Soldi e matrimonio: come conoscere finanziariamente il partner
A livello finanziario il matrimonio conta più del lavoro che si sceglie, del luogo in cui si vive e degli investimenti, dicono i dati. Non significa che la ricchezza dipende dal patrimonio del partner, bensì che amministrare insieme le risorse, come una squadra, può accrescere la ricchezza personale. D’altra parte, gli esperti sanno anche che il denaro è uno dei principali motivi di crisi, nonché una delle prime ragioni di scontro durante le cause di divorzio. Come evitare tutto questo? Conoscendosi a fondo, subito, parlando di soldi, tutelandosi e definendo obiettivi comuni. Ecco le ricette di alcuni esperti.
Tempo di lettura: 13 minuti

di Giorgia Nardelli
Giornalista esperta di diritti dei consumatori e finanza personale.

- Le tre regole di Galloway per una vita finanziaria felice
- Primo step: scegliere bene il partner (e capire il suo “money mindset”)
- Secondo step: parlare spesso di soldi (anche facendo un “test pratico”)...
- ... e sperimentare una vacanza on the road
- Terzo step: niente tabù (ma accordi chiari) se la relazione si fa seria
- Soldi e matrimonio, gli accordi e le parole per tutelarsi
- La “money routine” di coppia secondo Ramit Sethi
Il matrimonio? A livello finanziario conta più del lavoro che si sceglie, del luogo in cui si vive e degli investimenti. Lo sostiene Scott Galloway, docente di marketing alla Stern School of Business della New York University, nonché imprenditore, podcaster e opinionista molto conosciuto negli Stati Uniti. In un recente post, Galloway, praticamente una celebrità in fatto di analisi in ambito tecnologico, economico e sociale, ha pubblicato una serie di dati sul tema soldi e matrimonio, in particolare sull’importanza di fare le “giuste nozze”. Che non significa necessariamente sposare una persona ricca.
Secondo i dati, le persone sposate sono il 77% più ricche dei single, e ogni anno in più di matrimonio accresce il patrimonio netto del 16%, mentre il divorzio riduce la ricchezza personale del 75%. Per avere una vita matrimoniale lunga e proficua, però, è necessario considerare il partner come il proprio principale stakeholder, la persona cui rendere conto delle proprie decisioni finanziarie, e fare con lui o lei un vero “gioco di squadra”, come fosse uno sport da praticare insieme. Dopotutto, il matrimonio è un contratto economico, e non c’è errore più grande che aggirare la questione denaro.
Le tre regole di Galloway per una vita finanziaria felice
Se è vero, come dicono i numeri, che le divergenze finanziarie sono tra le principali cause di divorzio, per costruire un matrimonio – o comunque una relazione – di successo, è necessario secondo Galloway seguire tre step.
- Il primo è scegliere saggiamente il partner.
- Il secondo consiglio è parlare spesso di soldi, fin dai primi incontri e poi con costanza nel tempo.
- Infine, non bisogna considerare il denaro un tabù, in nessuna fase della relazione, soldi e matrimonio – inteso come relazione di lunga durata – sono un binomio indivisibile.
Come passare dalla teoria alla pratica? Lo abbiamo chiesto ai nostri esperti.
Primo step: scegliere bene il partner (e capire il suo “money mindset”)
Come si fa a parlare di soldi quando ci si conosce appena, senza sembrare invadenti? «Ci sono modi per parlare di soldi discorrendo apparentemente di altro. E questa è un’ottima strategia per capire come la persona con cui stiamo uscendo intende il denaro», spiega Stefania Baita, life coach di Rame. «Il trucco, se così si può chiamare, è porre domande rilevanti ma non invasive. All’inizio di una frequentazione è molto importante non far sentire l’altro sotto attacco o sotto interrogatorio. La conversazione dovrebbe iniziare in modo naturale, come quando si passeggia, ci si ferma a guardare una vetrina e si commenta un oggetto: da lì si può passare a parlare di gusti e preferenze personali».
Non si tratta di un approccio manipolativo, sottolinea la coach, ma di un modo per raccogliere informazioni preziose sul partner. «Così come ci viene spontaneo chiedere se lui o lei preferisce il mare o la montagna, o parlare di libri letti o cibi preferiti, possiamo introdurre anche qualche domanda sul denaro, con delicatezza».
Si parte dai racconti di vita vissuta, esperienze personali, domande casuali. «Bastano semplici quesiti generici, come: “Cosa faresti se trovassi 50 euro per terra, come li spenderesti?”. Oppure: “Un mese fa il mio capo mi ha dato un premio in denaro, ho speso tutto in regali di Natale. Tu cosa ne avresti fatto?”», propone Baita. «L’unica avvertenza è evitare scenari troppo fantasiosi, come domande su vincite alla lotteria. Se parliamo di situazioni irrealistiche, le risposte saranno altrettanto fantasiose e non ci permetteranno di capire davvero come l’altro vede il denaro. Meglio orientarsi su cifre piccole o medie, che non cambiano la vita e mantengono la conversazione ancorata alla realtà».
Queste domande, precisa la coach, non servono a giudicare o classificare l’altro, né tantomeno a portare la conversazione sul tema soldi e matrimonio. «Se risponde che spenderebbe i 5.000 euro del premio per sistemare la sua vecchia moto, senza donare neanche un euro in beneficenza, non significa che sia egoista: ci sta semplicemente rivelando una sua passione. Ci sta dando un elemento in più per capire chi è, che gusti ha. Soprattutto, stiamo aprendo un varco per parlare di soldi, e scoprire qualcosa in più su di lui o lei. Possiamo fare altre domande, raccontare cosa avremmo fatto noi. Intanto, le difese si abbassano».
Anche il tempo di risposta e il tipo di ipotesi proposte possono rivelare molto: se riflette prima di parlare, se si lancia in progetti, se ha già un’idea chiara di come gestisce il denaro, se ne parla volentieri. Occhio però a non confondere l’obiettivo: non si tratta di valutare se è la persona giusta per noi sulla base delle sue risposte, ma di abbattere un tabù e di entrare insieme in un territorio che, altrimenti, non si sarebbe esplorato. Abituarci insomma a parlare di denaro, anche a confrontarsi su temi su cui la si pensa diversamente. «Ovviamente – conclude Baita – bisogna essere disposti ad aprirsi a nostra volta, e far capire con le nostre risposte come intendiamo il denaro, come vorremmo viverlo, a cosa serve per noi, se lo spendiamo o preferiamo risparmiarlo, e così via».
Secondo step: parlare spesso di soldi (anche facendo un “test pratico”)…
Ecco dieci domande “rivelatrici” da porre al tuo partner quando ti senti prontə. Sono pensate per innescare conversazioni sincere e profonde, andando oltre le cifre e mostrando il rapporto emotivo e valoriale che ognuno di noi ha con il denaro.
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Qual è il tuo primo ricordo legato al denaro e come pensi abbia influenzato il tuo atteggiamento attuale?
Aiuta a mettere in luce le radici emotive e familiari: magari il denaro era un tema tabù, oppure c’era l’ansia di “far quadrare i conti”, o ancora una tradizione di generosità. -
Quando ricevi uno stipendio o un guadagno extra, qual è la prima cosa che fai o che vorresti fare?
C’è chi mette da parte, chi si concede subito uno sfizio, chi paga le bollette. L’ordine delle priorità svela molto sulle motivazioni profonde. -
Ti senti più motivato dal desiderio di accumulare e investire, o dalla paura di restare senza?
Un ottimo modo per scoprire se l’altro ha una “mentalità di crescita” e ambizione, oppure è più segnato dall’ansia di perdita e dalla voglia di sicurezza. -
Come decidi se un acquisto “vale la pena”? Fai calcoli precisi, ti affidi a un budget, o segui l’istinto del momento?
Svela se prevale la razionalità, l’emozione o una combinazione di entrambe. -
Se ti ritrovassi con una somma extra inaspettata, come la useresti? La spenderesti, la investiresti o la conserveresti? E perché?
Questa domanda rivela la propensione al rischio, la capacità di pianificare e le priorità a breve o lungo termine. -
Che rapporto hai con l’idea di indebitarti (o di usare credito)? Ti fa paura, la consideri un’opportunità o la vedi come l’ultima spiaggia?
Una visione personale dei debiti può riflettere esperienze passate, convinzioni familiari o obiettivi futuri. -
Hai un obiettivo finanziario a medio-lungo termine (5-10 anni) su cui stai già lavorando? Quale?
Qui capisci se c’è un piano preciso — acquistare casa, aprire un’attività, costruirsi la pensione — oppure se regna l’improvvisazione. -
Se dovessi vivere in coppia, come immagini la gestione delle spese comuni: 50 e 50, in proporzione ai redditi o in un altro modo?
Una domanda cruciale che anticipa potenziali conflitti e differenze di visione: chi guadagna di più deve pagare di più? Oppure tutto alla pari? -
Qual è la tua più grande insicurezza legata al denaro?
Forse teme di non poter garantire un certo stile di vita, o di non poter sostenere un’emergenza. Le paure finanziarie spesso toccano corde personali e familiari profonde. -
Cosa ti fa sentire davvero “al sicuro” dal punto di vista finanziario: un conto in banca consistente, la possibilità di generare reddito continuo, o altro ancora?
Serve a capire se la sicurezza viene dall’accumulo di risorse, dalle competenze che permettono di “fare soldi quando serve”, da un solido welfare familiare, ecc.
… e sperimentare una vacanza on the road
Ovviamente il tema non si esaurisce con qualche conversazione “casuale”. Per capire davvero il rapporto che la persona che frequentiamo ha con il denaro, se è in linea con il nostro o se c’è margine di lavoro comune, è utile passare alla fase successiva: l’osservazione. Il modo più semplice? Testare una breve convivenza. «Anche se nelle occasioni precedenti vi siete conosciuti, prendere insieme decisioni legate ai soldi vi restituirà un quadro piuttosto attendibile», spiega Armando Cecatiello, avvocato matrimonialista e autore del libro “Patrimoni, famiglie e matrimoni. Conoscere i propri diritti e doveri per scelte consapevoli e serene”.
«La vacanza è un test da non sottovalutare: è l’occasione per osservare le abitudini dell’altro in fatto di denaro, capire se ama spendere o risparmiare, se tende ad accollare le spese al partner, se preferisce uno stile di vita frugale o se, al contrario, non sa rinunciare ai comfort ed è disposto a dare fondo ai risparmi pur di volare in business class. L’ideale, quindi, non è una vacanza stanziale, ma un tour in cui la coppia decide ogni passo: dagli spostamenti all’albergo, dal ristorante all’intrattenimento, dove serve una certa programmazione e un budget condiviso».
Una volta raccolti dati e osservazioni, si può iniziare a capire se e come trovare un punto di incontro, una linea comune per le scelte economico-finanziarie. Il rischio, se si salta questa fase, è di passare gli anni futuri a discutere per ogni spesa: se prendere la metro o il taxi, dove mandare i figli a scuola, quale casa scegliere. Spesso sono proprio divergenze di questo tipo a portare alla rottura, senza contare che le questioni economiche inaspriscono anche le cause di separazione e divorzio.
Terzo step: niente tabù (ma accordi chiari) se la relazione si fa seria
Ci sono poi informazioni che è fondamentale avere se si decide di costruire una relazione seria. «Sapere se l’altro lavora, cosa fa, è essenziale. Non basta fidarsi di ciò che ci viene raccontato», continua Cecatiello. «Verificare la situazione patrimoniale della persona con cui si esce da un po’ non significa chiedere a bruciapelo quanto guadagna o fattura l’altro, ma accertarsi che abbia almeno un’entrata. Soprattutto se siamo persone con redditi stabili, risparmi accantonati, dobbiamo tutelarci». Se la relazione sta diventando importante e si sta andando verso la convivenza, è quindi bene avere contezza delle possibilità economiche dell’altro, ma anche stabilire insieme in che misura potrà contribuire alla gestione della vita quotidiana. Sul “come” affrontare il tema così delicato, Cecatiello consiglia di affidarsi a un professionista.
«Non è semplice affrontare un argomento che obbliga a scavare così a fondo dentro di sé e dell’altro, il rapporto con il denaro ha a che fare con la parte più intima di noi, è facile toccare nervi scoperti. Un’idea può essere quella di farsi aiutare da un avvocato, meglio ancora da un commercialista o un esperto di finanza personale, che, partendo dalle entrate e dalle possibilità di ciascuno, calcoli l’apporto di entrambi e stabilisca un metodo di partecipazione alle spese comuni. Il tutto tenendo conto anche del lavoro di cura svolto e dei bisogni della famiglia».
D’altro canto non bisogna dimenticare, a questo proposito, che sia nel matrimonio sia nella convivenza – come confermano le ultime sentenze sul tema – le risorse che ciascuno investe nel progetto familiare, non potranno essere reclamate in futuro. Se uno dei due ha pagato bollette, scuola dei figli, vacanze, ecc, non può pretendere che l’altro gli renda un corrispettivo. Stesso discorso per la casa: se è cointestata, per la legge è di entrambi, indipendentemente da chi ha pagato.
Soldi e matrimonio, gli accordi e le parole per tutelarsi
Se la coppia è ormai stabile, e si procede verso la convivenza o le nozze, anche le scelte patrimoniali hanno un ruolo di primo piano. «Purtroppo si arriva a questo punto senza essere sufficientemente preparati. È paradossale: si dedicano mesi ai preparativi delle nozze, alla scelta di abiti e bomboniere, ma non ci si concentra sui nodi economico-finanziari, sul tema soldi e matrimonio, che è ben più rilevanti», sottolinea Cecatiello. Una delle decisioni spesso prese con troppa leggerezza riguarda la scelta del regime patrimoniale.
«Sempre più coppie optano per la separazione dei beni, nella convinzione che sia la formula che meglio garantisce entrambi. Ma se i partner hanno situazioni economiche molto diverse, questo può penalizzare la parte più debole. Con la separazione dei beni, tutto ciò che viene prodotto o acquistato durante il matrimonio appartiene solo all’intestatario. Se, ad esempio, uno dei due rinuncia alla carriera per occuparsi della famiglia, in caso di separazione potrebbe non vedersi riconoscere nulla per il lavoro di cura svolto e il contributo dato alla famiglia. Negli ultimi anni, infatti, i tribunali sono diventati molto più rigidi nel concedere l’assegno di mantenimento all’ex coniuge. Se una donna è ancora in età lavorativa, difficilmente otterrà un assegno, anche se non lavora. È raro che venga riconosciuto un indennizzo per le competenze perse o per l’uscita dal mercato del lavoro».
Al contrario, la comunione dei beni, prevedendo in linea generale la divisione di ciò che viene acquisito durante il matrimonio, offre più garanzie a chi, per scelta familiare, sacrifica lavoro e carriera per un progetto comune. «La morale è che ogni decisione presa in coppia – prima o durante il matrimonio – dovrebbe essere valutata anche dal punto di vista economico. Bisogna affrontare questi temi parlando apertamente di soldi. La rinuncia al lavoro per dedicarsi alla famiglia, ad esempio, dovrebbe essere controbilanciata con un accordo: il versamento di contributi per una pensione integrativa, l’intestazione di una polizza, uno strumento finanziario o un bene concreto».
La “money routine” di coppia secondo Ramit Sethi
Pattuiti i fondamentali, non resta che gestire il denaro insieme nel modo migliore, per creare appunto quella “squadra” che consente di avere un equilibrio e una stabilità finanziaria di coppia. Secondo l’esperto di finanza personale statunitense Ramit Sethi, dal cui bestseller “I Will Teach You to Be Rich” è stata tratta la serie tv Netflix, per fare sì che la gestione del denaro entri nella routine di coppia e non diventi fonte di tensioni, è necessario appunto discutere frequentemente di denaro. Il primo passo è creare una direzione condivisa, identificando insieme gli obiettivi e le priorità finanziarie, che siano una casa, la scuola dei figli, i risparmi o la vita dopo la pensione: è necessario che i traguardi siano comuni. Anche i piani di risparmio e la gestione delle finanze dovrebbero appunto riflettere le priorità del nucleo, e ciò implica che entrambi conoscano perfettamente entrate totali, uscite, debiti e patrimoni.
È anche vitale che si lasci a ciascuno la possibilità di spendere del denaro per i propri desideri, anche se il quantum andrebbe stabilito assieme. L’errore da evitare, causa di litigi per molti, è che magari uno dei due dia fondo ai risparmi personali per acquistare beni per sé, trascurando le esigenze della famiglia e soprattutto senza rendere partecipe l’altro. L’autonomia finanziaria è comunque una conditio sine qua non per il benessere dei partner, così come il riallineare i valori della coppia, darsi appuntamenti annuali a tena “soldi e matrimonio”, per verificare che gli obiettivi siano ancora condivisi e che si viaggi ancora sulla stessa lunghezza d’onda. Se uno dei due ha abbandonato il sogno della casa più grande, è bene discuterne assieme. Infine, ultimo ma non ultimo, bisogna che ognuno abbia la volontà di venire incontro all’altro e rivedere le proprie posizioni.