Come funziona la pensione per i lavoratori autonomi

Sempre più persone decidono di intraprendere carriere autonome e poco classificabili in canoni standard e c’è la convinzione diffusa che per loro non siano previste forme di sostegno come invece succede per i lavoratori dipendenti.

Questo non è vero. Il legislatore negli anni ha introdotto sempre nuove tutele e aumentato di conseguenza l’aliquota di contribuzione.

Quando si inizia una nuova avventura imprenditoriale le strade che si aprono dal punto di vista previdenziale sono 3.

1. L’attività rientra in una di quelle previste da un albo professionale (es. architetto, ingegnere, avvocato….)

Dal punto di vista previdenziale bisognerà iscriversi e versare la contribuzione alla cassa di previdenza di quella categoria. Le casse previdenziali di categoria gestiscono sia contributi utili per la costruzione della pensione sia quelli per finanziare indennità da erogare ai propri iscritti in caso di particolari eventi come la maternità.

Il sistema previdenziale applicato è quello contributivo a capitalizzazione: più si versa maggiore sarà la pensione. Solitamente sono previsti contributi minimi fissi indipendenti dal fatturato e contributi integrativi in percentuale del fatturato dell’anno precedente.

I contributi versati alle casse professionali sono cumulabili con quelli presenti in Inps per l’ottenimento della pensione.

2. L’attività che si intende intraprendere è di tipo commerciale o artigiana

In questo caso sarà necessario iscriversi alla gestione speciale Inps riservata a questo tipo di lavoratori.

Sono previsti contributi fissi dovuti anche se non si fattura, calcolati sul minimale, che per il 2022 sono di circa 3.900 euro e contributi calcolati sul fatturato eccedente il minimale. I contributi minimi assicurano la copertura previdenziale dell’intero anno.

L’aliquota prevista per il 2022 è del 24,48% per i commercianti e del 24% per gli artigiani. Si versano contributi fino a un massimale annuo. I contributi fissi vanno versati durante l’anno mentre la parte riferita al reddito eccedente il minimale viene versata l’anno successivo in occasione della dichiarazione dei redditi.

Oltre a questi contributi sono dovuti €7,44 annui per il finanziamento dell’indennità erogata alle lavoratrici in caso di maternità. Le prestazioni previdenziali sono calcolate con le stesse regole previste per i lavoratori dipendenti.


3. L’attività non rientra in nessuna delle categorie precedenti

Allora il lavoratore dovrà versare contribuzione alla Gestione separata Inps.

I contributi sono calcolati in base al reddito effettivamente percepito: non ci sono quindi dei minimi fissi come abbiamo visto nei precedenti casi. L’aliquota che per il 2022 è del 26,23% contiene sia i contributi ai fini pensionistici sia quelli utili per l’ottenimento dell’indennità di maternità, malattia, assegno per il nucleo familiare e dell’Iscro (un’indennità riconosciuta ai lavoratori autonomi in difficoltà).

Attenzione: se versi contribuzione su redditi inferiori al minimale annuo (per il 2022 € 16.243) non avrai accreditato l’intero anno sulla tua posizione contributiva. I contributi vengono versati con un sistema di acconto e saldo nelle scadenze della dichiarazione dei redditi.

Riassumendo, le prestazioni pensionistiche sono calcolate unicamente con il sistema contributivo. Il sistema previdenziale per i lavoratori autonomi è molto variegato ma ciò che risulta evidente è che anche loro, come i dipendenti, devono verificare la propria situazione e tenerla in ordine.



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