbe essere quello di cominciare a risparmiare 1 euro a settimana, e di incrementare ogni settimana di un altro euro, fino ad arrivare a 52, quante sono le settimane in un anno. Questo “trucco”, che puoi fare aiutandoti con un calendario, ti permette di accumulare 1.378 euro in un anno.
Puoi anche darti l’obiettivo di mettere via 20 euro ogni settimana: a fine anno arriverai ad avere accantonato 1.040 euro. Sei tu a decidere di volta in volta su cosa tagliare per ricavare la somma, inoltre, monitorare periodicamente i progressi fatti e vedere l’obiettivo che si avvicina ti darà una motivazione in più. In questo articolo trovi 8 strategie utili.
Dove tenere i risparmi
La nonna teneva i risparmi di emergenza in un barattolo, ed è quello che dovremmo fare noi, almeno virtualmente, per evitare di cadere nella tentazione di usare quei soldi in altro modo. «La ricetta perfetta non esiste ancora, purtroppo, perché ancora poche banche offrono uno strumento per accantonare i piccoli risparmi, e sono soprattutto le nuove banche virtuali a farlo. Come alternativa si può pensare a un conto deposito svincolato collegato al conto corrente, che ha appunto la funzione di deposito, e dà anche dei rendimenti, benché molto basso. Altrimenti si può approfittare delle App gratuite per i pagamenti, come Satispay, che hanno la funzione di salvadanaio. L’importante è scegliere uno strumento gratuito e affidabile, che si potrà usare anche solo per versare i propri risparmi».
Quando prelevare
C’è poi un ultimo consiglio, non meno importante. «Occhio a non confondere il fondo di emergenza con la giacenza di conto corrente, da cui preleviamo e dove versiamo a piacimento. Il fondo non è “modulabile” in base alle uscite del mese, e dovrà essere appunto destinato all’emergenza: non una vacanza ma il dente rotto, non la borsa griffata ma il meccanico. Allenati a non confondere l’emergenza con la spesa extra, la vera emergenza la riconosci perché ha tre caratteristiche: è urgente, imprevedibile e inevitabile» (qui Elisabetta Galeano lo spiega bene).
Le spese extra che vuoi concederti ogni tanto devono avere un budget a parte, un “barattolo” a sé per tornare all’esempio della nonna. «La riserva per gli “sfizi” ti aiuta anche a liberarti da quel leggero senso di colpa che avvertiamo quando abbiamo la sensazione di sperperare il nostro denaro per qualcosa di frivolo. Se metti da parte i soldi per la vacanza proverai invece una grande soddisfazione nel momento del prelievo».
Sicuro che non li devo investire?
Ecco invece una domanda che potresti farti se hai accantonato una discreta somma. Davvero conviene lasciare quei soldi sul conto, e farseli “mangiare” dall’inflazione? Non sarebbe meglio investirli nel frattempo in qualcosa di redditizio?
La risposta dell’esperta è netta. «Meglio tenerli lì, quei soldi devono essere pronti per l’uso. Se proprio vuoi farli fruttare, meglio allora destinarli a un investimento a basso rischio e facilmente svincolabile. Devi avere la certezza di potere ritirare le somme che ti occorrono in qualunque momento, senza pagare penali, e ottenerle nel giro di una decina di giorni». In ogni caso – prosegue la coach – una parte deve essere sempre disponibile da un giorno all’altro, fossero anche solo i 4.999 euro sul conto corrente che ci permettono di risparmiare sull’imposta di bollo».