

Come avete cambiato la vostra relazione con i soldi
Questa non è una puntata come le altre. È la nostra puntata numero 100 e abbiamo pensato che forse valeva la pena fare una pausa. E provare a raccontare cosa abbiamo scoperto in questi tre anni di conversazioni intime sui soldi. Chi ci segue lo sa. Rame non racconta storie modello né prova a lasciar trasparire una qualsivoglia morale dai suoi racconti. Però c’è un filo rosso che lega molte delle puntate del nostro podcast. E cioè la trasformazione. Quasi sempre c’è un prima e un dopo nella relazione con i soldi e quello che vogliamo provare a raccontare oggi è la leva che fa scattare il cambiamento, l’interruttore che a un certo punto accende un faro nuovo sui soldi, investendoli di un senso diverso. Questa puntata, dunque, è un puzzle di interruttori accesi, un repertorio di illuminazioni, da cui lasciarsi ispirare se si è in cerca di cambiamento.
Per Valentina, quel cambiamento è arrivato naturalmente, assieme alla maternità: «La maternità è stata un detonatore per darmi spazio. Paradossalmente, quanto più diminuiva il tempo, tanto più aumentava il valore che io davo a me stessa».
Per Morgana, c’è voluta la psicoterapia: «Il primo passaggio è stato ricostruire questa autostima assegnando un valore economico al mio tempo, alla mia competenza e alle mie capacità».
Per Rachele, che fin da piccola sognava di fare la make up artist dei vip, la svolta arriva quando inizia a lavorare la terra: «Ho raccolto mele per quattro mesi ed è stata un’esperienza che mi ha cambiato la vita perché io adesso so di poter fare qualsiasi cosa».
Per Clara, che si era sempre detta che non contava quanto la pagassero, ma solo l’impatto del suo lavoro, il cambiamento arriva quando per sette mesi non riceve lo stipendio dalla Ong per cui lavora.
Per Antonello, che comprava tantissimi vestiti, la svolta nella relazione con i soldi avviene quando si innamora della sua attuale moglie, che aveva uno stile di vita minimalista.
Per Michele, che con due stipendi in casa non tracciava mai le spese, tutto cambia quando perde il lavoro: «E facendolo, addirittura ci siamo permessi dei lussi che prima non credevamo di poterci permettere, ma che una volta che hai i numeri sotto mano ti rendi conto che hai la capacità per farlo».
Come sempre, neanche oggi parliamo di grandi rivoluzioni o di indomiti atti di coraggio. Ma di piccoli gesti dall’immenso potere trasformativo. Da tre anni raccontiamo le vite degli altri attraverso il filtro del loro conto in banca. Perché parlare di soldi non è solo una questione personale, ma qualcosa che incide sul tessuto sociale e, in ultima analisi, sul mondo che ci circonda. Rame nasce proprio per questo: per aprire una conversazione necessaria che per troppo tempo è stata tabù.