Un coniuge infedele va mantenuto dopo la separazione?
Con Maria Grazia di Nella, avvocata familiarista, analizziamo oggi un tema molto frequente, e cioè: in caso di tradimento, la parte lesa deve comunque provvedere al mantenimento?
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di Maria Grazia Di Nella
Avvocata esperta in diritto della famiglia, delle persone e dei minori. Su Rame risponde alle domande della community sui diritti e doveri nelle relazioni familiari.
La domanda
Ho scoperto che mio marito mi tradisce con l’amministratrice delegata della mia azienda. Sono caduta in una profonda depressione e ho l’impressione che tutti sapevano tranne me. Mi dicono che devo lasciarlo ma ho paura di doverlo anche mantenere e di non poter neppure più utilizzare la casa al mare che gli ho intestato. Che stupida sono stata… cosa posso fare?
Antonella
Cara Antonella,
inizio dicendoti che tra i doveri matrimoniali reciproci quello che ancora oggi è la maggiore causa delle separazioni è la violazione dell’obbligo di fedeltà, e quando violato può comportare alla pronuncia di addebito in capo al coniuge fedifrago.
L’articolo 151 comma 2 c.c., prevede che: “Il giudice, pronunziando la separazione, dichiara, ove ne ricorrano le circostanze e ne sia richiesto, a quale dei coniugi sia addebitabile la separazione, in considerazione del suo comportamento contrario ai doveri che derivano dal matrimonio”.
Affinché si possa giungere ad una pronuncia di separazione con addebito, è necessario che vengano prodotte delle inconfutabili prove di tale grave comportamento (con foto, video, bonifici di regali, ristoranti, testimoni) e venga accertato che prima di tale comportamento non fosse in atto alcuna crisi coniugale.
La prova deve essere rigorosa, poiché gravi sono le conseguenze: il coniuge infedele al quale è stata addebitata la separazione, anche se più povero dell’altro, non può pretendere alcun contributo al proprio mantenimento e perde i diritti successori in caso di morte dell’altro.
Ma non è finita qui! Se la violazione dell’obbligo di fedeltà è attuata in modo da ledere gravemente l’onore dell’altro coniuge, vale a dire se i comportamenti agiti integrano l’ingiuria grave, la pronuncia di addebito può avere anche la conseguenza di portare alla revoca delle donazioni ricevute in costanza di matrimonio.
Lo hanno chiarito gli Ermellini: il coniuge tradito può pretendere ed ottenere la revoca delle donazioni mobiliari e immobiliari effettuate in favore dell’altro nel corso del matrimonio, in ragione del comportamento particolarmente lesivo della dignità della persona.
Nel caso arrivato in Cassazione, una fratello e una sorella gestivano un’impresa familiare, all’interno della quale lavoravano anche i rispettivi coniugi, che hanno intrecciato una relazione. Una volta scoperto il tradimento, oltre alla separazione con addebito la donna ha insistito per la revoca di una serie di donazioni, adducendo l’ingratitudine del marito. Il Tribunale le ha dato ragione, e la Corte d’Appello di Firenze pure, affermando che le modalità con cui era stato consumato l’adulterio costituiscono “ingiuria grave”.
Grave perché la relazione è stata intessuta con la cognata e ha minato “oltre alla stabilità del rapporto coniugale (…) anche quella familiare”, e perché l’adulterio si è consumato all’interno dell’azienda e la sua scoperta è inevitabilmente divenuta nota tra dipendenti e colleghi, “riverberando l’infedeltà (…) nell’ambito lavorativo, con evidente e innegabile ulteriore pregiudizio per la dignità della moglie“.
In ultimo, e non certo per importanza.. l’addebito può avere come conseguenza l’obbligo del risarcimento dei danni che il coniuge tradito assume di aver subito – il cd. danno endofamiliare – se le sofferenze subite per la relazione extraconiugale dell’altro, sono tali da ledere la dignità e onore, diritto fondamentale della persona, costituzionalmente protetto. Per questo ti sarà utile chiedere una valutazione ed una relazione al tuo terapeuta che ti sta supportando.
Insomma cara Antonella, prima di fare qualsiasi mossa procurati una serie di prove importanti e poi rivolgiti ad un legale. Dichiarato l’addebito della separazione a tuo marito, non avrà diritto ad alcun mantenimento e il suo comportamento potrebbe essere considerato di tale gravità da giustificare sia l’allontanamento dalla tua azienda sia la revoca delle donazioni da te ricevute.