Sapevi che ci sono 13 modi per accedere alla pensione?

In questo momento nel nostro paese, tra deroghe e regimi transitori, ci sono 13 tipologie differenti di accesso alla pensione. Cerchiamo di mettere un pò di ordine in questo variegato scenario per capire come fare a pianificare il nostro futuro previdenziale.

L’ordinamento attuale prevede l’esistenza di 2 tipologie strutturali di pensioni:

  1. Pensione di Vecchiaia

  2. Pensione Anticipata

Come possiamo intendere dai nomi attribuiti, il legislatore riconosce come pensione “autentica” quella di vecchiaia e prevede la possibilità di anticiparla.

Cominciamo a conoscere la regina del nostro sistema previdenziale: la pensione di vecchiaia.

La pensione di vecchiaia viene erogata, a domanda dell’interessato che

  • ha raggiunto l’età stabilita dalla legge;

  • ha perfezionato l’anzianità contributiva e assicurativa richiesta;

  • ha cessato il rapporto di lavoro subordinato.

I requisiti cambiano in base alla gestione di appartenenza, noi in questa sede analizzeremo quelli previsti per i lavoratori dipendenti privati che costituiscono una grande fetta di forza lavoro nel nostro Paese e che sono adottati anche da altre gestioni.

Per i lavoratori dipendenti privati che hanno iniziato a versare contribuzione prima del 1996, i requisiti si perfezionano al raggiungimento dei 67 anni di età e un’anzianità contributiva pari a 20 anni. Non è assolutamente rilevante in che momento della vita si sono versati i contributi.

Se per esempio si è lavorato fino ad una certa età e poi c’è stata un’interruzione dell’attività lavorativa e non si sono versati più contributi, al compimento del 67° anno di età, se il requisito dei 20 anni è soddisfatto si potrà richiedere la pensione di anzianità.

È previsto un sistema incentivante per chi intende continuare a lavorare dopo il compimento dei 67 anni di età e fino al compimento dei 70.

Sono utili al raggiungimento del requisito di anzianità sia i contributi effettivi (quelli versati per il lavoro svolto) che quelli figurativi (es. disoccupazione, maternità…)

Per i lavoratori che hanno iniziato a contribuire a partire dal 1996 i requisiti da raggiungere saranno 67 anni di età, 20 di contributi e un importo di pensione che sia almeno 1,5 volte l’assegno sociale, quindi di circa € 700,00. Se uno di questi parametri non è soddisfatto la pensione non verrà liquidata.

Al raggiungimento dei 71 anni di età per accedere a pensione basteranno 5 anni di contribuzione effettiva e non è previsto nessun limite minimo di pensione.

Il limite minimo alla pensione è stato introdotto perché le pensioni liquidate esclusivamente con le regole del sistema contributivo non prevedono il meccanismo dell’integrazione al trattamento minimo.

Questo istituto prevede che quando la pensione sia al di sotto dei livelli di sopravvivenza stabiliti per legge venga integrata a carico della collettività fino al raggiungimento di tali livelli.

Tenete a mente questo ultimo aspetto perché diventa cruciale nella pianificazione di una previdenza complementare.



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