Come funziona la detrazione fiscale sui condizionatori?

Da diverso tempo il governo e l’Europa spingono verso l’efficientamento degli impianti di climatizzazione estiva e invernale, per ridurre il consumo energetico e la dipendenza da fonti fossili. Vanno in questa direzione la maggior parte dei bonus previsti per chi acquista i condizionatori.

Oggi chi decide per la scelta può infatti usufruire di tre tipi di agevolazioni fiscali, che vanno dal 50% al 90%. Parliamo di tre misure diverse, che richiedono requisiti differenti.

1. Il bonus ristrutturazioni del 50%

La strada più “semplice” è accedere al bonus ristrutturazioni, e cioè la detrazione fiscale del 50% sul costo di acquisto e installazione del condizionatore. A dispetto del nome, l’agevolazione non è vincolata alla ristrutturazione dell’immobile dove si andranno a installare gli apparecchi, né al tipo di modello o alla classe energetica. Per ottenere lo sconto fiscale basta acquistare un climatizzatore d’aria con pompa di calore, non necessariamente ad alta efficienza, da montare in un immobile residenziale (sono escluse le aziende e gli uffici). C’è poi un altro vantaggio: per questa agevolazione non è necessario rottamare un vecchio climatizzatore.

Veniamo ora ai numeri. Il limite di spesa su cui calcolare la detrazione è di 96mila euro, ma dal 17 febbraio, purtroppo, non è più possibile usufruire dello sconto in fattura, di conseguenza il costo dovrà essere pagato per intero, e il beneficio fiscale sarà spalmato in dieci rate annuali. Se, per esempio, sono stati spesi 5.000 euro, si potrà usufruire di una detrazione annuale di 250 euro per dieci anni.

Dal punto di vista burocratico il bonus 50% è il più semplice per il contribuente: per ottenerlo basta pagare con bonifico parlante e inviare all’Enea, entro 90 giorni dalla fine dei lavori, la comunicazione di installazione. Questo invio è richiesto dalla legge, poiché l’Enea monitora gli immobili e stima il risparmio energetico scaturito dalle ristrutturazioni.

Chi non lo fa, però, non perde il diritto al beneficio, come ha spiegato l’Agenzia delle entrate a seguito di una serie di richieste di chiarimento, perché lo sconto non è legato all’efficienza energetica dell’impianto.

2. Ecobonus al 65%

Parliamo in questo caso dell’ecobonus al 65%, destinato a chi avvia interventi di efficientamento energetico di un immobile. Può usufruirne chi ha già uno o più vecchi climatizzatori, e desidera sostituirli con altri apparecchi ad alta efficienza. Si può approfittare dell’agevolazione per estendere anche l’intervento all’impianto di climatizzazione invernale, sostituendolo con un impianto a pompe di calore da utilizzare sia nei mesi estivi sia in quelli invernali. L’obiettivo del legislatore è esattamente quello, e cioè ridurre la dipendenza dalle fonti energetiche fossili spingendo verso l’utilizzo di impianti a energia elettrica rinnovabile (va in questa direzione, tra l’altro, la direttiva europea che propone di vietare le caldaie a gas dal 2029).

Il limite per la detrazione è di 30.000 euro, e lo sconto sarà spalmato sempre in dieci anni, ma la misura è rivolta solo a chi sostituisce il vecchio impianto, in modo integrale o parziale. I nuovi dispositivi dovranno infatti avere un determinato indice di efficienza energetica EER, i cui valori di riferimento sono indicati nell’allegato F del decreto del ministero dello Sviluppo economico 6 agosto 2020.

L’iter burocratico per ottenere l’ecobonus è più lungo rispetto a quello del bonus ristrutturazione, non basta il bonifico parlante. Andrà inviata all’Enea, sempre entro 90 giorni dalla fine dei lavori, la scheda descrittiva dell’intervento, redatta da un tecnico abilitato. Serve inoltre una certificazione che attesta i requisiti tecnici dell’impianto e la congruità delle spese sostenute.

Senza queste pratiche si perde il diritto al beneficio.

3. Superbonus 90%

C’è infine una terza opzione per chi compra nuovi condizionatori, e cioè il superbonus al 90%, che resta in vigore fino a fine anno. L’agevolazione riguarda però solo per chi ha già avviato o avvia nell’immobile altri interventi di efficientamento energetico che rientrano nei criteri per usufruire del supersconto fiscale. Uno di questi è il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’intero edificio. Se si tratta di lavori condominiali non sono previsti parametri reddituali, ma per le unifamiliari e le unità indipendenti è necessario tra l’altro avere un reddito di riferimento non superiore a 15mila euro, calcolato secondo il quoziente familiare. Come per il bonus al 65%, i climatizzatori devono rispondere a particolari requisiti di efficienza energetica, e anche in questo caso è necessaria l’asseverazione dei lavori da parte di un tecnico abilitato, e una certificazione sulla congruità del costo dell’intervento, oltre che il visto di conformità.



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