Ornella Laneri, mio padre mi disse “Stanno con te per i miei soldi”
Ornella Laneri è un’imprenditrice catanese di seconda generazione. I suoi genitori fondarono l’azienda di famiglia a partire da un rimborso di 20 milioni di lire ricevuti da sua madre, minorenne, a causa di un incidente in moto. Avrebbe potuto usarli per studiare, ma furono dati al suo fidanzato di allora, poi marito, perché avviasse un’azienda. Nacque così una fiorente impresa di costruzioni. Lei teneva i conti, lui era l’imprenditore. Lei veniva chiamata “signora”, lui “ingegnere” (pur non essendolo). Ornella cresce in una famiglia agiata ma molto attenta al risparmio e a evitare gli sprechi. Conosce tutte le facce del privilegio: la cabriolet a 18 anni e le prese in giro degli amici, la possibilità di studiare fuori e la necessità di abbandonare gli studi per tornare a lavorare in azienda al richiamo del padre. Il quale le insegna il mestiere, ma senza mai passarle le consegne o legittimarla a parlare con le banche. Ornella, però, trova il modo di aggirare l’ostacolo e riesce a costruire credibilità attorno alla sua figura. Così, alla morte del padre, i fratelli affidano a lei il compito di portare avanti l’azienda di famiglia. E lei fa ciò che suo padre le aveva impedito finché era stato in vita: rendere l’azienda contemporanea. Inizia così un percorso etico e sostenibile, non più orientato alla crescita, bensì all’impatto sull’ambiente, i dipendenti, la città.