Riscatto di laurea: quando scegliere il metodo ordinario?

Dopo aver parlato del riscatto di laurea in modo agevolato, vediamo qual è invece il metodo ordinario e chi dovrebbe prenderlo in considerazione.

Tempo di lettura: 3 minuti

Elisa Lupo
Elisa Lupo

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Consulente del lavoro da più di 15 anni, ideatrice, autrice e voce di Previdenti, il primo podcast che spiega in modo facilmente fruibile il mondo della pensione.

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Foto di Courtney Wentz

Quanto costa?

Il metodo ordinario prevede 2 tipologie di calcolo dell’onere differenti in base a quando si colloca il periodo di studi effettuato. Una precisazione in merito al periodo: si può riscattare solo il periodo legale del corso di studi e solo se si è conseguito il titolo. Al di là della data effettiva di laurea, il periodo di studi parte dalla data di immatricolazione e si estende per la durata legale (es. 4 anni). Esempio: se mi sono immatricolata nel 1990 e mi sono laureata nel 1997 ma il mio corso di studi prevedeva una durata di 4 anni, io potrò riscattare dal 1990 al 1994.

Se il periodo di studi si colloca prima del 1995

Il calcolo verrà effettuato con il sistema della riserva matematica. L’Inps effettua il conteggio di quanto sarebbe la pensione al momento della domanda senza i periodi riscattati, fa il conteggio di quanto aumenterebbe la pensione con il riscatto e su questa differenza applica dei coefficienti legati al sesso, età, anzianità contributiva eccetera. I coefficienti sono costruiti in base alla speranza di vita media: se l’incremento di pensione dovrà essere erogato per più tempo, l’onere per il riscatto sarà maggiore.

Se il periodo di studi si colloca dopo il 1995

L’onere verrà determinato con il calcolo in percentuale. Per ciascun anno di studi da riscattare, l’Inps richiederà il 33% della retribuzione percepita nei 12 mesi precedenti alla domanda. La retribuzione è da intendersi comprensiva anche di elementi variabili come i premi, se ce ne sono stati.

Perché scegliere il metodo ordinario?

Entrambi i conteggi determinano un costo superiore a quello determinato dal riscatto agevolato, perché, allora si dovrebbe scegliere il metodo ordinario?

I motivi sono 2:

  1. Il metodo ordinario lascia intatta la situazione soggettiva dell’assicurato e non prevede che il lavoratore opti per il calcolo contributivo dell’intera pensione. Premessa: con il metodo retributivo il calcolo dell’assegno pensionistico viene fatto sulla base delle ultime retribuzioni, mentre con il metodo contributivo si tiene in considerazione l’ammontare dei contributi effettivamente versati. Facciamo un esempio: un lavoratore che ha iniziato a lavorare nel 1990, avrà una parte di pensione calcolata con il metodo retributivo (1990-1995) e una parte con il metodo contributivo (1995-fino a pensione). Se decidesse di riscattare il periodo di laurea (1985-1989) con il riscatto di laurea agevolato dovrebbe necessariamente optare a che tutta la sua pensione venga calcolata con il sistema contributivo. Se invece decidesse di riscattare con il metodo ordinario continuerebbero a esistere entrambe le quote.
  2. Il riscatto agevolato ha un onere ridotto ma anche un beneficio pensionistico in termini monetari ridotto, se si decide di riscattare la laurea per aumentare la propria pensione non è il metodo corretto

Un’ultima avvertenza: scelte come queste vanno ben pianificate, perché potrebbero precludere delle strade in futuro. Faccio un esempio. Alcuni accessi pensionistici, come Opzione donna,  sono riservati a quelle donne che hanno una contribuzione ante 1996 e che effettuano l’opzione a contributivo contestualmente con la domanda di pensione. L’accesso a Opzione donna, quindi, è precluso a chi in un momento differente ha scelto il riscatto di laurea agevolato, perché ciò significa che ha già optato affinché tutta la pensione venga calcolata con il sistema contributivo.

La morale è che nella previdenza così come in altri campi i passi vanno fatti in modo ragionato dopo averne valutato tutte le possibili ricadute.

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