Come si fa a vivere con meno?

Vivere meglio, anche se con meno. È un mantra che ci ripetiamo in tanti, specie in questi ultimi anni, quando mai come in passato abbiamo riapprezzato l’importanza della serenità e del benessere interiore. L’ondata di dimissioni volontarie che ha sorpreso il mondo e l’Italia nel post pandemia ci dice che per molti di noi questo bisogno ha vinto anche sulla paura di veder diminuire il conto in banca. Ma come si fa, concretamente, a farsi bastare meno soldi? Tecniche e strategia non bastano, se non c’è l’atteggiamento mentale giusto. Allora abbiamo chiesto alla nostra esperta di psicologia da dove iniziare.

Vivere con meno

A cura di Giorgia Nardelli


Quando risparmiare è un’esigenza

«Bisogna distinguere tra due situazioni ben differenti», spiega Paola Iannello, psicologa e docente dell’Università Cattolica di Milano, dove insegna Psicologia economica e Benessere. «Un conto è trovarsi nella condizione di “dover” vivere con meno risorse, altro è se sei tu a deciderlo». Nel primo caso, la motivazione di fondo c’è già, è ben riconoscibile e concreta, ed è chiaro che bisogna agire in modo netto. E allora basta – per modo di dire - ricorrere alle tecniche di risparmio, imparando a rimuovere chirurgicamente il superfluo. «Bisogna per esempio agire sugli acquisti inconsapevoli, quelli che facciamo con il pilota automatico, magari perché arriviamo affamati al supermercato e abbiamo solo dieci minuti per fare la spesa, o perché abbiamo visto un oggetto che ci attrae, anche se non sappiamo bene cosa farne». Quando ridimensionarsi è una necessità, la strada maestra è dunque fare riferimento a strategie già collaudate oppure disintossicarsi dalle spese inutili o ancora iniziare compilare un bilancio delle entrate e delle uscite, per capire dove intervenire.

Quando risparmiare è un’ambizione

E se siamo noi a voler andare in una direzione diversa? Se stiamo meditando di lasciare quel lavoro che ci assorbe completamente, per un’attività che lascia spazio a noi? Oppure desideriamo consapevolmente andare verso la riduzione dei consumi, e la possibilità di accedere uno stile di vita più minimalista, per godere di un maggiore benessere psicologico e interiore? «Dobbiamo partire da una riflessione interiore, partendo da un consapevolezza: se non so davvero quello che voglio, i soldi non basteranno mai», spiega la psicologa. «Se rimaniamo continuamente in balia delle sollecitazioni esterne, senza stabilire delle priorità, il denaro che abbiamo non sarà mai sufficiente, nemmeno se è tanto. Ci sarà sempre qualcosa che ci manca o di cui crediamo di avere bisogno, ci sarà sempre il vicino con l’auto più bella, il collega che ha fatto le vacanze più glamour».

Il primo passo è avere dunque consapevolezza delle cose che per noi contano davvero, quelle che sono le nostre priorità. Domandiamoci, allora, cos’è che desideriamo più del resto, e cosa siamo disposti a mettere in cima all’elenco. «Solo allora, una volta che saremo focalizzati sui nostri obiettivi, saremo capaci di non disperdere il nostro denaro in mille acquisti. Non mi riferisco solo a beni immateriali: possiamo anche decidere che ciò che ci rende felici è una casa ben arredata, fiori freschi tutti i giorni, viaggiare oppure essere sempre eleganti. L’importante è distinguere tra cosa per noi è fondamentale oppure no, fare una selezione entrando in contatto con le nostre necessità. Ci aiuterà a gestire le risorse a disposizione, anche se sono meno rispetto al consueto. Una volta che abbiamo ben chiaro cosa è importante, riusciremo a riorganizzare tutto il resto», sono le parole dell’esperta.

Come riconoscere i desideri effimeri?

Occhio, avverte la Iannello, non è un lavoro semplice, servono tempo e serve riflettere con franchezza, e il risultato non è immediato. «Se impari però a separare ciò che ti dà un ritorno in termini di gratificazione, da ciò che non lo fa, potresti riuscire a liberarti di quella sensazione di insoddisfazione che scaturisce dalla percezione che i soldi non siano mai abbastanza. Il segreto è non farsi travolgere dai desideri effimeri». Per spiegare meglio cosa ci appaga davvero da ciò che non lo fa, potrebbe essere utile sapere cos’è l’adattamento edonico. «È la tendenza che ogni essere umano ha di adattarsi subito al cambiamento, come quando entriamo in un luogo che ha un forte odore, ma dopo qualche secondo il nostro olfatto non lo percepisce più. Capita anche con gli acquisti di molti beni materiali, ogni volta possedere quell’oggetto ci restituisce una forte emozione, che cambia in positivo il nostro stato d’animo, ma quella sensazione svanisce in poco tempo per poi farci tornare in breve allo stato precedente. Al contrario, ci sono emozioni che non si esauriscono, anzi, si autoalimentano, e sono quelle che scaturiscono dal fare una cosa che ci piace, stimolare la nostra creatività, avere relazioni. È su queste che vale la pena investire». Dunque, per spogliarci del superfluo basterebbe imparare a fare un elenco di ciò ci dà un piacere duraturo, e separarlo dal resto.

Come evitare l’auto flagellazione

Per accrescere la nostra consapevolezza può aiutare, per esempio imparare a sviluppare quella che in psicologia chiamano la “self compassion”, e cioè l’amorevolezza e la gentilezza verso se stessi, suggerisce Iannello. «Quando facciamo la lista delle priorità, è importante focalizzarci su chi siamo, su quello che abbiamo ricevuto in dono dalla vita e quello che abbiamo conquistato con le nostre forze. Essere consapevoli del lavoro fatto e dei risultati raggiunti, ci rende meglio predisposti verso di noi, più propensi a fare degli sforzi, riconoscerci e stabilire cosa è importante da cosa non lo è. È un guardarsi con occhi meno giudicanti, che aiuta a fare un’analisi più aderente alla realtà».

L’importanza di fare una simulazione

Vuoi davvero provare a vivere con meno, liberarti degli orpelli e avere una vita più piena? Prima di buttarti, inizia con delle simulazioni, perché il tuo non sia un salto nel buio. Anche se hai in mente di concentrarti solo su ciò che ti rende felice, e di finalizzare le tue spese, devi prima immaginarti e verificare che il tuo obiettivo sia sostenibile. Se, per esempio, stai meditando di lasciare la tua occupazione o di passare al part time, devi assicurarti che il tuo livello di reddito futuro sarà sufficiente a darti il necessario. «E allora può essere utile una fase intermedia di simulazione, di due o tre mesi: stabilisci dove vuoi arrivare e prova a vivere con lo stipendio decurtato, ti aiuterà a vedere fino a dove riesci ad arrivare, ma con una paracadute, e a capire da una parte se la scelta è compatibile con il tuo bilancio familiare, e dall’altro se sei pronto».


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