Come sarà l’Irpef nel 2024

Dal 1° gennaio è scattato il primo step della riforma delle aliquote Irpef. Vediamo di che cosa si tratta.

A cura di Giorgia Nardelli


Gli scaglioni Iperf 2024 e le nuove tre aliquote

Come sappiamo, l’Irpef (l’imposta sul reddito delle persone fisiche) non ha un’aliquota fissa, ma varia in base agli scaglioni di reddito. Fino a ieri le fasce erano quattro, (da 0 a 15.000; da oltre 15.000 a 28.000, da oltre 28.000 a 50.000, sopra i 50.000): per i redditi che rientravano nel primo scaglione, ogni contribuente doveva versare il  23% di imposta, la quota saliva al 25% per gli altri redditi che superavano i 15.000 euro fino a 28.000; sopra questa soglia scattava l’aliquota del 35%, ecc.

Con il nuovo anno c’è stato un accorpamento del secondo e terzo scaglione, (per gli altri non è cambiato nulla). Il nuovo schema è quindi il seguente:

  • redditi fino a 28.000 euro =  23%;

  • redditi sopra i 28.000 e fino a 50.000 euro = 35%;

  • redditi sopra i 50.000 = 43%

Cosa cambia con le nuove aliquote: chi ci guadagna e quanto 

In pratica, per i redditi tra 15.000 e 28.000 euro, pagheremo il 2% in meno di Irpef. La novità vale sia per lavoratori dipendenti, sia per lavoratori autonomi, fatta eccezione per i forfettari, che invece pagano un’imposta fissa del 15%. Quanto ci guadagneremo in numeri assoluti? Secondo le simulazioni, non molto. I contribuenti che avranno il vantaggio massimo, quelli con almeno 28.000 euro di lordo, si ritroveranno con circa 260 euro in più.

Come cambiano le detrazioni da lavoro dipendente

Un’altra novità riguarda invece i contribuenti sotto i 15.000 euro di reddito, ma solo se lavoratori dipendenti. La riforma interviene sulle detrazioni da lavoro dipendente che sono calcolate in busta paga, che saranno più alte di circa 75 euro all’anno. 

La “tassa” sulle detrazioni per i redditi fino a 50.000 euro

Il vantaggio dei 260 euro sarà “annullato” per chi ha redditi sopra i 50.000 euro. Per loro nel 2024 arriva una sorta di “franchigia” sulle detrazioni fiscali al 19%. In sostanza, dalle detrazioni su spese come gli interessi del mutuo, la mensa o le attività sportive dei figli, saranno sottratte 260 euro, che rimarranno al Fisco, con sole tre eccezioni: le spese sanitarie, le erogazioni liberali in favore dei partiti politici e i premi di assicurazione per rischio eventi calamitosi.

 


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