Cosa significa essere start-up innovativa e che vantaggi ci sono?

La start-up innovativa è una forma di impresa nata nel 2012. Oggi più che mai rappresenta un’opportunità in un mondo in continua e veloce evoluzione.

Attenzione, però. Per essere considerata start-up innovativa, non basta essere una nuova realtà imprenditoriale, alla sua fase iniziale. Il DL 179/2012 identifica in modo preciso e puntuale le caratteristiche che deve avere una start-up innovativa, formula che verrà trascritta nella visura camerale della società e conseguentemente sarà visibile ai terzi. Le altre sono semplici start-up che non comportano i vantaggi che tra poco vedremo.

Quali sono i requisiti di una start-up innovativa?

La prima condizione è quella di essere costituite con la forma giuridica della società di capitali, tipicamente la SRL - società a responsabilità limitata. Quindi non potrà mai essere start-up innovativa una società di persone (Snc o Sas) o una ditta individuale. Di conseguenza, per poter partire, è necessario rivolgersi a un notaio per la costituzione, oltre ad avere ben chiare le regole che governano una società a responsabilità limitata.

È necessario poi che l’impresa che ambisce al titolo di start-up innovativa svolga un’attività collegata a “prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico”. Questo significa che l’oggetto sociale che viene inserito nell’atto costitutivo della società dovrà essere esclusivo (quindi unico) e non potranno essere inserite altre attività che non abbiano il contenuto specifico dell’innovazione tecnologica. Questo importantissimo requisito va provato e mantenuto nel tempo. Sono tre le possibilità per potersene fregiare (alternative tra loro, quindi basta averne una delle tre):

  • Sostenimento di spese in Ricerca e sviluppo per un importo pari ad almeno il 15% del maggiore tra il costo e il valore della produzione (in sostanza queste spese devono superare il 15% dei ricavi o dell’insieme degli altri costi).

  • Impiego di “forza lavoro” altamente qualificata; ciò vuol dire un terzo del personale dipendente che possiede il titolo di dottorato di ricerca presso un’università italiana o straniera (o che sta svolgendo un dottorato) oppure che ha una laurea e ha svolto, da almeno tre anni, attività di ricerca certificata; alternativamente questo requisito può essere dimostrato con l’impiego di forza lavoro con laurea magistrale almeno per i due terzi sull’importo complessivo; il calcolo va effettuato “per teste” e possono essere considerati anche i soci lavoratori STEM.

  • La società deve essere titolare (ovvero licenziataria) di una privativa industriale relativa a un’invenzione industriale o biotecnologica oppure titolare dei diritti relativi a un programma per elaboratore originario registrato presso il Registro speciale per i programmi da elaborare. Per fare un esempio, qualche mese fa ho seguito la fase di costituzione di una start-up innovativa di un gruppo di ragazzi che hanno ideato un nuovo videogioco con caratteristiche innovative.

Questi requisiti vanno attestati in fase di iscrizione della start-up innovativa in Camera di Commercio e vanno confermati con cadenza annuale.

La start-up innovativa deve avere ovviamente sede in Italia, non può distribuire dividendi per 5 anni e a partire dal secondo anno di attività non può superare € 5 milioni nel valore della produzione e la qualifica di start-up ha una durata limitata nel tempo, dura al massimo 5 anni (poi si può passare alla PMI innovativa, ma ne parleremo un’altra volta).

Quali sono i vantaggi di una start-up innovativa

Parto da quello a mio avviso più importante.

Chi investe in start-up innovative ha la possibilità di recuperare fiscalmente il 30% come detrazione d’imposta nel caso di soggetto IRPEF e il 30% come deduzione se soggetto IRES, entro determinati limiti massimi (investimento massimo agevolabile per soggetti IRPEF € 1 milione e soggetti IRES € 1,8 milioni).

Facciamo un esempio: una persona fisica decide di investire € 1.000 in una start-up innovativa (ad esempio mediante un progetto di crowdfunding), questa persona nella sua dichiarazione dei redditi potrà recuperare 300 euro della spesa effettuata (un po’ come il più famoso 19% collegato alle spese mediche). Questo vantaggio fiscale permette alle start-up innovative di essere appetibili come investimento non solo perché si sta promuovendo la nascita di un’attività tecnologica ed innovativa, ma anche perché il potenziale investitore ha da subito un significativo vantaggio fiscale. In determinati casi anche la plusvalenza (ovvero la differenza tra il prezzo di vendita e quello di acquisto) di una partecipazione in start-up innovativa è esente da tassazione.

Un altro vantaggio è che la start-up innovativa non paga il diritto annuale e non è tenuta al pagamento di imposta di bollo o diritti di segreteria negli adempimenti in camera di commercio (ad esempio quando viene depositato il bilancio, ovvero nel caso di modifiche societarie come nel caso di cambio dell’amministratore).

Sono infine previste delle agevolazioni nel caso in cui vengano concessi a dipendenti e amministratori strumenti finanziari (quali azioni, quote, diritti d’opzione...) in quanto non concorrono alla formazione del reddito d’impresa.

Ci sono altre caratteristiche collegate al mondo delle start-up; in questo contributo credo di avere riepilogato quelle di maggior interesse per iniziare a capire se questo mondo fa per te.



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